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CONCLUSIONI



Questo studio sulla malinconia non ha voluto circoscrivere un ambito di definizione, ma progettare un percorso che si è progettato nel farsi e che ha prodotto un' immagine della malinconia sulla base di alcune rivelazioni immediate del linguaggio estetico e su di una metafisica dell'esistenza.
Il tema conduttore fondamentale di questo percorso è il ritmo, come forma essenziale di ciò che è vivo, come anello di congiunzione tra natura e cultura.
Le posizioni della psicopatologia considerate, hanno individuato la malinconia come una trasformazione della ritmicità dell'esistenza nei suoi cicli biologici e nelle manifestazioni dello spirito.
Più specificatamente, il campo dell'endogenità o meglio dell'endocosmogenicità considera lo stato d'animo come un fenomeno dato con il ritmo e con il movimento della vita, determinato dalla reciproca interazione di uomo e natura. Una natura che si esprime nell'incontrarsi dell'individuo con il cosmo e con gli altri uomini, nell'appartenere primordiale dell'uno agli altri e dell'incontrarsi in esso.
A prescindere da ogni convenzionale distinzione tra normale e patologico, il linguaggio estetico connesso alla sensibilità umana, al mondo del sentire, del desiderio e dell'immaginazione, ci pare molto vicino all'esperienza dei vissuti malinconici. Alla poesia, ai miti, ai riti e alla contemplazione del filosofo abbiamo chiesto di rispondere alle nostre domande e di produrre significati che sono sedimentati nel profondo di ogni essere umano.
I contenuti del materiale scelto ci riportano all'espressione di una spiritualità che prende forma nel ritmico, come coscienza di sè e si perde nell'incoscienza, nel turbamento e nell'angoscia. La musicalità e l'armonia delle forme, attorno alle quali i cristallizzano pezzi di realtà nascoste, racchiudono in sè la terrificante esperienza della depressione e della morte.
Una lucida consapevolezza, questa, che ritroviamo così ben espressa nella seguente poesia di Aragon:

"Dico con le parole di cose meccaniche

Più meccanicamente della neve che cade

Parole demonetizzate che si leggono nel giornale

E parlo con queste il linguaggio della gente

All'improvviso è come un soldo che cade sul selciato

Che ci fa fermare a metà del cammino

Eco incosciente di una disgrazia che tacemmo...

Che io dica di uccelli e di metamorfosi

Del mese di agosto che appassisce lungo i loti

Che dica del vento, che dica delle rose

La mia musica si spezza e si muta in singhiozzi". (74-L.Aragon)

Dolorosa tensione e distruzione, urgenza che si trasforma si placa nelle parole di un concetto, nelle figure di un racconto, nei passi di una danza, nei simboli dell'immaginario. Se il turbamento del ritmo, come abbiamo veduto, disturba il processo della vita e del lavoro; è conflitto, contraddizione, malinconia ed inquietudine, il movimento ritmico come coordinamento di forze e di sentimenti, equilibrio che si realizza nelle opere del divenire, corrisponde, invece, allo stato in cui il nostro mondo interiore è in pace.
L'attività artistica, qui intesa in senso lato come attitudine formativa e media espressivo, è rivelatrice della ritmicità nella vita dell'uomo: bellezza e compiutezza delle forme come euritmia; bruttezza, irregolarità e frammentazione di ciò che è amorfo, come aritmia. Sia il bello che il brutto come manifestazioni estetiche, costituiscono l'elaborazione di fantasie e di ansie depressive che sono proiettate nel prodotto artistico: un viaggio in un mondo perduto di sentimenti e di emozioni.
La formatività, la capacità di utilizzare simboli e di creare hanno avuto un'importanza fondamentale nell' evoluzione individuale e collettiva dell'uomo, nel superamento del lutto e della depressione. Riflettendo le teorie sulla posizione depressiva elaborate dalla psicoanalisi di Melania Klein, la Segal che si è occupata ampiamente di creatività e di attitudine artistica, così afferma: "Quando il mondo dentro di noi è distrutto, morto e senza amore, quando gli oggetti del nostro amore sono in pezzi, noi stessi in un'impotente disperazione, dobbiamo ricreare quel mondo riunire le schegge, rianimare i frammenti morti, ricreare la vita". (75-H.Segal) Silenziosa taumaturgia del simbolo "che fa rivivere il tempo passato, simulacro di parole e di formi che testimoniano di un'assenza".(76-L.Benoist)

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