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COME IL VENTO

Di: Flavio Zago 

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Il seme di maggio è tra noi,
più avanti il suo cuore lo farà vegliare,
più in là il suo orgoglio lo farà scoprire
e l’occhiuta betulla, sorridendo m’addormenterà.

Piccina mia, che guardi e non intendi
ascoltami, ti prego, non danzare sul mio cuore:
i tuoi capelli si poggiano sull’aria,
ma le bisacce colme, s’infrangono ai tuoi piedi.

La casa dei fiori non apre più le porte;
anche il sole deve entrare di soppiatto,
da fessure,
dove una brezza che sussurra appena,
ritrova vecchie crepe scure, dimenticate.

Ma né sole né fiore ti fanno signora
né il futuro ti vede presente.
Solo qualche ricordo, qualche ruga sul mio muro,
qualche brivido che torna, e mi concedo.
Solo istanti. Già.
Solo.

Come vento, se ascolti,
come fremito di foglie la mia pelle,
al bisbiglio incauto che il tempo manda.
E come nube diventa goccia, il pensiero si fa lacrima.

Momenti. Anni. Anni, in quei momenti !

Poi, impietoso, il vento che porta,
porta via.
Protetto dal mio fiato umido, il seme si farà fecondo;
e, delle nuove radici, la giovane linfa,
lei no, non svaporerà.
  

 

Flavio Zago

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