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L’ombra del lampione
Una sera, poco dopo la mezzanotte, uscendo da un locale mi fermai assieme
ad un amico per conversare prima di rientrare a casa. Dopo aver
disquisito su differenti opinioni in merito a gusti musicali, egli
osservò con interesse l’ombra che il palo del lampione proiettava
sul suolo. Era possibile osservarla fino a grande distanza poiché
ci trovavamo su una piazza che affiancava vasti prati della
nostra pianura. Appoggiato con le spalle al palo del lampione e
guardando verso l’orizzonte nella direzione in cui si distendeva
l’ombra, si ricordò come una tale situazione gli si fosse già
presentata quando era bambino, e notò come ancora percepisse
l’impressione che le linee di demarcazione tra luce ed ombra gli
apparissero parallele. Io perplesso volli subito mettermi al suo
posto ed osservai che guardando verso il basso era evidente che
l’ombra formava un angolo di una certa ampiezza, ma guardando
lontano, verso l’orizzonte in effetti l’impressione delle linee
parallele era avvertibile.
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vedi articolo "L'OMBRA DEL LAMPIONE")
( pubblicato da CABRIRRSAE n.15
marzo 1998) |