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Allegato B

PROGETTO DI SVILUPPO LE TRE VALLI
PROBLEMATICHE IDROGEOLOGIGHE
Tutte le aree interessate dal progetto in argomento ricadono in ambito soggetto a vincolo idrogeologico ex L.R. 80/89, art. 19, e, pertanto, tutti i lavori di mutamento di destinazione di uso del suolo e di movimento terra dovranno essere autorizzati da Comunità Montana - Parco dell’Adamello.
Inoltre, con D.P.C.M. del 24.05.01 è stato approvato il Piano di Assetto Idrogeologico del Bacino del fiume Po, la cui cartografia evidenzia come la maggior parte degli interventi previsti in destra idrografica rispetto al fiume Caffaro in località Gaver ricadono in area di conoide attivo, soggetta a forti limitazioni per qualsiasi nuova opera edificatoria; pertanto, ai sensi della D.G.R. n° 7/7365 del 11.12.01 “Attuazione del P.A.I. in campo urbanistico” i comuni entro il febbraio 2003 possono chiedere la modifica della zonizzazione di rischio mediante un’apposita variazione dello studio geologico ex L.R. 41/97 allegato al P.R.G. che approfondisca le problematiche idrogeologiche delle varie zone analizzate.

Premesso che risulta estremamente difficile analizzare gli elaborati presentati, molto fotografici ma assai poco tecnici, da quanto si può intuire si presentano le seguenti problematiche sotto il profilo idrogeologico:

  1. Tutti gli insediamenti previsti in località Gaver in sponda destra al fiume Caffaro sono localizzati su conoidi attivi, come del resto segnalato dall’atlante dei rischi idrogeologici allegato al P.A.I.; infatti, dal crinale del monte Colombine scendono 4 impluvi interessati da notevoli fenomeni erosivi e di trasporto solido;
  2. I medesimi e, in particolar modo la Valle di Laione, sono sede di fenomeni valanghivi di notevole frequenza ed entità;
  3. Tutto il fondo valle risulta frequentemente coinvolto in esondazioni del fiume Caffaro, l’ultima delle quali nell’agosto 2000, determinate da intensi fenomeni di mobilizzazione di falde detritiche in quota alle pendici del Monte Blumone le quali, portate a valle, innalzano il letto del torrente causando la fuoriuscita delle acque;
  4. L’area sciabile individuata a valle del rifugio Crocedomini sul versante brenese risulta interessata da diffusi fenomeni di erosione superficiale;
  5. Tutta l’area sciabile che interessa il bacino del fiume Grigna (Val Daione, Valle Lavena, Valle di Campolaro), andrebbe a modificare dal punto di vista idrogeologico il deflusso idrico in un ambito caratterizzato da numerosi fenomeni di dissesto, sia profondi che superficiali, nonché da aste torrentizie prevalentemente in erosione, ancorché regimate da numerose opere di difesa realizzate negli scorsi decenni;
  6. Il tracciato della linea ferroviaria, per quanto si riesce a capire, risulta assolutamente irrealizzabile perché insiste su versanti estremamente acclivi ovvero taglia numerosi canali di valanga oppure transita in corrispondenza di corsi d’acqua caratterizzati da elevato grado di trasporto solido ovvero da forti fenomeni erosivi;
Infine, per quanto concerne le problematiche non strettamente correlate all’assetto idrogeologico, non si può non rimarcare che il progetto in argomento sottolinea con frequenza la volontà di valorizzare il ruolo dei numerosi alpeggi della zona in funzione dei nuovi insediamenti ed attività turistiche sia estive che invernali; tuttavia, si ritiene che per creare un indotto interessante sotto il profilo economico dai prodotti caseari di alpeggio sia necessario intervenire più a monte, e cioè migliorando ed uniformando la qualità dei formaggi, promuovendoli mediante la tipicizzazione dei medesimi, motivando e formando dal punto di vista sia tecnico che culturale gli operatori del settore.

 
 
 
 
Breno, 02.12.2002

Dott for. Gian Battista Sangalli



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