LA TELEVISIONE
La nostra è stata una delle prime famiglie
ad avere la televisione a Casenuove; mio nonno
comprò un apparecchio in bianco e nero nel 1961,
poi dopo pochi mesi lo sostituì con un altro
modello, della Mivar, perchè il primo si era
dimostrato difettoso nel funzionamento.
Fu collocato su di un carrello con due pianali
in vetro: quello superiore sosteneva il televisore
vero e proprio, quello sottostante invece fungeva
da supporto per lo stabilizzatore di corrente, uno
scatolotto metallico e pesantissimo che aveva il
compito appunto di stabilizzare la tensione della
corrente elettrica che al tempo era decisamente
ballerina e che con il suo interruttore accendeva
anche la tivù perennemente attaccata a lui e non alla
presa elettrica nel muro.
Sopra il TV mia mamma sistemò una tendina di stoffa a
fiori, arricciata con graziose ondine e aperta nel mezzo,
veniva sollevata solo quando si accendeva l'apparecchio,
quasi fosse un siparietto che segnava l'inizio
delle trasmissioni. Alcuni anni più tardi, sulla tendina
fece la sua comparsa anche una strana lampada
dalla luce rossa, era un regalo di una nostra parente
di Milano e stando alle notizie più aggiornate, la
sua funzione era quella di non affaticare la vista:
certamente una Beghelli antesignana.
Non ho mai capito poi perchè la vista si doveva affaticare
se le trasmissioni cominciavano nel pomeriggio e verso
le dieci di sera erano già terminate? L'attesa, davanti
al monoscopio RAI,che cominciassero le trasmissioni
pomeridiane per i ragazzi era ormai il nostro
passatempo preferito; conoscevamo tutto di quell'immagine:
i quadratini a strisce sempre più sottili, i vari numeri
che indicavano le frequenze, i quattro raggi attorno al
cerchio centrale come se fosse il sole vero e proprio.
Oltre a noi piccoli comunque, anche gli adulti seguivano
con interesse alcuni programmi, quello preferito dal nonno
era certamente il telegiornale delle venti, guai a chi parlava
durante la diffusione delle notizie; seguivano poi le
Tribune Politiche sempre appassionanti in quei periodi
di acceso bipartitismo PCI DC.
Noi dal canto nostro ci divertivamo con la Tv dei ragazzi
che nelle prime ore del pomeriggio offriva telefilm
e a volte cartoni animati.
Rintintin l'eroico cane pastore tedesco ed il sergente Custer,
Flipper il delfino del meraviglioso mondo acquatico
dell'Australia o della Florida (non ricordo bene), a volte
qualche comica di Ollio e Stanlio oppure i cartoni di
Gustavo che se non sbaglio erano di una casa di produzione
dell'Europa dell'est.
Il martedì subito dopo mezzogiorno c'era "Oggi cartoni animati"
ed il sabato nello stesso orario "Oggi le comiche", questi
erano due appuntamenti che non potevo assolutamente perdere
anche se andavo a scuola,e difatti non li ho mai persi
perchè avevo la fortuna di abitare a solo trenta metri
dalla scuola stessa.
Ben pochi programmi come il Festival della Canzone Italiana
di Sanremo sapevano attirare l'attenzione di così tante
persone anche negli anni sessanta, ed immancabilmente
ogni anno la casa si riempiva di improbabili cantanti e
impazienti spettatori desiderosi di imparare il ritornello
della canzone vincitrice.
Non meno di venti trenta persone si accalcavano nella
stanza dove era posta la televisione, portando anche
le sedie da casa visto che le nostre non erano sufficienti
per tutti i presenti; il vociare era talmente caotico che a
volte si stentava a sentire la musica delle canzoni dal
piccolo altoparlante dell'apparecchio anche se il volume
era tenuto a livelli considerevoli, ma si sa, allora la
parola Hi-Fi non aveva alcun significato.
La cosa andò avanti così fino agli inizi degli anni 70,
quando altre famiglie cominciarono a dotare le loro case
del desiderato elettrodomestico: in poco tempo la calca
diminuì ed alla fine ci ritrovammo, un poco spaesati,
a guardare i festival da soli. Ci facemmo l'abitudine.
E' proprio vero che il troppo benessere uccide
le relazioni sociali.