COLOMBE E SPIGHE

Sono caduti per la libertà
“Italia !” sulle labbra e “bandito”
sul cartello al collo dell’impiccato.
I sopravissuti invecchiano
ma loro hanno sempre vent’anni
perché quel giorno il tempo si è fermato
nell’alba livida nel paese gelido
nelle figure delle madri
impietrite sul viale davanti ai figli.
Non crescano sulle loro ossa
i rovi della dimenticanza
come i ragazzi in jeans volevano soltanto
una società nuova di colombe e di spighe
non case fatiscenti pane amaro
giovani stampati su porte sbarrate
vecchi spazzati via come foglie secche.
Indifferenza e corruzione sfrenata
ricchi e poveri due mondi in una città
sopra le fabbriche le stelle sono nere
la montagna si spopola si sbriciola
il mare restituisce reti stracciate
pesci petrolio uranio.
Si innalza la cupola di San Pietro
sopra Via Veneto e irte si disegnano
le guglie del Duomo sopra via Bagutta
cibi vini profumi diamanti pellicce
mentre in Piazza San Marco
Pulcinella intreccia danze effimere
sotto l’occhio gelido della luna.
Non era questo il sogno dei giovani
caduti per le colombe e le spighe
ne crescano altri ancora a migliaia
per realizzare quel sogno.


Bruna Sibille-Sizia