La Graf Spee entra nel porto di Montevideo.
La Graf Spee entrò nel porto di Montevideo a mezzanotte della
notte sul 14 dicembre 1939.
Ora lo scontro diventava squisitamente di carattere politico.
Langsdorff non aveva in realtà molte alternative; restare in
porto per il tempo necessario alle riparazioni dei motori Diesel, circa due
settimane, avrebbe significato dare agli inglesi il tempo per radunare tutta la
flotta davanti a Montevideo.
Ripartire immediatamente non era possibile dal momento che gli inglesi avevano
appena fatto uscire dal porto un loro mercantile, quindi secondo le regole
internazionali la nave da guerra non avrebbe potuto lasciare il porto prima di
24 ore dopo tale avvenimento.
Infine, secondo le convenzioni internazionali, la Graf Spee non avrebbe potuto
sostare in porto per più di 96 ore.
La Graf Spee ormeggiata a Montevideo.
Frattanto, gli inglesi si dettero molto da fare per far credere ai tedeschi che ad aspettare la corazzata fuori dal porto ci fossero molte più navi di quelle effettivamente presenti, ovvero i due incrociatori superstiti dalla battaglia ai quali si era aggiunto solamente il Cumberland, un incrociatore pesante da 10.000 tonnellate armato con 8 cannoni da 203mm.
Langsdorff aveva solo due scelte: far internare la nave in
Uruguay oppure affrontare la flotta inglese, che si credeva ormai numerosa,
certi di avere la peggio.
Gli fu ordinato di autoaffondare la nave.
La Graf Spee ormeggiata a Montevideo.
L'arrivo della Panzerschiffe a Montevideo aveva suscitato
clamore ed interesse, cosicché alle 17:30 del 17 dicembre, la lenta partenza
della nave fu salutata da una grande folla di curiosi e di giornalisti
radunatasi al porto e sulle spiagge della città.
A bordo della nave erano presenti solamente il comandante con 42 membri
dell'equipaggio, mentre gli altri erano stati trasferiti in Argentina a bordo
del piroscafo Tacuma.
Vennero fatte esplodere 6 testate di siluro che sventrarono il bastimento tra
furiosi incendi, spezzandolo in due tronconi all'altezza del castello di poppa,
e portandolo ad appoggiarsi sul fondale fangoso che in quel punto era di soli 8
metri, con tutte le sovrastrutture affioranti dalle acque tranquille della baia.
La Graf Spee lascia il porto osservata dalla folla.
Tre giorni dopo, il comandante, Capitano di vascello Hans
Langsdorff, dopo aver scritto lettere di commiato a famigliari e conoscenti, si
avvolse il capo nella bandiera di combattimento della nave e si suicidò con un
colpo di pistola alla tempia nella sua camera d'albergo a Buenos Aires.
Il relitto annerito dalle fiamme della Graf Spee.
Il commodoro Harwood, comandante della formazione inglese, venne
invece premiato per la sua condotta e nominato contrammiraglio.
L'incrociatore pesante Exeter, come si è visto gravemente danneggiato dal tiro
della Graf Spee, riuscì a giungere, sebbene con tutte le torri fuori uso e dopo
aver imbarcato oltre 650 tonnellate di acqua, dopo una navigazione di 1.200
miglia alla velocità massima di 20 nodi, alle isole Falkland/Malvinas e di lì
a Devonport dove fu riparata.