La Lastra 
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Il rilievo di Dorzano1, “una delle poche sculture [di età romana] rinvenute nel Vercellese e certo la più completa”2, si colloca cronologicamente in età traianea e, per l’utilizzo di alcune iconografie  specificatamente funerarie, va con ogni probabilità interpretata come elemento originariamente inserito in un monumento sepolcrale, forse riferibile ad un magistrato locale3.


 

Presenta un’articolata scena di sacrificio cruento che, nel suo complesso,  non trova riscontri nel corpus di rilievi privati di analogo soggetto rinvenuti in area cisalpina4
L’asse di simmetria della composizione è costituito da un altare, probabilmente ottagonale, attorno a cui compare una serie di personaggi intenti nella celebrazione della parte preliminare del sacrificio cruento. Nel gruppo spicca per le maggiori dimensioni l’officiante, che sorregge con la mano destra, protesa sul fuoco sacro, una patera; con la sinistra invece sta prelevando alcuni grani di incenso dall’acerra sorretta da un camillo. Un secondo attendente, affiancato da un suonatore di tibia, sta versando contemporaneamente nella patera il vino contenuto in una brocca. Il sacrificante indossa l’apex, il copricapo apicato che distingueva in ambito municipale i flamines, sacerdoti addetti specificatamente al culto imperiale.
A destra del suonatore di tibia compare un toro, condotto processionalmente all’altare da un vittimario e da un popa armato di mazza, entrambi vestiti di un corto grembiule (limus). All’estrema destra si distingue un littore, vestito di paenula,  riconoscibile per la verga che impugna con la mano destra.
Nella parte opposta del rilievo compare una seconda figura di littore, perfettamente confrontabile per l’abbigliamento e la posa con quella effigiata all’altra estremità. Completano la scena due personaggi togati di difficile interpretazione, uno dei quali stringe un volumen. Se è corretta l’ipotesi di una destinazione funeraria del pezzo, non è improbabile che possano essere identificati come membri della famiglia del defunto.
 
 
 
 
 

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1.  Inv. n.2548. Si tratta di una lastra rettangolare in marmo bianco saccaroide (l = cm 201; h = cm 73; p = non misurabile), attualmente coperta da una patina color ocra depositatasi con ogni probabilità in seguito a processi  non naturali. Lo stato di conservazione é cattivo: il manufatto è privo dei due angoli superiori e presenta forti abrasioni su tutta la superficie; si distinguono inoltre alcune linee di rottura. Lo specchio scultoreo, ribassato,  è circondato sui quattro lati da una cornice liscia. Le teste dei personaggi recano tracce di una sistematica scalpellatura, operata da destra verso sinistra, forse imputabile a un reimpiego antico della lastra.
Bibliografia specifica: 
L. BRUZZA, Sopra Vibio Crispo. Discorso del P. D. Luigi Bruzza barnabita, Vercelli 1846, pp.24-25 (con tavola fuori testo che riproduce al tratto il rilievo)
L. BRUZZA, Iscrizioni antiche Vercellesi, Roma 1874, pp.CXLVII-CLXVIII
C. FACCIO, Museo Lapidario Bruzza. Catalogo, Vercelli 1903, n.11 p.8
G. C. FACCIO, Catalogo del Museo Lapidario Bruzza, Vercelli 1924, n.11 p.9
D. LEBOLE, Dorzano, “Rivista Biellese” 2, 1951, p.26-32: p.26
I. SCOTT RYBERG, Rites of the State Religion in Roman Art, “MAAR” XXII, 1955, pp.93-94, pl.XXIX fig.43
H. GABELMANN, Achteckige Grabaltäre in Oberitalien, “AN” 38, 1967, coll.17-38: coll.20-21, 20 Abb.1
V. VIALE, Vercelli e il Vercellese nell’antichità, Vercelli 1971, pp.45, 59-60, Tavv.19-20-21
H. KUNCKEL, Der Römischen Genius, “RM”  Erg.20, 1974, p.25 Anm.60
J. RONKE, Magistratische Repräsaentation in römischen Relief. Studien zur Standes und statusbezeichnenden Szenen, BAR Int.Ser. 370, Oxford 1987, pp.168, 533 Anm.696, 709 n.128
H. R. GOETTE, Studie zur römischen Togadarstellungen, Mainz am Rhein 1990, kat.Bb 132 p.137
L. MERCANDO, Riflessioni sul linguaggio figurativo in Piemonte in Archeologia in Piemonte II (L’età romana), Torino 1998, pp.291-368: p.324.

2.  VIALE 1971, p.59.

3.   Sull’interpretazione funzionale della lastra, la sua datazione e la lettura iconografica e iconologica della scena è in preparazione un contributo specifico dello Scrivente, che rielabora la tesi di laurea Il rilievo di Dorzano al Museo C. Leone di Vercelli, discussa con il prof. Stefano Maggi presso l’Università del Piemonte Orientale “A. Avogadro” nell’a.a.1997-98. 

4.   Il corpus, piuttosto esiguo, è costituito da 15 rilievi, che si collocano cronologicamente tra l’età augustea e la metà del II sec. d.C.