QUANDO
L'infanzia di mio nonno , fu uguale
a
quella di tutti gli altri bambini
della
zona e soprattutto dell’epoca;
allora
non esistevano giocattoli da
comprare
nel negozio sotto casa, e
nemmeno
c'era l'asilo dove imparare le
prime
nozioni di scrittura , l'unico
modo
per poter passare le giornate
senza
infastidire il lavoro dei
genitori,
era quello di costruirsi i
giocattoli per conto proprio.
Si
prendevano
quindi alcuni pezzi di legno,
li si squadrava grossolanamente e con
qualche
chiodo arrugginito trovato
in
giro per casa si poteva costruire un
rudimentale
aratro , magari utilizzando poi
anche
un vecchio cucchiaio che la mamma
non
adoperava più e che fungeva da vomere.
Molti
anni più tardi anche io , assieme
ai
miei cugini, con lo stesso sistema
costruivamo
invece trattori e macchine
per
la trebbiatura, e questo poichè
nel
frattempo , la tecnologia aveva
fatto
passi da gigante. Mio nonno non
sapeva
nemmeno come erano fatti i
trattori;
allora il lavoro dei campi
era
eseguito dal contadino e dalle sue
inseparabili
vacche , quasi sempre
romagnole
o marchigiane, che in coppia
per
due tiravano l'aratro lungo il
campo,
e lentamente preparavano la
terra
a ricevere il grano o qualche
altra
semente.
Il
lavoro era fatto con calma,
lentamente,
come lento era lo scorrere
del
tempo e delle stagioni, che
segnavano
con i loro colori e i loro
profumi
le scadenze a cui tutti
dovevano
adattarsi. Mia nonna mi
raccontava
spesso che esistevano due
tipi
di mucche, una era chiamata vacca,
ed
era quella addetta al lavoro
faticoso
dei campi o al traino dei
birocci
con cui si trasportavano fieno
e
altri materiali, l'altra si
chiamava
“mungana”,
ed era sempre una mucca adibita
alla
produzione di latte che veniva poi
utilizzato
per allevare i vitelli , oppure
per
produrre il formaggio.
Al
contrario delle odierne bovine relegate
in
stalle a stabulazione fissa e che non vedono
mai
il sole ed il cielo su di loro,
quelle
dell'inizio secolo erano trattate sempre
alla
stregua di membri della famiglia, il loro lavoro
era
importantissimo, sia che alleviassero
il
peso delle fatiche dei campi, sia che
producessero
latte per formaggi o
ricotte,
dato che la scarsità di negozi di
alimentari,
come oggi li conosciamo,
costringeva
a produrre tutto da soli: verdura
pane
, frutta ed altro.
La
stalla era una delle zone più
importanti
della casa, in essa erano
ricoverate
le speranze e soprattutto
parte
dell'esiguo capitale dell'agricoltore.
Se
una mucca moriva,
era
una tragedia per tutta la famiglia,
e
bisognava rimpiazzarla subito
spendendo
soldi che avrebbero potuto
essere
utilizzati in altro modo.
Quando
ci si recava ad una delle
innumerevoli
fiere che si tenevano
allora
per il commercio e per la
compravendita
di vacche, si doveva fare
molta
attenzione a non prendere una
bidonata.
Le frodi erano
frequentissime,
soprattutto nei
confronti
di un povero contadino
analfabeta,
per cui ci si rivolgeva
sempre
ad un sensale , che contrattava
al
posto dell'acquirente il prezzo
dell'animale.
Tra
le tantissime vacche in vendita ,
occorreva
poi controllare che quella
acquistata
fosse destra o mancina,
questo
perchè se una vacca era abituata
a
tirare l'aratro trovandosi a destra ,
difficilmente
poteva cambiare di
posizione
senza diminuire per alcuni
giorni
il suo rendimento. Per cui se
per
caso era morta una mancina ,
bisognava ricomprare una mancina.