IMPARARE A RILASSARSI

Possiamo cercare di darvi dei suggerimenti per vincere le vostre fobie/paure. Come ben immaginerete la prima cosa da fare e' "RILASSARSI". A tal proposito vi rimandiamo al nostro "mini corso di training autogeno" senza riproporvelo in questa sezione, e anche alla sezione Yoga; parleremo invece di altre tecniche, che potranno ugualmente esservi di aiuto.

Training autogeno

Yoga

Autoipnosi.

L'autoipnosi presuppone che il soggetto sia capace di applicare una qualsiasi delle tante tecniche di rilassamento , perché le induzioni ipnotiche devono essere rappresentate alla mente unicamente dopo che sia stato raggiunto uno stato di totale distensione somatica.
Fate roteare i bulbi oculari verso il centro della fronte, ossia verso l'alto e verso l'interno, fissando le sopracciglia o, in alternativa, un punto immaginario a circa 30 centimetri davanti alla fronte. Mentre gli occhi continuano a essere rivolti verso l'alto per qualche istante ancora, chiudete lentamente le palpebre e respirate profondamente. Questi accorgimenti vi faranno sprofondare ancor di più in uno stato di completo rilassamento; vi sentirete come immobilizzati e in un profondo stato di benessere. A questo punto fate apparire agli occhi della mente una frase-chiave o una scena piacevole e rilassante che avete già vissuto e che vorreste rivivere ancora. La frase-chiave potrebbe essere, ad esempio: "E ora mi immergo in me stesso", e la scena relativa a un luogo di vacanza. La frase o la scena scelta dev'essere ripetuta, sempre uguale, ogni qualvolta si cominci un esercizio di autoipnosi, in modo che diventi quasi un riflesso condizionato.
A questo punto dovreste sentire il corpo completamente distaccato da voi, ed è giunto allora il momento di darsi delle induzioni ipnotiche e post-ipnostiche. Ecco un esempio:
"E ora mi vedo come vorrei essere, e come sarò, anche dopo che sarò uscito da questo stato di rilassamento ipnotico. Sono forte, sicuro di me, mi sento a mio agio con le persone che mi circondano e sono contento di me stesso, gli altri mi sorridono e mi vogliono bene".
Questo esempio è particolarmente indicato per chi soffre di fobie sociali. Lo scopo per il quale avete deciso di praticare l'autoipnosi vi dovrebbe consentire a questo punto di scegliere appropriatamente delle visualizzazioni specifiche per risolvere il vostro problema. Praticate queste esercitazione quante più volte possibile nell'arco della giornata e abbiate fiducia non tanto nel metodo, quanto nelle vostre risorse interiori che vengono fortemente risvegliate e sollecitate a difendervi, soprattutto da voi stessi!

Altri suggerimenti.

La possibilità di uscire integri da una grave forma di disagio fobico dipende in gran parte dalla capacità individuale di perseverare nella ricerca degli aspetti positivi della vita e nel mettere in atto le risorse psicologiche di cui si dispone, anche se non sempre consciamente. Attraverso le tecniche di rilassamento e di concentrazione proposte si migliora la propria autodeterminazione, che consente di limitare fortemente quegli atteggiamenti di impotenza e disperazione che caratterizzano il disturbo fobico.
E' fondamentale coinvolgersi nelle svariate attività della vita di ogni giorno:
1) coltivare interessi e affetti ed essere nella disposizione d'animo di chi è capace di vedere, in ogni evento, un'occasione di crescita e di cambiamento della personalità in modo positivo.
2) I legami personali facilitano di molto il compito. I disagi fisici e psicologici sono sicuramente più facili da sopportare, se si riescono a mantenere saldi legami affettivi, la possibilità di comunicare con gli altri, di potersi raccontare. Il supporto sociale ha infatti molta influenza sulla salute psico-fisiologica dell'individuo e gli consente di fronteggiare con più efficacia ogni situazione di stress.
3) Scrivere. Lo scrivere i propri pensieri e stati d'animo è un sistema alquanto antico, ma ancora molto efficace. Si può scrivere a qualcuno, un amico, un giornale, un personaggio pubblico, oppure solo per se stessi in un diario personale, gli eventi più importanti, la frequenza e la durata delle varie sintomatologie fobiche possono essere descritti dettagliatamente, al fine di mantenere un controllo personale sull'evoluzione del disagio.
Scrivere consente inoltre di liberarsi dalle oppressioni psicologiche, per vedere poi le cose con maggiore chiarezza.
4) Imparare a incidere sull'ambiente. Proporsi ogni giorno di compiere un atto, anche minimo, che abbia l'effetto di incidere significativamente sulla realtà e sull'ambiente, al fine di renderlo maggiormente favorevole nei nostri confronti. Le scelte personali e i comportamenti dovranno allora essere selezionati in base a questa nuova direttiva. Questo per migliorare, seppure gradualmente, il proprio rapporto con la società. Sappiamo bene che chi soffre di fobie tende in genere a isolarsi, a chiudersi in se stesso. In particolare questo riguarda chi soffre di fobie sociali: se si ha paura degli altri, se si rimane in disparte evitando qualsiasi tipo di contatto, come stupirsi poi se gli altri mantengono le distanze? E bene cominciare ad assumersi qualche responsabilità, invece di dare sempre e comunque la colpa agli altri.
5) Accettarsi per cambiarsi. Ogni cambiamento e' possibile, purché cominci con l'accettazione di se stessi. Il solo fatto di accettarsi è altamente terapeutico, perché consente un cambiamento significativo della personalità. La continua lotta contro se stessi è invece sempre controproducente e può avere come conseguenza un coinvolgimento sempre più profondo con il destino che si cerca disperatamente di evitare. La scommessa consiste nel trasformare le proprie paure in una sfida interiore al proprio cambiamento.
6) Non fuggire. Le situazioni minacciose non vanno evitate, ma solo sminuite del loro valore simbolico. Sdrammatizzate, in poche parole. L'esporsi alla situazione difficile consente poi di mettere in atto dei meccanismi automatici di adattamento agli stimoli che essa comporta. E' facile constatare che le persone più tranquille e disinvolte non sono quelle che fuggono dai pericoli e si chiudono in casa, ma quelle che si espongono spesso alle situazioni. Ciò consente all'individuo di addestrarsi efficacemente per controllare qualsiasi situazione di emergenza. La parola d'ordine sarà allora "evitare di evitare".
7) Sorridere. Il prendersi troppo sul serio contribuisce ad aumentare lo stress. Ridere e sorridere di se stessi aiuta a recuperare salute e gioia di vivere. Quando si riesce a mantenersi calmi e rilassati, con il giusto distacco dalle situazioni esterne, ogni esperienza vissuta produce migliori risultati. Contro la paura il riso è l'arma migliore, perche rappresenta l'esatta antitesi della tensione somatica e psichica delle situazioni di allarme. Chi ride o sorride non è certo nelle condizioni di chi si prepara all'attacco o alla fuga! Il consiglio è allora di abbandonarsi a qualche sana risata o, almeno, ad atteggiare più spesso la bocca al sorriso. Il resto verrà da sé.
8) Frequentare dei corsi. Migliorare la propria preparazione culturale è sempre una buona spinta verso il miglioramento di sé. Qualsiasi corso abbiate deciso di fare va benissimo, perché sarà comunque uno stimolo e una possibilità di cambiamento. Che corsi intraprendere per migliorare il disagio fobico? Certamente quelli relativi all'apprendimento di qualche tecnica di autodistensione: Training Autogeno, Rilassamento Progressivo, Autoipnosi, Shiatsu eccetera. Rilevante effetto terapeutico lo hanno anche i corsi di teatro, che somigliano molto in certe circostanze a delle vere e proprie terapie psicologiche che non a caso, per curare alcune sintomatologie nevrotiche, utilizzano lo "psicodramma". Molto importanti anche i corsi di meditazione e di yoga, validi per consentire un atteggiamento più distaccato di fronte agli eventi diflìcili della vita, donando una migliore concentrazione sulle proprie risorse interiori. Distacco, infatti, non significa necessariamente disinteresse e irresponsabilità, ma una nuova capacità di vivere la vita senza lasciarsi troppo coinvolgere dai fatti negativi che a volte essa propone.
9) La fede. Anche la fede in Dio, le pratiche religiose, il frequentare i luoghi di culto, il prendersi cura degli altri per motivi religiosi possono contribuire ad attutire la risonanza di certe emozioni a favore di altre, più spirituali e meno legate alle cose concrete della vita. Jung sosteneva che la fede in un Dio e la preghiera possono avere un alto valore terapeutico, l'uomo, infatti, sembra essere "naturalmente religioso", tanto che la sua spiritualità è grande e potente tanto quanto lo sono l'istinto sessuale e l'aggressività. Per questo motivo tra i consigli terapeutici dell'analisi junghiana vi è la ripresa delle pratiche della religione in cui il soggetto crede, al fine di liberarsi più facilmente della propria nevrosi.

La vita è un viaggio.
Il suo significato si trova nel viaggio stesso, e non nella destinazione.
A chi non fosse religioso non rimane che concentrarsi profondamente su questo concetto.