Pier Maria Pasinetti: la biografia

Pier Maria (P.M.) Pasinetti (Venezia, 24 giugno 1913 - 8 luglio 2006) è stato giornalista, romanziere e docente.

Nella famiglia Pasinetti, Pier Maria non è il solo a distinguersi per talento artistico: la madre Maria Ciardi era figlia del noto pittore Guglielmo e sorella di Emma, anch'essa apprezzata pittrice. Sarà quest'ultima a prendersi cura di Pier Maria e del fratello maggiore Francesco alla morte prematura (1928) della loro madre. A sua volta Francesco (Venezia 1911 - Roma 1949) è un famoso cineasta, cui va, tra gli altri meriti, quello di aver redatto nei tardi anni '30 la prima storia della cinematografia italiana (il premio Pasinetti è tuttora assegnato ogni anno al Festival del Cinema di Venezia).
Il padre Carlo, primario ospedaliero, è figura molto stimata in città non solo per i meriti professionali ma anche per la cordialità e l'arguzia del carattere; molto amante della musica, ne trasmette il piacere anche ai figli, i quali crescono in un ambiente ricco di affetti e di stimoli, liberi di sviluppare la loro fantasia in molte iniziative.
Pier Maria è portato prevalentemente per la letteratura. Dopo la maturità classica conseguita nel 1930 presso il liceo Marco Foscarini, si iscrive alla facoltà di Lettere dell'Università di Padova. Inizia a diciannove anni a pubblicare articoli (di critica cinematografica ma non solo) sulla rivista Il Ventuno - Gazzetta di Poesia, fondata nel febbraio del 1932 insieme al fratello, e a partire dal 1934 pubblica i suoi contributi anche sulla terza pagina della Gazzetta del Popolo, alla quale collaborano nomi illustri quali Gadda e Montale.
Nel 1936, dopo essersi laureato in Lettere a Padova con una tesi su James Joyce dal titolo L'artista secondo James Joyce (per la cui stesura aveva a lungo soggiornato in Inghilterra e Irlanda fra il 1933 e il 1935), si reca per la prima volta negli Stati Uniti per studiare letteratura presso la Louisiana State University, e l'anno successivo vi consegue il Master of Arts in Letteratura inglese. In quel periodo frequenta il poeta e scrittore Robert Penn Warren del "Sodalizio Sudista" ("Southern Fellowship"), sulla cui rivista ("Southern Review") apparirà il primo lavoro di narrativa di Pasinetti in inglese, il racconto Family History.
A questa prima esperienza americana fa seguito un soggiorno in Germania, dove il 9 novembre del 1938 sarà testimone della Krystall-nacht, della quale rievocherà l'indelebile ricordo in un capitolo del romanzo Rosso veneziano.
Prima della guerra, è per frequenti periodi a Roma, dove il fratello ha contribuito a fondare il Centro di Cinematografia (che arriverà anche a dirigere brevemente, fra il 1948 e il 1949, anno della sua morte improvvisa) e lo introduce all'ambiente del cinema. Fra i cineasti con cui entra in contatto, vi è Michelangelo Antonioni, al quale si lega con una intensa amicizia e che diventerà anche suo parente in seguito a vicende matrimoniali familiari (Antonioni e Francesco Pasinetti sposano due sorelle, rispettivamente Letizia e Loredana Balboni). Fra il 1939 e il 1942 collabora a tre riviste: Cinema, Primato, Bianco e Nero. Gli ultimi articoli per Primato, reportages raccolti nella rubrica Quaderno tedesco, li invia dalla Germania dove è lettore di italiano a Göttingen fra il 1940 e l'inizio del 1942.
Il suo primo libro in italiano, una raccolta di tre racconti intitolata "L'ira di Dio", viene pubblicato nel 1942 da Mondadori, e l'Autore lo dedica al padre, che era mancato nel 1939.
In quello stesso anno, è lettore di italiano a Stoccolma; soggiorna in Svezia fra il 1942 e il 1946, e lì intreccia una intensa relazione sentimentale con Käbi Laretei, giovane pianista e intellettuale, tuttora vivente e molto nota nel suo Paese e sulla quale è consultabile una pagina di Wikipedia.
Dopo la guerra, nel 1946, torna negli USA, dove insegna per un breve periodo al Bennington College di Philadelphia. Studia con René Wellek e ottiene presso la Yale University un dottorato in letteratura comparata (il primo mai concesso).
Nel 1949, la morte improvvisa dell'amatissimo fratello Francesco, fin dall'infanzia suo migliore amico e suo complice, costituisce un trauma profondo che gli farà definire la sua perdita come "la tragedia che ha segnato la mia vita"; a Francesco dedicherà, anni dopo, il suo primo romanzo Rosso veneziano.
Nello stesso anno, accetta il ruolo di docente di letteratura comparata e di lingua italiana presso l'UCLA (University of California, Los Angeles), dove insegnerà per quasi quarant'anni e dove contribuisce a fondare il dipartimento di letteratura comparata; per questo progetto, è generalmente considerato il pioniere negli studi interculturali della letteratura nella lingua originale. I suoi saggi su "Elogio della follia" di Erasmo da Rotterdam e su "Il principe" di Machiavelli rientrano fra i testi di studio dei corsi regolari. Nel 1957 è, con Dante Della Terza, Carlo Golino e Lowry Nelson Jr.,tra i fondatori della prestigiosa rivista "Italian Quarterly" che, tuttora attiva, continua a contare nomi eccellenti fra i suoi collaboratori. Dalla metà degli anni '60 inizia anche la sua lunghissima collaborazione con Maynard Mack (Yale), fondatore della "Norton Antology of World Masterpieces" (Antologia Norton dei Capolavori Mondiali) - collaborazione che continuerà fino ai primi anni '90. Si tratta di un'opera considerata fra i testi standard presso i college americani, e perciò usata da generazioni di studenti.
All'attività didattica e di ricerca affianca quella di giornalista e di scrittore: tra il 1964 e il 1993, Pasinetti lavora come corrispondente del Corriere della sera, dove tiene la popolare colonna "Dall'estrema America". E' del 1959 il suo primo romanzo, "Rosso veneziano" (riedito da Bompiani nel 1965 in una versione riveduta e ridotta), cui segue nel 1964 "La confusione"; quest'ultimo lavoro verrà riveduto e ampliato con un intero nuovo capitolo per essere pubblicato nuovamente nel 1980 con il titolo "Il sorriso del leone".
Nel 1968 pubblica "Il ponte dell'Accademia" (finalista al Premio Campiello nello stesso anno), e negli anni successivi escono altri sei romanzi: "Domani improvvisamente" (1971), "Il Centro" (1979), "Dorsoduro" (1983, anch'esso finalista al Premio Campiello dello stesso anno), "Melodramma" (1993), "Piccole veneziane complicate" (1996) e "A proposito di Astolfo" (2005).
Tra i diversi riconoscimenti letterari ricevuti, ricordiamo il premio del National Institute of Arts and Letters di New York, il premio Scanno (1979), il premio Amelia (1992), il premio Pisa (1993), il premio Ecureuil de Littérature Etrangère (assegnatogli nel 1996 dal salone del Libro di Bordeaux), il Premio alla Venezianità del Bistrot de Venise (2004); ha ottenuto per due volte il premio Selezione Campiello, e ha fatto parte della Giuria fra il 1971 e il 1973. E tuttavia Pasinetti ha sempre ottenuto i maggiori gradimenti di pubblico e di critica lontano dall'Italia, in particolar modo negli Stati Uniti (il Columbia Dictionary of Modern Literature definisce il suo stile "sinuosamente intellettuale, ma parlato diretto") e in Francia, dove molte delle sue opere sono state tradotte.

Accanto alla sua attività di studioso, docente e scrittore, Pasinetti coltiva anche un forte interesse per la cinematografia; giovanissimo, nel 1934 affianca il fratello Francesco - alla sua prima regia - nella realizzazione del film "Il canale degli angeli", per il quale scrive il soggetto e parte della sceneggiatura. Nel 1935 firma con l'amico Roberto Zerboni il suo primo e unico cortometraggio, "Nuvola", definito all'epoca sperimentale Nel 1952 è sceneggiatore di "La signora senza camelie" per Michelangelo Antonioni. Nel 1953 è chiamato dal regista Joseph L. Mankiewicz alla supervisione tecnica di "Julius Caesar", tratto dalla tragedia di Shakespeare; il film, di grandissimo successo, incassa premi prestigiosi. Nel 1962 è autore del soggetto di "Smog", diretto da Franco Rossi. Nel 1974 partecipa come attore a "Lucky Luciano" diretto da Francesco Rosi. Per lo stesso regista, è tra gli sceneggiatori della famosa "Eneide" televisiva del 1974. Nel 1976 il regista Marco Leto realizza la versione televisiva in 5 puntate del suo romanzo forse più popolare, "Rosso veneziano".

P.M. Pasinetti segue i suoi vari interessi ed è ancora tenacemente presente sulla scena culturale mondiale fino ad una età avanzatissima. Nel 1999 viene invitato, insieme ad altri undici autori, al ciclo di incontri Scuole di letture in biblioteca organizzato dalla Biblioteca Marciana di Venezia, raro se non unico riconoscimento da parte della sua amatissima città natale (vedi la fonte qui). La sua bi-nazionale identità come scrittore italo-americano si esprime ancora lucida quando, nell'aprile del 2000 (già quasi novantenne), tiene al Mt Holyoke College una conferenza dal titolo: "Da Venezia a Los Angeles e ritorno: spirito cosmopolita, scrittura e memoria."
Dopo essersi diviso per tutta la vita fra Venezia e Beverly Hills, ritorna definitivamente nella sua città nei primi anni 2000, e nel 2005 pubblica quello che resterà il suo ultimo romanzo, "A proposito di Astolfo". Negli ultimi anni della sua lunga vita intraprende un'altra opera, dal titolo "Fate partire le immagini", una autobiografia destinata a restare incompiuta e pubblicata postuma nel maggio 2010 a cura di Silvana Tamiozzo Goldmann e dell'Editrice Antenore.
Muore all'età di novantatre anni nella sua Venezia, l'8 luglio 2006. Dopo esequie riservate - come era nel suo carattere - le sue spoglie riposano ora, per sua espressa volontà, nella tomba di famiglia nel cimitero di Refrontolo, presso Treviso. Recentemente il corposo Archivio pasinettiano è stato donato dalle eredi veneziane Anna Ponti e Loredana Balboni e da quelle americane Murtha Baca, Francesca Santovetti e Giovanna Zamboni Paulis al Centro Interuniversitario di Studi Veneti di Venezia, con l'obiettivo di conservare la memoria e favorire la divulgazione di questo originale patrimonio della cultura del nostro novecento.


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