Battaglia di Mezzo Giugno

2 - 16 giugno 1942

 

Operazione Vigorous : la Royal Navy si ritira di fronte alla Regia

 

Da Alessandria navigavano diretti a Malta ben undici mercantili scortati dalle unità leggere dell'Ammiraglio Philip P. Vian.   In breve però tali mercantili si ridussero a nove, in quanto uno dovette rientrare ad Alessandria a causa di una grave avaria (Elizabeth Bekke) ed un altro (City of Calcutta) venne gravemente danneggiato e fu quindi dirottato a Tobruk. dove andrà perduto quando il 21 giugno le truppe italo-tedesche entreranno nella piazzaforte.

 


Il Vittorio Veneto in navigazione nel giugno del 1942, probabilmente durante la battaglia di Mezzogiugno.

 

La squadra italiana agli ordini dell'Ammiraglio Angelo Iachino, lasciò le basi il 14 giugno con una forza composta da due navi da battaglia moderne, Littorio e Vittorio Veneto, quattro incrociatori e numerosi cacciatorpediniere.   Da notare che a bordo del Littorio e del Garibaldi erano presenti gruppi di intercettazione delle comunicazioni avversarie e a bordo del Gorizia personale tedesco per mantenere i contatti radio con la Luftwaffe.   Molto importante era il fatto che precedeva la formazione italiana il cacciatorpediniere Legionario, che era stato dotato di un radiolocalizzatore (radar) di costruzione tedesca, il De.Te..   Nemmeno la notte, stavolta, avrebbe salvato gli inglesi.


Il caccia Legionario, si noti indicata dalla freccia l'antenna del radar di cui era stata dotata l'unità

I britannici sapevano bene che Vian non avrebbe mai potuto affrontare Iachino, a causa della disparità di forze sarebbe stata una strage, ma speravano che l'aviazione danneggiasse gravemente le navi italiane costringendole a ripiegare, anche se gli aerei disponibili per tali azione non era più di una cinquantina.

A partire dal 14 giugno l'aviazione dell'Asse iniziò a cogliere i suoi successi, infatti colarono a picco i piroscafi Aagtekirk (olandese), Bhutan e il caccia Hasty, mentre danneggiati risultarono il piroscafo Potaro, l'incrociatore Newcastle e le corvette Erica e Primula.

Il 15 giugno gli attacchi continuarono spietatamente, e colarono a picco nella giornata i caccia AirdaleNestor, furono danneggiati gli incrociatori Birmingham e Arethusa, e fu colpita due volte la  nave camuffata Centurion.

Alle 18.00 la svolta: da Alessandria giunge l'ordine di invertire la rotta e tornare alla base di partenza.   Vian esegue ed  il 16 le navi giunsero a destinazione, non prima di avere ancora perso l'incrociatore Hermione ad opera del sommergibile tedesco U.205.

 


La prora dell'incrociatore Hermione in navigazione

 

Intanto la navigazione non procedeva felicemente nemmeno per la formazione nemica, infatti a partire dal 15, le navi italiane furono sottoposte anch'esse a violenti attacchi aerei da parte degli inglesi.   Alle 05.15 aerosiluranti britannici centrarono l'incrociatore pesante Trento immobilizzandolo.   Mentre erano in corso le operazioni per il rimorchio da parte di tre cacciatorpediniere, il sommergibile P.35, richiamato sul luogo dalla colonna di fumo che si era levata dall'unità, lo colò a picco centrandolo con due siluri.

Le navi di Iachino furono poi ancora attaccate, questa volta dall'aviazione nordamericana, che faceva per la prima volta la sua comparsa in Mediterraneo, armata dei B.24 Liberator, i quali colpirono di striscio una delle torri prodiere da 381 mm dell'ammiraglia senza arrecare danni grazie alla pesante corazzatura.   Nella serata fu ancora la volta del Littorio, colpito a prua da un siluro lanciato da un aereo inglese; nonostante i danni poté riprendere la navigazione  a oltre 20 nodi.   A questo punto Iachino giudicò inutile continuare l'inseguimento e pose la prua verso le basi, dove si ormeggiò senza ulteriori incidenti nel pomeriggio del 16 giugno.

La Battaglia di Mezzo Giugno era conclusa.

 

Conclusioni su Vigorous

 

Da questa parte del Mediterraneo, a differenza di quanto avvenne a Pantelleria, non si può parlare di vittoria tattica, in quanto le due formazioni navali nemiche non giunsero neppure al contatto, ma si può senz'altro affermare che si trattò di una grande vittoria strategica infatti la sola presenza in mare della Flotta Italiana costrinse alla ritirata la Royal Navy, che quindi vide fallire completamente il suo piano di rifornire Malta.   Nemmeno una tonnellata di rifornimenti giungerà a Malta, e questa fu la vera vittoria.

Il tutto non fu gratuito da entrambe le parti, agli italiani costò la dolorosa perdita dell'incrociatore pesante Trento ed il siluramento, fortunatamente con danni di lieve entità, del Littorio, mentre da parte inglese costò ben più cara, con la perdita di due mercantili, un incrociatore e tre cacciatorpediniere, oltre al danneggiamento di un mercantile, tre incrociatori, due corvette e della nave da trasporto Centurion camuffata da corazzata.

 


Il Trento in navigazione all'inizio della guerra

 

Conclusioni

 

Per concludere possiamo affermare che finalmente, anche se in ritardo, a Roma si era capito come andava condotta la guerra mediterranea.  

Non, come in passato, scontro frontale tra due Marine, che sarebbe stato inutile ai fini della condotta generale della guerra, ma attacchi combinati di aviazione, marina e forze subacquee per contrastare in primo luogo i traffici nemici volti a rifornire l'isola di Malta, spina nel fianco dei nostri traffici, a loro volta vero fulcro della nostra condotta bellica.

A Roma ci arrivarono, ed i risultati si videro.   Se si fosse condotta in tal modo la guerra fin dal principio, probabilmente le pagine della storia che narrano della Seconda Guerra Mondiale nel Mediterraneo avrebbero ora tutt'altro tono.

 

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