Presa di Cabella (13 luglio 1944) Il 12 luglio 1944, a sera inoltrata, Primula Rossa riceve
un invito da Remo a recarsi subito alle Capannette perchè si voleva
attaccare la caserma di Corbella, in val Borbera. Partì subito
con una ventina di uomini. Raggiunse le capannette il mattino seguente.
Il comando dell'azione fu affidato a "Folgore". La forza, una
trentina di uomini in tutto, fu divisa in piccole squadre da 5 uomini
ciascuna. Giunte alle porte del paese, queste squadre avrebbero avuto
il compito di accerchiarlo,mentre Folgore, Primula Rossa e altri 3 uomini
avrebbero assaltato l'albergo dove solitamente pranzavano gli ufficiali
della Brigata Nera. Per l'attacco concentrico le varie squadre avrebbero
dovuto aspettare il segnale di Folgore. Purtroppo qualcuno lasciò
partire involontariamente una raffica. Venuto meno l'effetto sorpresa
sembrava tutto fallito e fu un momento di generale disorientamento e di
panico. Fu allora che Primula Rossa, pensando all'effetto che una così
misera figura avrebbe prodotto sui suoi uomini, si afferrò ad una
disperata decisione. Prese uno dei borghesi presenti, gli puntò
l'arma nella schiene e gli ordinò di guidarlo alla caserma. Appena
la scorge si mette a sparare contro le finestre ed ordina ai suoi uomini
di fare altrettanto. Il nemico si difende. Da ogni finestra parte un fuoco
infernale. Incurante del pericolo, quasi fuori di se, Primula Rossa se
ne sta in ritto in piedi, nel bel mezzo della piazza, e continua a sparare
e urlare. Tra il fischio delle pallottole e lo scoppio delle bombe a meno,
scorge a pochi passi, dietro ad un muretto, tre militi. Erano stati colti
fuori, di pattuglia, dall'azione improvvisata. Si butta loro addosso.
Si arrendono senza porre resistenza. In malo modo li spinge verso la porta
della caserma. Scoppia loro vicino una bomba a mano. Rimangono leggermente
feriti lo stesso Primula Rossa e due dei tre militi. Nessuno ci fa caso. |