La ritrattistica delle due Agrippine

 
Agrippina Maggiore                                                                                                      

       Il catalogo dei ritratti  scultorei di Agrippina Maggiore proposto recentemente da R. Tansini (TANSINI 1995, pp. 53-80) comprende 29 esemplari, che la studiosa ritiene di sicura attribuzione, databili fra l'età tiberiana e l'età claudia. Per una critica all'impostazione metodologica della Tansini, a cui non è affiancata però una proposta alternativa: ROSE 1996, pp. 353-354, in cui si sottolinea la difficoltà di proporre convincenti criteri di datazione. 
La prima analisi specifica della ritrattistica di Agrippina Maggiore fu proposta  nel 1929 da C. Anti (ANTI 1929, pp. 3-16), che individuò, nella serie abbastanza ampia di ritratti identificabili, due tipologie diverse: il cosiddetto tipo "Cirene", creato in età tiberiana, e il più tardo tipo "Capitolino", che riproporrebbe, secondo l'interpretazione dello studioso, un'immagine idealizzata della moglie di Germanico, elaborata durante il regno del figlio Caligola, per riabilitare la memoria della madre, caduta in disgrazia durante il principato di Tiberio. 
In tempi più recenti il problema della ritrattistica di Agrippina Maggiore è stato puntualizzato, anche alla luce dei nuovi ritrovamenti, nel senso di una revisione complessiva delle due tipologie individuate da Anti. La critica è oggi pressoché concorde nel negare validità al tipo "Cirene", fondandosi esclusivamente sul tipo "Capitolino", il cui prototipo non sarebbe stato creato sotto il principato di Caligola, ma nella tarda età augustea o nei primi anni dell'impero di Tiberio, quando Agrippina era ancora in vita (cf. in particolare FITTSCHEN-ZANKER 1983, pp. 5-6). Il tipo unico avrebbe subito un'evoluzione stilistica, di cui Trillmich individua tre fasi: dopo la prima redazione tiberiana, il Reichsprägung-Kapitol Typus sarebbe stato ripreso nell'età di Caligola, con l'introduzione di una lieve variante nell'acconciatura, e infine dopo il matrimonio di Claudio con Agrippina Minore (49 d.C.), in una versione che presenta una resa semplificata della capigliatura (TRILLMICH 1978, pp. 135-158). 
Accanto al Reichsprägung-Kapitol Typus esisterebbe secondo Trillmich una seconda tipologia ritrattistica della moglie di Germanico, attestata da una serie di tetradracme argentee di Antiochia sull'Oronte e da un ritratto privato conservato a San Liberato (TRILLMICH 1978, p. 54 nt. 37, pp. 155-158). 
S. Wood ha a sua volta affiancato al tipo unico di Zanker una seconda tipologia, denominata "Olimpia" dall'esemplare ivi rinvenuto, redatta in età claudia (o nei primi anni del principato di Nerone) per presentare Agrippina Maggiore in veste di madre dell'imperatrice Iulia Agrippina, moglie di Claudio. Nei ritratti pertinenti al tipo "Olimpia" l'acconciatura schematizzata e coronata dal diadema ricalcherebbe quella dell'augusta Agrippina Minore (WOOD 1988, pp. 409-426). La Tansini, nel suo catalogo,  ha proposto una seriazione cronologica dei ritratti, basandosi sugli esemplari di Leptis Magna (Tripoli, Museo) e Velleia (Parma, Museo Archeologico, inv. 1952 n. 829), sicuramente databili rispettivamente all'età tiberiana e all'età di Caligola. I ritratti redatti in periodo claudio, fra cui andrebbe collocato quello di Luni (Luni, Museo Archeologico), sarebbero invece identificabili per una semplificazione e un irrigidimento della capigliatura. Per i ritratti di Agrippina Maggiore su cammeo: MEGOW 1987, A84, C26.

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Agrippina Minore                                                                                                            

       Per un inquadramento generale della ritrattistica di Agrippina Minore si veda la recente voce di W. Trillmich per l'Enciclopedia dell'Arte Antica (TRILLMICH 1994, pp. 114-115, con ampia bibliografia). Nelle rappresentazioni scultoree di Iulia Agrippina, sorella di Caligola, madre di Nerone, moglie di Claudio nel 49 d.C. e Augusta  nel 50 d. C, la critica ha individuato con sicurezza quattro tipi, adottati in età tardo-claudia e protoneroniana, denominati "Ancona", "Milano", "Parma-Napoli" e "Stoccarda" (elenco dei tipi e delle repliche: FITTSCHEN-ZANKER 1983, n. 4 pp. 6-7, nt. 4; BOSCHUNG 1993,  pp. 73-74 ). La distinzione dei tipi "Ancona" e "Milano" si fonda sull'analisi di alcuni dettagli della capigliatura, quali la presenza di una serie di riccioli sottili sulla fronte e la copertura dell'orecchio, e trova conferma nella documentazione numismatica (TRILLMICH 1974, p. 188; MAGGI 1980, p. 356; effigi monetali  considerate: tetradracma di Claudio (BMCRE, p. 157 n. 234 tav. 34, 3), aureo di Nerone (BMCRE, p.200 nn.. 1-3 tav. 38,, 1-3). Il tipo "Parma-Napoli" restituisce un'immagine ben caratterizzata di Iulia Agrippina  in cui, in luogo dei numerosi riccioli a chiocciola disposti a più registri, compare una pettinatura a ciocche piatte (SALETTI 1968, pp. 120-122;  TRILLMICH 1982, pp. 110-115;  SANDE 1985, pp. 195-197); l'attestazione di due repliche con diadema e infula (Merida e Conimbriga) fa supporre che il tipo sia stato creato nel 50 d.C. per rappresentare Agrippina come Augusta (sul ritratto di Conimbriga: DE SOUSA 1990, n. 36 p. 21). La creazione del tipo "Stoccarda", verosimilmente frutto dell'elaborazione del tipo "Ancona", è invece collocata dalla critica in età protoneroniana; per l'ispirazione fisionomica alla ritrattistica di Nerone (HAUSMANN 1975, n.8 p. 33; TRILLMICH 1974, p. 191 e sgg).E' stato recentemente proposto di attribuire ad Agrippina Minore anche il cosiddetto "Providence - Schloss Fasanerie Typus", così denominato da due degli esemplari  più significativi, conservati a Providence (Rhode Island, USA) e Fulda. (TRILLMICH 1983, pp. 26-34, p. 27: elenco delle repliche; WOOD 1995, p. 464-470, p. 465 nt. 45: aggiunte alla lista di Trillmich). Il tipo, che presenta notevoli somiglianze fisiognomiche con i ritratti conosciuti ma diverge per l'acconciatura, sarebbe stato creato sotto il principato di Caligola e riprodotto anche successivamente. L'attribuzione ad Agrippina è comunque discussa (BOSCHUNG 1993, pp. 71-73: Messalina). Dal tipo è stato espunto dalla Wood il cosiddetto "München 316 Gruppe", fra le cui repliche spicca una statua dal teatro di Caere  (Vaticano, Museo Gregoriano Profano, inv. n. 9952), distinto dalla studiosa e ricondotto a Drusilla (WOOD 1995, p. 471 e sgg.) 

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