Chiara
Rubiano
è nata il 31 Maggio 1981 a Moncalieri, in provincia di Torino.
Ha
conseguito la maturità Classica e attualmente è iscritta al corso di
laurea in Scienze
Internazionali – Diplomatiche. Collabora nel tempo libero ad alcune
testate, a livello locale e universitario. Il suo sogno è di poter
diventare giornalista o scrittrice. Ama leggere e scrivere poesie,
articoli, racconti. E' molto interessata alla letteratura, filosofia, alla
storia, in particolare a quella più recente. Adora la sua famiglia, gli
amici, il suo cagnolino.Tutti questi diventano per lei argomenti delle sue
poesie. Ha un carattere a volte solare, altre solitario, che la porta
all'introspezione e a porsi continue domande sull'esistenza, il nostro
ruolo nel mondo, il futuro. Odia i cambiamenti, dinanzi ai quali
preferisce la fuga, per rifugiarsi in un suo mondo fatto di
riflessione
e poesia, in cui ritrova se stessa e riesce a comprendere la realtà che
la circonda. Predilige la lettura di poeti come Leopardi, Montale e
autori contemporanei, quali Buzzati, Allende...
Abbraccia,
conoscendone l’intima essenza, il compito dell’Arte, quella che ebbe
sempre di mira il Rinascimento, quel gran torrente di luce che, ritornando
allo spirito classico dei Greci e dei Latini, convogliò nell'arte tutto
il pensiero umanistico e ne illuminò il mondo: tale compito e tale
oggetto Chiara si prefigge, come fanno sempre tutti gli artisti,
specialmente quelli a Lei cari, se vogliono riportare l'arte alla sua vera
missione storica di collaboratrice e di consolatrice della coscienza
umana.
«Sferragliare
di rotaie
incrocianti
sguardi sfuggenti,
a
volte maliziosi
a
volte compassionevoli.
E'
un vagare senza meta,
quasi
cercando un senso perduto,
inetto,
sgualcito passo
nella
giungla metropolitana.
Sospesa
è la ragione
durante
l' insulsa fuga
da
quel tarlo interno
che,
lentamente, si insinua, stride
in
ogni singola vena,
in
ogni linea del viso
ora
sconsolato, fisso
su
un deserto morale».
Ecco
perché ora possiamo essere certi di trovarci alla presenza di una vera e
propria opera d'arte quando in lei riscontriamo i segni indelebili di
tanta luminosa fatica, per la quale, con volo superbo e sicuro, può
benissimo sfidare l'azione corrosiva e devastatrice del tempo, conservando
sempre quel suo carattere universale e fondamentale che la rende, diciamo
così, «autoepifanica», vale a dire atta a manifestarsi da sola a
tutte le anime semplici,a quelle anime cioè che sono scevre e libere da
ogni preconcetto e da ogni acidità di critica impotente e stolta.
«E'
un vagare senza meta,
quasi
cercando un senso perduto,
inetto,
sgualcito passo
nella
giungla metropolitana».
Necessariamente
pronta per raggiungere l’alto ideale. L'artista, «pur vagando
senza meta», non può limitarsi alla pura e semplice osservazione
del fenomeno o del soggetto artistico; ma, con uno squisito senso
d’umanità. deve studiarlo e scrutarlo in ogni sua fase, in ogni suo
atteggiamento ed in ogni suo sviluppo, in modo da poter fare continua e
vigile opera d’ispezione e, nello stesso tempo, d’introspezione, per
suscitare, stimolare ed attivare quella simpatia, quella affinità, quella
corrispondenza amorevole e fraterna che esiste e corre fra le grandi
anime, le grandi idee e i grandi sentimenti, proprio come lo sferragliare
del treno facendo attrito sulle rotaie.
«Non
c'è posto per te, lume;
l'istinto
guida i sensi,
lui
dirige il passo.
Gocce
di cuore,
lacrime
di respiro, affannato
da
quella ancora irrazionale fuga.
Ma
da chi scappare,
se
non dall'orco Amore,
dall'
io inadatto,
dall'insicuro
dialogo di sguardi,
foresta
impraticabile
per
un'anima paurosa del domani
insoddisfatta
dell’oggi»;
le
anime sono grandi, non per i doni che hanno ricevuto da madre natura; non
per le investiture di benefici e d’onori che hanno potuto ottenere o
carpire dai potenti; non per la luce riflessa che, in ogni modo, esse
possano tramandare; che anzi, tali doni e tali benefici spesso influiscono
sinistramente sulla condotta morale e sociale dell'individuo col
peggiorarne i difetti. La grandezza delle anime si misura unicamente dalla
quantità maggiore d’aiuto e d’apporto che esse recano sia alla società,
che ai singoli elementi nello sforzo continuo che questi sono chiamati a
compiere durante l'aspro e difficile cammino per scoprire le fonti sicure
della verità, per attingere quelle della vera bellezza, per venire in
possesso e diffondere sempre e ovunque quello spirito di bontà che,
vivificato e santificato dal lavoro, dal sacrificio e da una fede,
costituisce di per se stesso la base granitica ed il fulcro alla esistenza
e allo sviluppo graduale, ma decisivo dell'umano consorzio.
«Il
passo si arresta:
turbine
avvolge gente, menti, grida, rabbia.
Si
può arrestare la furia dell'andare?
Solo
il domani ne darà risposta,
la
comprensione aiuterà le Erinni
a
volger in dolce cammino
l'innaturale
fuga.
Ogni
risposta
giace
per ora nel mare del dubbio,
cercando
quella mano,
quella
parola di stima, unica, soave
che
potrà dirigere il passo».
A
proposito di doni di categorico cristiano e sociale, che «giace
per ora nel mare del dubbio»,
del nostro
destino: «Chi più ha ricevuto più deve dare». Colui che, si
sottrae a tale comandamento, non solo tradisce la causa comune, ma
tradisce anche la propria missione ed il proprio avvenire.
Le idee ed i sentimenti sono grandi solo quando, nutrendosi di sacrificio
e di spasimo, si mettono a servizio delle più eccelse virtù e ne
diventano i veri sostenitori ed i collaboratori migliori.
«Ogni
risposta
giace
per ora nel mare del dubbio,
cercando
quella mano»,
ora
l'artista sente potente la presenza e la prestanza della sua grande anima
che suscita ed attiva quella fraterna corrispondenza e collaborazione, in
tutto ciò che lo circonda e lo interessa deve avvertire e sentire il
possente respiro della vita, ma anche, e soprattutto, l'eterno sospiro del
Creato verso una sola idea che tutte le altre compenetra e concentra,
verso una sola legge che tutte le altre riunisce e compendia, verso una
grande luce che tutto illumina e tutto riscalda, verso l'amore.
L'amore!...
Il sentimento più bello e più sano ferma la «FUGA» e ammira quella
luce e quella fiamma inestinguibile della vita, che dev'essere luce e
fiamma inestinguibile dell'arte.