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S. Maria,
recentemente restituita al culto grazie ad accurati restauri, risale alla
metà del XII secolo. Dipendente dalla vicina pieve di S. Andrea, la
chiesa vide accrescere le proprie fortune durante il secolo successivo,
quando alcune facoltose famiglie pistoiesi, scegliendo di risiedere nel
Borgo di Ripalta subito fuori la seconda cerchia di mura, l'arricchirono
di opere d'arte di notevole pregio. Di particolare rilievo fu la commessa
del casato dei Taviani che per il coro ordinarono la più importante opera
ad affresco: l'Ascensione, dipinta nel corso dell'ultimo trentennio
del Duecento da Manfredino
d'Alberto. Successivamente i parrocchiani di
Ripalta commissionarono a Giovanni Pisano il Crocifisso in legno,
oggi custodito nella vicina chiesa di S.
Andrea, divenuto, in seguito,
degno di particolare venerazione per i miracoli che si dicono compiuti
durante la terribile pestilenza che colpì Pistoia alla fine del Trecento.
Un'iscrizione sotto il porticato ricorda la processione che fu indetta dal
vescovo Andrea Franchi per scongiurare il contagio. A seguito del
diffondersi della devozione per la miracolosa immagine venne edificata la
cappella del Crocifisso che andando a costituire di fatto il braccio
destro del transetto, quello sinistro coincide con la cappella di
sant'Agnese, trasformò definitivamente la semplice navata in una più
articolata croce latina. Preceduta da un portico con arcate a tutto sesto
aggiunto nel XVII secolo, l'aula interna ha conservato notevoli brani di
pittura a fresco, accuratamente restaurati, tali da aggiungere un
importante capitolo alla storia della pittura medioevale pistoiese. La
lunetta di facciata ha restituito una duecentesca Majestas Domini.
attribuita, come l'Ascensione del coro, a Manfredino d'Alberto. Nel
corso del Trecento lavorarono per Ripalta Antonio Vite che affrescò la Vergine
con il Bambino e il Maestro della Cappella Bracciolini cui dobbiamo il
Compianto sul Cristo deposto. |