Duomo di Gioia Tauro

Un po’ di storia.

La Chiesa Parrocchiale attuale fu costruita dal 1928 al 1931 e aperta al culto il 27 maggio 1933 con la benedizione impartita, per delega, dal Rev.mo sig. Arciprete Pasquale De Lorenzo e consacrata il 10 giugno seguente da S. E. Rev.ma Mons. Paolo Albera, vescovo di Mileto. Precedentemente funzionava da Parrocchia la Chiesa demolita nel 1928 in seguito a terremoto. Questa fu edificata per disposizione di uno degli antenati della Casa Cardinale venuto da Napoli per visitare il feudo di Gioia, avendo riconosciuta la ristrettezza della vecchia Chiesetta non più adatta ai bisogni dei fedeli. Della vecchia Chiesa Parrocchiale del Piano delle Fosse furono utilizzate, nella nuova costruzione, le due colonne monolitiche di marmo che servivano a sostenere la piccola cantoria con l’organo, posta al di sopra del portone d’ingresso, e le campane, scampate al sisma. Adesso le colonne ornano l’edicola centrale con la statua di S. Ippolito. Le due campane, ora sul campanile, furono costruite nel 1875 in Napoli nella fonderia di Gennaro Danisi. Su di esse risultano in rilievo le immagini di S. Ippolito su una, e di San Pacifico sull’altra, mentre su entrambe si legge la scritta, pure in rilievo: “A spese e devozione dei fedeli di Gioia Tauro”. La croce luminosa, alla sommità della facciata, fu installata nel 1950 in occasione del corrispondente anno santo. Il piccolo monumento alla Madonna, scolpito dall’artista Angelini di Lucca in un blocco di granito proveniente dalle cave di Nicotera e posto nel giardinetto della Chiesa che fiancheggia via Serra, fu inaugurato il 24 maggio 1959 in ricordo del primo centenario delle apparizioni di Lourdes. Nel corso degli anni il Duomo ha avuto la necessità di lavori, come quelli del 1943 per danni causati dai bombardamenti aerei dell’ultimo conflitto mondiale, e quelli di restauro conservativo del 1957; importanti sono stati quelli del 1990, voluti dall’arciprete Mons. Francesco Laruffa, in cui furono attuate radicali opere di restauro innovativo, che hanno conferito al Sacro Edificio una veste più prestigiosa e più consona agli ultimi indirizzi dell’ultimo Concilio. L’apertura di due bifore munite di vetri policromi nell’abside centrale; l’intelligente tinteggiatura delle pareti esterne ed interne che mette in risalto i componenti architettonici; l’innovazione del Fonte Battesimale contornato da cancelletti prima utilizzati nelle balaustre di separazioni fra navate e transetto; l’ammodernamento e potenziamento del vecchio organo del 1937 sono tra le opere più significative intese a dare un nuovo lustro alla Chiesa. Nel 2004, invece, si è inaugurato il nuovo organo di circa 1.500 canne con due manuali e una pedaliera. Esso ha una figura abbastanza imponente che, grazie alle numerose canne poste sia sopra l’entrata della chiesa e sia sotto nella navata destra vicino l’organo, hanno migliorato ulteriormente l’aspetto della chiesa.

Il beato Pacifico.

Il duomo della città ha l’onore di possedere una vetusta ed insigne Reliquia (uno scheletro intero rivestito di seta ed un vasetto di sangue raggrumato del beato) di un glorioso martire, dell’epoca imperiale romanica, al quale la pietà cristiana gli ha dato un nome di “pace”: Pacifico. La Reliquia è custodita in un’artistica Urna sigillata, deposta in un’edicola marmorea, sotto l’effige di Sant’Ippolito.

 

 

 

 

 

La Madonna del Carmelo.

E’ un quadro che risale a oltre un secolo fa’ e rappresenta la figura della Madonna del Carmelo che porta in paradiso le anime del purgatorio.

 

 

 

 

 

 

 

La statua della Madonna.

La statua della Madonna è una statua lignea che rappresenta la Madonna del Rosario. Nel 1999 sia la figura della Madonna che quella del Bambino Gesù che Ella porta in braccio sono state incoronate in una celebrazione solenne con delle sculture in oro, benedette da Papa Giovanni Paolo II in vista del Giubileo del 2000, che rappresentano eventi dell’Antico e del Nuovo Testamento.

 

 

 

La Caritas parrocchiale.

E’ sempre esistita con il nome di “Conferenza di San Vincenzo”; poi, con il nome di caritas o di  «commissione parrocchiale per la carità». Sempre sveglia e attenta ai bisogni, pur nei limiti delle risorse; allertante e generosa. Oggi più di ieri, essendo aumentate e rinnovate la povertà. La caritas si estende ai poveri, nell’accezione più vasta, agli anziani, malati, forestieri, extracomunitari, persone e famiglie in gravi disagi. Raccoglie vestiario nuovo, generi alimentari e distribuisce. Visita malati e anziani; soccorre come meglio può; cura la mensa (il cosiddetto «piatto caldo») ed altro. Soprattutto è invitata ad essere testimonianza propulsiva d’amore fraterno all’interno della comunità parrocchiale. Agisce a fianco del volontariato.

Oratorio.

L’oratorio “San Giovanni Bosco” nasce, vive ed opera nel contesto della pastorale giovanile della Parrocchia. Esso è uno strumento privilegiato e prioritario con cui svolgere l’impegno educativo e ricreativo della Parrocchia nei confronti dei ragazzi, dei giovani e delle famiglie. L’oratorio è una comunità che educa all’integrazione: “fede-vita”, grazie al servizio di un’equipe di educatori adulti molto motivati. L’oratorio prevede e valorizza l’articolazione di gruppi di base e d’interesse organicamente inserita in un cammino comunitario. I gruppi di base strutturano la comunità dell’oratorio secondo le varie fasce d’età. La vita di gruppo costituisce l’elemento fondamentale del peculiare metodo educativo oratoriano e si esprime nei momenti e secondo gli obiettivi previsti dal progetto (ad esempio: catechesi, preghiera, gioco, lavoro, sport, ecc.). Il progetto educativo dell’oratorio prevede anche gruppi d’interesse e di servizio e li considera e promuove come autentici momenti formativi. Sono promossi i seguenti gruppi di interesse e servizio: animazione missionaria; animazione caritativa; attività culturale (teatrale, artistica, letteraria, turistica); attività di volontariato; attività sportive. L’oratorio, pur essendo affidato alla responsabilità dell’equipe educativa (scelta dal parroco), riceve il suo orientamento generale, in linea col progetto globale, dal parroco che, come “responsabile dei responsabili” ha il compito del coordinamento, della verifica e delle eventuali correzioni di marcia. L’oratorio è messo sotto la protezione di Maria Ausiliatrice e di San Giovanni Bosco. Opera nelle ore pomeridiane dei giorni festivi da ottobre a metà agosto.

Coro polifonico Sant’Ippolito Martire “Cantare Giovane”.

Il coro della Parrocchia Sant’Ippolito Martire “Cantare Giovane” si è formato nel 2001, inglobando a sé parte del coro parrocchiale in attività già dai primi anni 90 diretto prima dal M° don Vincenzo Tropeano prematuramente scomparso e poi seguito amorevolmente dalle Suore Figlie della Chiesa. In quegli anni il coro ebbe l’opportunità di essere diretto dal M° don Vincenzo Barbieri in occasione di una messa trasmessa in Rai. Ora il coro, diretto da Arianna Sturniolo e Roberta Sainato, consta di 20 elementi; anima le liturgie solenni della parrocchia. Il coro “Cantare Giovene” ha partecipato a dei concorsi regionali e, sia nel 2001 che nel 2002, si è classificato al primo posto, insignito di medaglia d’oro e ha animato tre messe trasmesse su Radio Maria. Il coro in questi anni ha beneficiato dei preziosi consigli del M° Giuseppe Matacera che, grazie alle sue svariate competenze, ha dato la possibilità di scoprire inediti orizzonti artistici. E’ per questo che adesso, pur non essendo professionisti, il coro si accosta alla musica non con superficialità, ma con serietà, grande dedizione e impegno, cercando sempre dio migliorare, avvalendosi del sostegno spirituale e dell’incoraggiamento del Parroco Mons. Francesco Laruffa.

Volontariato.

E’ nato da circa 14 anni, ad opera del parroco e di un gruppo di volontari, con la denominazione «Centro accoglienza fraterna “Lavanda dei piedi”». E’ ubicato in un locale preso in affitto capace di accogliere e risolvere quel che è possibile. Si provvede alle richieste più urgenti, in tanti modi, creando una «rete» di volontari  e volontarie che, nel loro campo professionale, sono in grado di intervenire: visite mediche, medicine, uffici, consultorio, ecc. Un lavoro particolare e delicato è costituito dal servizio diurno ad un gruppo di giovani portatori di handicaps. Una serie di attività promozionali, come disegno, lettura, lavori artistici, ascolto di musica, programmi televisivi, ricamo, cucina, gite, religione. Educazione fisica, ecc. tengono occupati tutti i pomeriggi e giovani e i volontari. I risultati sono buoni; il centro è come la loro seconda famiglia. Si presta servizio solidale anche a domicilio, specie ad anziani e malati.

Cosa manca? Siamo in pochi, i volontari; questo è un problema grave e spinoso. Ogni appello sembra cadere nel vuoto. Gli adulti non hanno… tempo. I giovani, curiosamente, neppure. Questo problema del tempo (ma si tratta di volontà) inesistente quindi inescusante, dovrebbe preoccupare molto le nostre coscienze di cristiani e di persone civili.

L’Azione Cattolica parrocchiale.

 

 

L’Azione Cattolica parrocchiale «San Giovanni Bosco», “veterana” in questa parrocchia già con il nome «Sacro Cuore di Gesù» e con alcuni meriti prestigiosi (soci e socie hanno ricoperto cariche diocesane e nazionali), oggi avrebbe bisogno di un «soprassalto di missionarietà» e di impegno costante ed incisivo nel tessuto della parrocchia e della città. Mediocre il numero dei soci in quasi tutti i settori; l’Azione Cattolica ha bisogno di arricchirsi di nuove forze; dev’essere capace di creare unità nella diversità dei carismi dei soci ed essere una forza viva e dinamica, trainante e coinvolgente.

La Casa del fanciullo.

Oggi è un’importante istituzione, ingrandita ed ammodernata. E’ un centro di accoglienza culturale sociale e religiosa per tutta la parrocchia, per la città e corsi di aggiornamento, di convegni, conferenze, concerti, tavole rotonde, drammatizzazioni, ecc. Attrezzata ed elegante, accoglie da tempo antico la scuola materna «Maria SS. Immacolata» e l’asilo-nido: molto apprezzati per gli ottimi servizi che sono capaci di rendere a vantaggio dei bambini (anche e soprattutto dei bambini meno abbienti), delle famiglie e delle città. Tutto appartiene all’Ente parrocchia, che per la scuola materna si avvale di personale laico competente.

 

 

 

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