Ritorna alla Home Page di: Poeticamente

"Le recensioni qui presentate sono tratte dalla Mailing List di Poeticamente"

Mietitura

Di: Rocco Chinnici

 

Rocco Chinnici, è nato a Belmonte Mezzagno, un paesino di circa diecimila abitanti, dedito all’agricoltura. Il paese, disteso in una vallata, è circondato dai monti che sovrastano Palermo, «sembra, come un bimbo in una culla, dormire beato un lunghissimo sonno».

Le prime notizie su Belmonte risalgono al 1400 quando ancora era un feudo di proprietà della famiglia Afflitto, come risulta dal testamento fatto a Palermo il 2/10/1439 da Pietro Afflitto il Vecchio presso il notaio Luca Lombardo.

Diversa è, invece, l’origine dei Chinnici nella nostra isola. «Sembra che nel 1720 circa, nel porto di Palermo, – gli raccontava il Magistrato Rocco Chinnici  suo omonimo e caro amico, ucciso poi barbaramente dalla mafia, - sbarcarono, provenienti dall’Inghilterra, un gruppo di gente; non si seppe con certezza se questi venivano per commercio o per altro. Dopo tanto vagare;  arrivarono a Sommatino. Non sapevano in paese il perché della loro venuta, il motivo insomma che li spinse là; erano tempi in cui la Sicilia era invasa da popoli diversi; di certo, gli abitanti del paese, capirono che intenzione dei nuovi arrivati era quella di rimanere a Sommatino. Il tempo passava; al Comune decisero che dovevano regolarizzare anagraficamente i nuovi ospiti, e come? Con quale nome, se nemmeno li conoscevano? E intanto che si pensava il da fare e quale nome loro assegnare, il Sindaco ebbe un’idea geniale, disse: «li chiameremo Chinnici!» Erano quindici, infatti, nel gruppo; ed è così che ancora oggi difatti si pronunzia, il numero 15».
«
A circa 30 anni (ci racconta Patrizia Milici), Rocco scrive il suo primo dramma dal titolo «Il seme del male», il cui successo ha solidamente inaugurato la sua futura attività. Da allora, infatti, ha continuamente mantenuto questo amore e questo interesse per il teatro che lo ha portato a rappresentare anno per anno, in diverse zone della Sicilia, le proprie e gli scritti di altri geni. Leggendo le sue opere possiamo rintracciare degli elementi salienti che sono proprio del genio che le ha composte. Si tratta di valori fondamentali come la famiglia, le tradizioni, la lotta contro la mafia. Ancora oggi continua a lavorare in ambito teatrale dirigendo l’associazione da lui stesso fondata: “La Bottega dei Sogni”, associazione culturale a sfondo teatrale che ha tra l’altro potuto beneficiare, per la realizzazione di alcune opere, della collaborazione di grandi nomi tra cui, per tanti anni, quello di Accursio Di Leo. maturità.             Patrizia Milici

Quante cose mi accomunano a Rocco Chinnici, oltre al laboratorio teatrale con i bambini delle scuola media inferiore, anche la mietitura e questa mi riporta alla mente la «spigolatura».

La spigolatura mi permetteva di pagarmi le tasse scolastiche per sostenere gli esami da privatista, inoltre c’è da aggiungere il percorso, di quattordici chilometri da Paduli (mio paese natio), a Benevento, a quel tempo a Paduli c’erano solo le elementari, a volte fatto di corsa per non fare tardi a scuola. E quando andavo a spigolare, c’era sempre un «caporale» che mi si piazzava alle spalle e se per caso mi sfuggiva una sola spiga era capace di farmi ripercorrere tutto il solco per vedere se ne avessi lasciate altre; ma questo è un altro discorso.

«Con in pugno le falci

son pronti,

i lor corpi scarnosi

già inclini:

mietono, mietono, mietono».

La vita civile, considerata nei rapporti umani, nel connettersi e nel relazionarsi degli individui che costituiscono la società, gode, oggi dell'evoluzione psichica determinante il progresso storico dell'umanità, e conseguentemente, della poesia e tutto ciò che l’arte abbraccia sotto questo nome, dando dei grandi contributi al miglioramento apportati all’umanità sia dalla  scienza sia dalla filosofìa.

Il telefono, il telegrafo, il treno, l'aeroplano, la radio, il cinema, l'automobile, la televisione, il cervello elettronico e tutti i portati della scienza sono la manifestazione del progresso, sono le tappe raggiunte dall'uomo nell'evolversi della sua vita e della vita della società, sono fenomeni attestanti il progresso evolutivo inteso nel senso più vasto e comprensivo, che la poesia aveva inavvertitamente e forse, a volte volutamente anticipato.

La filosofìa e la scienza sono le matrici del progresso, sono i valori determinanti il processo evolutivo sociale; la filosofia quale metodologia e conoscenza di cause e di fini e sintesi, la scienza quale manifestazione reale, grazie alla quale la problematica filosofica acquista funzione, significato, senso pratico, ma senza la poesia non saprei come definire questa evoluzione scientifica. E’ la poesia che nella sua creazione tutto disincarna, perché il Poeta è il più grande e inquietante dissacratore della realtà oggettiva.

Eppure, i tre verbi martellanti: « mietono, mietono, mietono», s’inseriscono più nella realtà concreta della vita più aspra che l’uomo vive, che non alla creatività fantastica del poeta.

«E' il sole, già alto,

che batte coi raggi cocenti

quei corpi

che mietono, mietono, tanto».

Il nostro discorso riguarda in particolar modo la poesia della natura e la filosofia dell'uomo, che un tempo erano chiamate cosmologia e psicologia.

Se la poesia del Chinnici si correla alla concretezza della vita reale, si risolve in astratta esercitazione logica, si riduce a puro giuoco logico in cui dati alcuni presupposti, intesi quali punti di partenza o punti di arrivo, conduce a un processo logico a carattere induttivo o deduttivo rigoroso, proprio perché connesso con la realtà. Una poesia della natura e dell'uomo non correlata alla sua natura si muove e si articola su valori logico verbali, su segni fonici a carattere convenzionale e immaginistico che vengono, per assunto, considerati e sostenuti quali valori reali. Ma questi valori logico verbali non sono validi per una trasfigurazione poetica della realtà e vengono da questa considerati assolutamente privi di contenuto.

«Fuoco

sprigionan le crepe,

apertensi in terra, d'estate.

Roventi

son'anche le falci

che stringono in pugno,

mentre mietono, mietono ancora»
Questi versi forse non riemergono da un contenuto reale e mantengono fede alla vita di tutti i giorni, pur non avendo la trasfigurazione poetica necessaria perché il lettore possa trarre dai versi le immagini che dovrebbero accompagnarlo nella lettura?

La Poesia nel senso da me inteso deve vivere la medesima problematica e deve avere il medesimo scopo: il vero, non convenzionale ma reale; il bene quale armonia che da felicità e benessere, tutto trasfigurato in Arte; un’Arte che dia sollievo allo spirito. È indiscutibile che non può esservi progresso dove non vi sia ricerca, dove non vi sia evoluzione nel campo della letteratura, dove non vi sia processo nel campo artistico; processo questo che si muta, nella prassi, in processo e progresso storico sociale e storico civile.

«I covoni

ora a terra son pronti;

il sudor dalla fronte che scende;

lento,

il sole lontano tramonta;

i loro occhi ora volgono in cielo

e ringraziano assorti il buon Dio»

Sempre più l'uomo, si rende padrone della natura e riesce a dominarla scientificamente rispettando e struttando le sue leggi; sempre più l'uomo, procedendo su questa strada, fa tesoro dei segreti che trae dalla natura, dando a sé e ai propri simili un reale miglioramento, raggiungendo sempre più una maggiore e più completa visione della vita e del perché delle cose, del comportarsi dei particolari esistenti, delle possibilità funzionali dei singoli elementi che costituiscono la complessa oggettività nella quale l'uomo vive e nella quale si muove.

Poiché credo che ci si debba opporre fermamente al tentativo per stabilire nel mondo della cultura, una cultura, cosiddetta ufficiale, cioè rappresentativa, espressione autentica, direi autorizzata dalla vita del nostro tempo; e un'altra che invece non lo sarebbe, giudicata occasionale o superata o, come si dice, staccata, dimentica delle istanze vere della nuova società. Io credo che tutto quanto si va creando di efficiente, diciamo pure di valido, per usare i termini in voga  oggi, è necessariamente un’espressione, una voce del nostro tempo, si dichiari o no impegnata, è per lo meno materiale utile per stabilire il panorama del nostro tempo.

Reno Bromuro

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna alla Home Page di: Poeticamente

Ritorna all'indice di: Poesie & Recensioni

Leggi la Poesia recensita