Num. di accessi dal 29/08/1999                                               

prova il gioco di Filosofia-900

Torna alla pagina principale

 

Ludwig Wittgenstein

La profonda crisi vissuta dal positivismo filosofico nei primi anni del novecento non si riflette sulle scienze, che negli anni venti e trenta dimostrano un’eccezionale vitalità. Il forte sviluppo tecnologico induce gli scienziati a studiare e ad orientare i propri studi sull'analisi dei fondamenti, cioè di quei principi posti alla base delle conoscenze scientifiche.

Martin Heidegger

Si sviluppa  così molto rapidamente l'epistemologia, finalizzata allo studio del metodo scientifico e filosofico, ma anche alla creazione di uno universale e appropriato nelle sue linee generali ad ogni scienza. Il protagonista di questo campo scientifico fu soprattutto il Circolo di Vienna, fondato nella capitale austriaca da filosofi, scienziati e psicologi che promuovono una corrente di pensiero nota sotto il nome di neopositivismo, i cui maggiori esponenti sono Moritz Schlick, Rudolf Carnap, Otto Neurath. 

Edmund Husserl

Tra questi logici figurano anche filosofi come Kurt Gödel e Alan Turing. Figure altrettanto celebri e importanti negli anni venti e trenta furono: Bertrand Russell, un logico e matematico inglese, e Ludwig Wittgenstein, un filosofo del linguaggio austriaco. Questi divennero in breve tempo la pietra miliare e il modello per tutti gli esponenti del Circolo di Vienna. La filosofia, prodotta all'interno del circolo viennese, negava la validità a qualsiasi ipotesi teoretica che non fosse supportata da una serie di dati

empirici.  E in definitiva  la filosofia si riduceva, secondo il pensiero di questi filosofi, a mera analisi della realtà, analisi portata avanti grazia al metodo logico-scientifico, di cui le scienze epistemologiche si facevano carico di migliorare. Un’altra corrente di pensiero filosofico che svolge un ruolo decisivo negli anni venti e trenta è rappresentata dalla scuola fenomenologica; essa si era formata intorno a Edmund Husserl nei primi anni del novecento e dopo alterne vicende si era in parte esaurita durante il primo conflitto mondiale; ma nel corso degli anni venti grazie all’opera dell’allievo di Husserl, Martin Heidegger, autore di Essere e tempo (1927), e alle conferenze dello stesso caposcuola a Parigi del 1929 l’influsso della fenomenologia si estende in tutta Europa interessando autori come Sartre, Merleau-Ponty, Banfi.