Sommergibili e Sommergibilisti

 

 

 

    3021, tremilaventuno uomini giacciono in fondo al mare, indisturbati da oltre sessant'anni nelle loro gelide tombe d'acciaio.   Si tratta dei marinai ed ufficiali della Regia Marina colati a picco nei loro sommergibili durante la Seconda Guerra Mondiale.

    Come detto nelle pagine precedenti, l'Italia entrò in guerra il 10 giugno 1940 con un'imponente flotta di sommergibili, per essere precisi la più potente e numerosa flotta subacquea del mondo, con ben 117 battelli operativi in tale data.

Rapportata a quella delle marine estere, la quantità di sommergibili in carico alla Regia Marina era davvero considerevole, se si pensa che la Francia allineava in Mediterraneo solamente 12 unità, mentre la marina britannica 42.

    E' un fatto che il primo successo dell'Italia sul mare durante il secondo conflitto mondiale è da ascriversi ad un sommergibile, il Bagnolini, che nella notte sul 12 giugno 1940 colò a picco l'incrociatore inglese Calypso.


Il famoso sommergibile Sciré

    Tuttavia i risultati maturati furono sempre decisamente inferiori alle aspettative, ed ai timori del nemico, rispetto alle unità utilizzate ed al numero di battelli perduti.   Ciò è da ascriversi a molti fattori, alcuni del quali si possono brevemente citare, come una zona operativa, il Mediterraneo, decisamente svantaggiosa per i sommergibili (anche se i tedeschi nello stesso mare ottennero grandi successi) tattiche d'impiego inadeguate ad una moderna guerra di corsa (quella che saremo chiamati a combattere in Atlantico) e battelli non del tutto adeguati, con tempi di immersione a volte anche doppi rispetto al tipo VII C tedesco, e soprattutto con la falsa torre di dimensioni decisamente eccessive, tanto che molti dei sommergibili, soprattutto tra quelli chiamati ad operare oltre lo stretto di Gibilterra, vennero modificati riducendo le dimensioni, appunto, di falsa torre e periscopi.

    A seguito delle modifiche effettuate i risultati non tardarono a venire, in Atlantico come in Mediterraneo, grazie anche alla modifica delle tattiche d'impiego.

    Risulta immediato un confronto con la Marina tedesca, nostra alleata in quella guerra, che fece dei sommergibili la sua principale e più efficiente arma.   La Kriegsmarine armò durante la guerra 39-45 ben 920 unità, di cui solamente 325 hanno conseguito successi, ovvero il 35%, affondando o anche solo danneggiando almeno una nave nemica, e solamente 60 hanno affondato o danneggiato più di 10 navi.   La Regia Marina partecipò alla battaglia dell'Atlantico con 35 unità in totale, di cui ben 26 hanno ottenuto almeno un affondamento, ovvero il 74%, e due unità hanno conseguito più di 11 vittorie, tra il 40 ed il 43, sottolineando però il fatto che solamente 17 battelli hanno operato continuativamente per tutto questo periodo.
Risulta evidente come la resa dei battelli italiani non fu certo inferiore a quella dei battelli tedeschi, nonostante una fama ottenuta soprattutto grazie all'enorme numero di sommergibili messi in servizio.

    Nella pagina seguente troverete alcune tabelle che riassumono i risultati operativi dei nostri battelli.

 

 

Betasom e la battaglia dell'Atlantico