Il Borgo
A
Ponte dell'Olio Il Borgo non è un paese, e nemmeno
un quartiere, per il pontolliesi Il Borgo è una
strada, anzi "la strada". E' attorno al Borgo che ruota la vita del
paese, qui ci sono i negozi, qui ci si ritrova, qui alla domenica mattina si
tiene uno dei due mercati settimanali.
Nella toponomastica ufficiale il suo nome è Via Vittorio Veneto, ma solo chi
non è pontolliese lo chiama così, per tutti gli altri è "Al Buräg".
Unisce
le due chiese del paese: San Giacomo e San Rocco, e si stende per un chilometro
quasi in linea retta. L'origine di Ponte dell'Olio è romana, probabilmente
attorno al 200 a.c, ma è nel medioevo che se ne hanno riscontri scritti. Ponte
dell'Olio, anzi Ponte Albarola, come si
chiamava allora, al contrario di quasi tutti i paesi coevi, non è fortificato, perché è nato attorno
a un Chiesa, San Giacomo, e a uno "spedale", luogo di sosta e di
ricovero per i pellegrini che percorrevano la parte appenninica del "Camino
di Santiago" per raggiungere la Liguria e imbarcarsi per la Spagna, per
raggiungere Santiago di Campostella. Non che i nostri
antenati non difendessero il loro territorio, a quello provvedevano i
numerosissimi castelli che sorvegliavano la valle del Nure da Piacenza fino a
Ferriere, tutti a portata di vista l'uno dall'altro, ma Ponte Albarola era un
luogo di pia accoglienza e quindi era aperto a tutti i viandanti.
Con il passare del tempo si accrebbero i "servizi" per i pellegrini,
nacquero le botteghe, le stazioni di cambio dei cavalli, i maniscalchi, e il
borgo, con la "b" minuscola, divenne anche una stazione di scambio di merci tra la Pianura Padana e la
Liguria, facilitato dall'esistenza di una passerella che attraversava il Nure.
In particolare si scambiava l'olio ligure con il frumento padano e da qui
nacque il nome di Ponte dell'Olio. Proprio per queste origini, la vocazione
economica del paese non fu mai completamente agricola, pur essendo situato tra
colline ricche di vigneti e campi di grano, ma fu soprattutto commerciale e in seguito industriale.
Il nostro paese, quindi, attende tutti coloro che vogliono visitarlo, aperto a
tutti fin dal Medio Evo e ospitale con tutti, come allora.