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Rinascere

Di: Chiara Rubiano

Chiara Rubiano ha solo vent’anni e fin da piccola ha sognato di poter diventare una scrittrice o  poeta. Afferma che la lettura e la scrittura sono i suoi più grandi interessi: quando scrive ritrova la sua vera essenza, perde il contatto con la realtà e si rifugia nella dimensione artistica.

La sua ispiratrice prima è la Sardegna, isola molto amata (anche Cardarelli l’amava tanto da dedicargli uno dei suoi canti più belli), e dove ha sempre trascorso le vacanze estive. Altre parlano di problemi quotidiani, di realtà umane spesso difficili da comprendere. 

Isabel Allende sostiene che: “per capire la vita ha necessità di scrivere”. Forse questo è l’obiettivo di Chiara Rubiano, che sa di non avere pace fino a quando non vedrà pubblicato qualche suo scritto.

Viaggiando attraverso l'universo Internet quale ricercatore di talenti ho incontrato non tante occasioni allettanti: è difficile trovare poesie che siano tali e quando ne trovo una mi ci butto sopra come un portiere di calcio sul pallone, per non farlo entrare in rete. Ho occasione di leggere più volte nemmeno pensieri, che qualcuno chiama “pomposamente” poesie ma Poeti veri, coloro che lasciano eccellenti ritratti, sono veramente pochissimi. Spesso ritorno sulla stessa poesia per convincermi che lo sia, ma più ci ritorno e più mi rendo conto di perdere del tempo prezioso.

Malgrado tutto, insisto fino a quando incontro il canto che emette musica reale e musicalità per il cuore. Mi spiego. La musica reale è quella che suonano i versi con la loro perfetta metrica, quella virtuale e la musica che suona il cuore quando i versi lo penetrano e lo fanno galleggiare come una nuvola nel terso cielo, specialmente quando hanno un sapore indescrivibile che, per la specificità umana, ravvicinano al nostro cuore il canto spiegato del grande Artista.

“Deserto verde

amato prato,

lassù, dove il pensier mio

ritorna nelle notti invernali” .

Echeggia è vero, l’eco di Leopardi: “Tanto caro mi fu quest’ermo colle…” ma afferma anche il suo pensiero vi ritorna solo nelle notti invernali. Sono versi che oltrepassano l’astrattismo trionfante per fermarsi nella cosiddetta “Poesia visiva”

“Odo ancora grida di gioia,

sento sulla pelle i raggi del sole,

dietro quell'amena collina,

declinanti insenature

ora frastagliate,

ora regolari”.

E’ sempre il Poeta di Recanati che continua a bussare alla porta del cuore di Chiara, per poter compiere il ritratto tramite il pensiero che vaga per la collina e le penetra nell’anima attraverso i raggi del sole. Allora si vede in un bagliore di lampo immagini lucidissime, dalle quali balzano dal suo pensiero al nostro cuore di lettori, parole rasserenanti e consolatrici.

“Esser lì è rinascere,

respirare senza vivere,

pronta a prendere il volo

come gabbiano libero;

o inabissarsi tra le onde

come delfino,

solcando quelle dolci acque,

senza il tacito tocco

delle umane sofferenze”.

Seppure confuso, contrariato, meravigliato della ostinata presenza del recanatese e dell'insolita apparizione delle sue opere, Chiara reagisce piuttosto come se volesse difendersi, e vede in Leopardi quel rappresentante che porta la sua arte non più come un gabbiano libero, ma inabissarsi tra le onde; e lo afferma con ardore.

Un tale ardore lo incontreremo ancora, più avanti, secondo la mia opinione, ma non esiste in tutta l'opera della Rubiano. Ma è questa la mia missione, e tanto più la mia intenzione, di esprimere giudizi su una situazione critica e nello stesso tempo non molto divertente, nel sapere la Rubiano in lotta per sedare la diatriba accesa tra l’Io creativo, che le porta alla memoria, i versi del Poeta di Recanati, e il Sé razionale che vorrebbe cancellasse tutti i vocaboli, gli aggettivi, le espressioni linguistiche che ricordano il Grande. Durante la lotta, Chiara non ha potuto, o voluto ascoltare il Sé razionale, altrimenti avrebbe ricordato che la stona della letteratura universale e quella dell'arte si chinano con umiltà davanti alla creatività poetica, concedendo tanti privilegi da rendere ridicolo ogni mio commento.

“Qua è lontananza,

ma ad occhi chiusi

mi pare di odorare

quel profumo salmastro

quell'essenza stessa della gioia.

E' rinascere sulle ali del ricordo,

dipingendosi in cuore

quel dolce paradiso,

ora più che mai deserto”.

I versi sono di una pregnanza unica ed ampiamente documentata, nella quale è definita la poesia della Rubiano attraverso le sue caratteristiche più autentiche: la disperazione pacata, l'atonia, la mestizia solitaria, il mito del tempo immobile, il mito del mare quale variazione senza mutamento, l’essenza stessa della gioia quale illusione e sogno, rifiutando energicamente la sonorità dannunziana. Vista come poeta classico ed insieme moderno, Chiara Rubiano si ricollega, senza alcun dubbio, a Leopardi, e crea nello spazio della poesia contemporanea un modo poetico di un'autenticità, di una profondità e di una musicalità del verso inconfondibili. Malgrado tutte le difficoltà riscontrate, le soluzioni trovate, benché siano un po' rigide e stridenti, ma allo stesso tempo autentiche e naturali, e più in conformità con le usanze della lingua parlata.

Reno Bromuro

 

 

 

 

 

 

 

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