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NIRVANA
BIOGRAFIA:
Kurt
Donald Cobain nacque il 20 febbraio 1967 in una piccola città nello stato di
Washington. Era il primogenito di Donald, meccanico, e di Wendy, casalinga che
in seguito trovò lavoro come segretaria. Nel giro di tre anni l'arrivo della
sorella Kin completò la famiglia. I primi ricordi di Cobain, bambino curioso e
vivace, sono davvero felici: cantava, disegnava, recitava, ma poi, intorno al
suo ottavo compleanno, la madre chiese il divorzio e così incupito e chiuso in
se stesso, Kurt visse per circa un anno con lei, prima di trasferirsi dal padre.
Ad accentuare il problema della sua vita familiare fu il fatto che la casa in
cui abitava era un parcheggio per roulotte nel centro di Aberdeen, una rinomata
comunità di taglialegna non certo per la loro disponibilità verso disadattati
sensibili ed estrosi. A Kurt, spesso in mediocri condizioni di salute, veniva
somministrato il Ritalin, per mitigare la sua iperattività di fanciullo. In
seguito gli vennero però diagnosticate bronchiti e scoliosi. Nonostante questo,
la sua fragile struttura venne messa in secondo piano dal suo carattere sempre
più ostinato. In un elogio commemorativo, lo zio Larry Smith ha raccontato di
quando Kurt fu picchiato da un taglialegna di quasi cento chili. Il ragazzino
non reagiva, anzi, sorrideva mostrando il dito medio al suo aggressore ogni
volta che veniva sbattuto a terra. Alla fine, l'omone lasciò perdere e se ne
andò. Ma non tutte le paure sono visibili a occhio nudo. Per alcune persone,
come per Cobain, possono esistere in un punto del corpo dove nascono le urla.
Nel 1979 la famiglia Cobain dovette affrontare il suicidio di uno zio. Cinque
anni dopo un altro zio morì suicida. La vita in famiglia non era certo facile.
Quando Donald Cobain si risposò con una donna già madre di due figli, il
rapporto già teso con il padre andò in pezzi : buttato fuori di casa, Kurt andò
a vivere con degli zii, prima di tornare nella casa paterna. Un altro scontro lo
costrinse tuttavia a fare ancora le valige. E poi ancora. In breve, tra il 1975
e il 1984, Kurt visse un po' con suo padre, con i nonni paterni e con tre zii.
Finalmente, convinse sua madre a ospitarlo nella sua abitazione. La permanenza
durò un anno. Anche Wendy Cobain si risposò e l'impatto di un figlio eccentrico
su una ambiente già in crisi creò una fortissima tensione. Una sera, dopo avere
scoperto che il marito la tradiva, Wendy gli puntò un'arma alla testa
minacciando di ucciderlo. I figli videro la madre che tentava di caricare l'arma
senza successo. Alla fine, la donna esasperata raccolse tutte le armi da fuoco
che c'erano in casa, uscì nel cuore della notte e le gettò nel fiume Wishkah. Il
giorno seguente, dopo aver pagato due ragazzi per ripescarle, Kurt vendette le
armi e col ricavato ci comprò il suo primo amplificatore. Nel frattempo il punk
rock stava prendendo piede ed esprimeva le stesse cose che Cobain sentiva:
disperazione, rabbia, mancanza di artificio. Abbandonò la scuola, fu cacciato
dalla casa materna e rimbalzato dal divano di un amico alla macchina
parcheggiata sul retro dell' abitazione di un altro conoscente. Per un po'
Cobain visse addirittura sotto un ponte : quello che attraversava il fiume
Wishkah. Parlò con il suo amico Chris Novoselic della possibilità di formare un
gruppo; nel giro di un paio d'anni e dopo aver cambiato qualche nome, nacquero i
Nirvana. La liberazione letterale e spirituale di Cobain giunse finalmente
nell'autunno 1987. Olympia ed Aberdeen distano solo sessanta chilometri, ma per
Kurt rappresentavano due estremi, come il paradiso e l'inferno. La prima divenne
per lui la base psicologica. Trasferitosi a vivere nella nuova città con la sua
ragazza, Tracy Marander, Kurt scoprì una comunità che accolse e apprezzò il suo
talento. Subì il fascino di Calvin Johnson, leader dei Beat Happening e capo
della K Records, il cui marchio, Cobain, si fece tatuare sull'avambraccio. Oggi
si può dire che i giorni ad Olympia equivalsero all'istruzione e alla vera
formazione di Cobain. Battezzò "Calvinisti" i seguaci di Johnson, si dedicò a
collage e disegni e iniziò a scrivere testi e a provare seriamente con i
Nirvana. Nel 1988 il gruppo aveva ormai registrato una serie di demos e pubblicò
il suo primo singolo con la Sub Pop, Love Buzz / Big Cheese . Nel 1989 il loro
album di debutto "BLEACH" dimostrò che si trattava di qualcosa di promettente ed
insolito. Era sconvolgente e abrasivo, ma possedeva una qualità che era
stranamente familiare, che trasmetteva un senso di conforto. I Nirvana partirono
in tour, sostituirono il batterista Chad Channing con Dave Grohl e si
prepararono a registrare nuovamente. A questo punto avvenne il grande passo. "NEVERMIND"
uscì nel settembre 1991 con scarsa pubblicità e ancor meno aspettative. Nell'
arco di qualche mese divenne il primo disco punk rock a raggiungere l'apice
delle classifiche e vendette alla fine dieci milioni di copie in tutto il mondo.
Stracolma dei conflitti del suo autore, la musica presentò Kurt Cobain al mondo.
Era violenza e rifugio, colpiva nell' esatto momento in cui leniva il dolore. Al
di là del messaggio in esso contenuto, fu il carattere di Nevermind a catturare
quel che gli ascoltatori desideravano esprimere. Esso urlava. Fuori dal palco,
invece, Cobain era tranquillo, malinconico ed introverso. E gli episodi che lo
avvolgevano in maniera vorticosa avevano spesso una risonanza molto maggiore
rispetto alla realtà. I Nirvana stavano cambiando il volto della musica degli
anni '90 e, nonostante i tentativi di Cobain di starsene in un angolino, lontano
dalla luce dei riflettori, era sempre nell' occhio del ciclone. Si portò dietro
storie di droga che lo afflissero fino alla fine dei suoi giorni. La sua storia
di amore con Courtney Love, lasciò una scia di racconti, come un sentiero carico
di detriti. Mesi dopo il matrimonio della coppia (avvenuto alla Hawaii il
24/2/92) e poche settimane dopo la nascita di Frances Bean (18/8/92), Kurt se ne
stava seduto sull' erba a giocare con la sua bambina al "MTV Video Music Awards".
Sorrideva al ricordo della sua amorosa baldoria punk con Courtney Love. "Mi
spiace" disse. "Era una specie di rituale animale di accoppiamento. Adesso sono
papà, è cambiato tutto." In realtà era cambiato ben poco. Le voci sul consumo di
eroina della moglie durante la gravidanza condussero a una lunga battaglia con
il dipartimento dei servizi sociali all'infanzia di Los Angeles per la custodia
di Frances Bean. Una lite domestica, durante la quale la polizia requisì un
certo numero di armi da fuoco, procurò titoli a lettere cubitali anche quando i
Nirvana non stavano suonando. Dopo l'uscita di "INCESTICIDE", una raccolta di
singoli e brani minori, la formazione registrò "IN UTERO", prosecuzione ispirata
e meno commerciale di Nevermind. Il disco del 1993 fu al centro di una
controversia con la Geffen, l'etichetta dei Nirvana, che verteva sulla
produzione dell' album. Gli amici si cominciarono a preoccupare per i tentativi
di Cobain di combattere l'eroina. Ma c'era la musica. In Utero raggiunse il
primo posto delle classifiche. Il gruppo fu ospite principale ad un concerto di
beneficenza a favore delle vittime dello stupro in Bosnia, partì per un tour e
partecipò a una brillante esibizione a "MTV Umplugged" che, tristemente divenne
una specie di epitaffio dei Nirvana. Le amicizie e il matrimonio, malgrado la
pessima pubblicità da cui era circondato, sembravano dare a Cobain il gusto più
vero della felicità e, addirittura, della pace che non aveva mai conosciuto. E
poi, naturalmente, c'era Frances Bean: la splendida bambina che portava il nome
dell' attrice Frances Farmer, un'altra figlia di Seattle che fu tormentata dalla
celebrità e dallo scontro della sua visione artistica con i suoi demoni
personali. Al di là delle difficoltà, sostengono gli amici, Kurt si rese conto
che sua figlia era stato il regalo più grande. Il fatto che il mondo lo stia
piangendo insieme alla sua famiglia testimonia il potere dell' incertezza e del
bisogno di purificazione condivisi da Cobain. Malgrado i tentativi di dipingerlo
in modo diverso, Kurt Cobain non era la reincarnazione o la manifestazione del
nuovo idolo della sua generazione. Era semplicemente Kurt Cobain, un elemento
singolare e paradossale di una generazione piena di individui singolari e
paradossali come lui. Era un uomo estremamente fragile che possedeva però un
urlo così penetrante da esplodere nel silenzio delle radio di fronte al rock
dell' epoca di Nevermind. Era un appassionato genuino della musica, che aveva
restituito ai suoi idoli quanto essi avevano dato a lui. A volte era dolce,
altre passivamente antisociale e preferiva ritirarsi in se stesso piuttosto che
sputare in faccia a coloro che voleva evitare. Era figlio di un divorzio, marito
e padre. Era tossicodipendente. Era un appassionato difensore dei diritti delle
donne e degli omosessuali. E ormai, è un altro numero nelle statistiche del
tasso nazionale dei suicidi, raddoppiato negli ultimi dieci anni. Kurt Cobain è
morto a ventisette anni. Lascia una moglie che lo amava, una figlia che non lo
conoscerà mai e milioni di sconosciuti le cui vite sono state certamente
arricchite dalla sua presenza.
ALBUM DISPONIBILI:
bleach € 19,00
nevermind €19,50
incesticide €20,00
in utero € 21,00
mtv unplugged in new york € 22,00
from the muddy banks of the wishakah
€ 21,00
nirvana € 21,50
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