Una
leggera malinconia talora m'affligge: vorrei
cacciarla adorando sensibilmente DIO, in
contemplazione appartata e sublime, ma
non posso pił carpire come un tempo questa
gioiosa fremente divina sensazione.
Sono
richiamato pił dal ricordo antico che
dal cuore a cogliere il Suo sguardo, ad
interpretare l'infinito suo orizzonte entro
cui scorre la mia ed altrui vita.
Scrivo
ancora di Lui Ineffabile Eterno e
quando m'accingo, quasi incredulo, vedo che
scorre la mia penna senza pentimenti.
Poi
rileggo assorto i miei divin pensieri, quasi
non li riconosco da Lui ispirati; allora
esplodo in un sommesso grido: Diosanto!
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