IL GENIO INCONSCIO

 



Meditazione Integrale
Il lato oscuro della forza del pensiero
Esiste un lato oscuro della forza del pensiero, una forza negativa in grado di danneggiare noi stessi e gli altri, lasciandoci convinti di aver compiuto il nostro dovere e di aver agito per il bene. Come possiamo difenderci dal lato oscuro di questa forza?
Uno degli aspetti con il quale si esprime questa forza oscura e inconsapevole, è quello privativo. Privarsi della felicità, della serenità, di capacità, dei meriti, del benessere o degli affetti può voler significare che la forza oscura sta agendo in noi, condizionando negativamente la nostra personalità e la nostra vita.
La forza oscura non possiede una intelligenza propria, non è in grado di costruire delle strategie. Il suo potere si attiva in modo spontaneo quando un certo schema, un certo modello registrato nel passato, riceve delle minacce.
Sin dai primi giorni di vita la mente umana attiva un suo sistema di registrazione e di apprendimento, e questa registrazione sarà più profonda e indelebile se avviene nella prima infanzia, quando siamo privi dei meccanismi di difesa; meccanismi che, per fortuna, si svilupperanno in seguito, con la maturità e l’età adulta.
Ma il lato oscuro della forza del pensiero è tale solo perché agisce su credenze errate, registrate come credenze giuste durante l’innocenza della nostra infanzia. In genere il processo di crescita dissolve queste errate credenze, e una sana crescita rimette in equilibrio ciò che si ritiene giusto e ciò che si ritiene sbagliato, insegnandoci a distinguere il male dal bene. Ma non tutti sono così fortunati da crescere in un ambiente sano. O non tutti gli episodi della nostra infanzia avvengono sono raggiungibili e gestibili.
Allora è necessario, anche in età adulta, prendere consapevolezza se in noi agiscano delle forze oscure, che ci spingono controcorrente, che ci rendono protagonisti di autolesionismi, che ci fanno costruire progetti fallimentari, che ci spingono nei vicoli ciechi di rapporti affettivi dolorosi, a rifiutare l’amore per la vita e per gli altri.
Senza nessuna di queste forze oscure saremmo liberi di vivere al meglio la nostra vita, godere pienamente della nostra sana volontà, riuscendo a beneficiare della piena fiducia in noi stessi, e creare il mondo che vogliamo. Ma per liberarci dalle forze oscure occorre rimuovere schemi e modelli che assorbono forze mentali importanti e altrimenti positive, distogliendole dal vivere quotidiano e dirottandole a favore del lato oscuro.
Facciamo un esempio pratico: una famiglia normale con una madre e un padre che lavorano e un figlio di circa sette anni che chiameremo Leo. Leo è ancora aiutato dalla madre a fare i compiti. Ma la madre si innervosisce facilmente, perde la pazienza se Leo non capisce e lo aggredisce, gridandogli contro frasi come: “Sei uno stupido, non capisci niente, imbecille…” e così via. Dopo anni di queste lezioni sulle sue capacità di apprendimento, quale immagine di sé si formerà nella mene di Leo?
È in questo modo che un genitore costruisce modelli e schemi comportamentali di incapacità, inettitudine e aggressività nella mente di un bambino. In fase di crescita Leo dovrà lottare duramente contro queste forze oscure, per non rimanere convinto di essere quello stupido e incapace che la madre gli ha “insegnato”.
Questa forza oscura potrebbe essere in azione in questo stesso momento nell’intimo delle famiglie, e non in lontani ambienti sottosviluppati. E anche a noi, inaspettatamente, potrebbe capitarci di trovarci in uno strano luogo dove è in vigore la forza oscura, in un ambiente ostile dove le persone conoscono solo ed esclusivamente le dinamiche di schemi nichilisti e, se siamo in grado di percepire la presenza di questa forza oscura, ci allontaneremo senza che il nostro stato d’animo ne venga contaminato.
Ma qualche volta si tratta del nostro personale ambiente interiore, al di qua del quale sopravvivono i servitori dei nostri schemi e dei nostri modelli comportamentali negativi. In questo caso nessuno potrebbe allontanarsi da se stesso, se non producendo un conflitto interiore che, nei casi più gravi, potrebbe sviluppare personalità multiple, paranoie o schizofrenie.
Ma se i fautori delle nostre privazioni abitano in noi, come possiamo sfrattarli, cacciarli ed espellerli? Penetrando in noi ed esplorando la nostra oscurità, affrontando con coraggio i nostri nemici. Uno degli strumenti più efficaci per fare questo delicato lavoro interiore è la meditazione. Ma anche questo strumento di chirurgia interiore è sottoposto ad un periodo di apprendimento; la meditazione non si può improvvisare, perché approcciandola senza nessuna preparazione si rischia di renderla inefficace, o di arricchire con un altro insuccesso la forza oscura del pensiero.
È per difendersi da questi nemici interiori che l’uomo, nei secoli, è stato capace di inventare grandi strategie. La meditazione è solo una delle armi più efficaci generata in oriente millenni orsono. Ma l’uso di sostanze psicoattive come l’alcol o di altre droghe illegali, risultano sorprendentemente presenti in ogni cultura del pianeta, in ogni più piccola comunità, anche tra gruppi etnici sull’orlo dell’estinzione e che non hanno mai conosciuto la modernità.
Del resto non c’è da sorprendersi se in ogni epoca e in ogni cultura del nostro pianeta si è fatto ricorso, da sempre, a queste sostanze. Perché è davvero impressionante il massiccio assalto, continuo ed ininterrotto, delle cose da pensare che subisce la mente umana. Avviene ogni minuto, per tutto il giorno, tutti i giorni dell’anno, tutti gli anni della nostra vita. Si tratta di immagini, pensieri singoli, impressioni emotive, ricordi lontani, ricomparsa di rimozioni, e tutto torna a galla senza preavviso, con una facilità tormentante, senza logica o motivi apparenti.
Un assalto continuo e scoraggiante. Come se non ci fosse, nella maniera più assoluta, la possibilità di fermare il flusso di queste offerte. Le chiamo “offerte” perché in effetti non si tratta di costrizioni imposte alla mente da una volontà superiore, ma delle offerte, appunto, che la mente può anche scegliere di rifiutare. Tuttavia la sorgente delle offerte è inesauribile, è come un rubinetto cosciente che svolge il suo ruolo con scrupolo professionale, senza mai lasciare la mente priva di scelte. Per tentare solo di rallentare questo flusso interiore occorre una concentrazione non comune, ma la pacificazione che ne risulterà vi ripagherà di ogni sforzo. Pacificazione in confronto della quale droghe o alcol vi appariranno per quello che sono in realtà: insulsi palliativi peggiorativi.
Quando sarete consapevoli che il flusso delle offerte sta indebolendosi, accadrà in voi una cosa meravigliosa: il sorgere dell’autocoscienza. L’autocoscienza è una dote che tutti noi possediamo, in grado di rivelarci la nostra vera identità interiore, senza condizionamenti, senza falsi schemi, senza i filtri di una personalità subordinata alla realtà quotidiana. Si tratta di un sapere che si trova molto in profondità, non gestibile dalla mente umana, e che affiora solo per assecondare un libero e non coercitivo processo di intuizione. L’intuizione infatti, è una conoscenza immediata che prende forma in noi improvvisamente, senza l’aiuto del ragionamento e senza motivazioni apparenti. In questi momenti si manifestano conoscenze intuitive, soluzioni fulminee, colpi di genio, visioni trascendenti e così via.
Questa conoscenza intuitiva affascina maestri e filosofi da sempre, Platone la definì conoscenza intellettiva, Krishnamurti intelligenza della percezione, Aristotele intuizione intellettuale, Sri Aurobindo intelligenza supermentale. Ma Socrate prima di altri la definì autocoscienza, per questo amava citare l’iscrizione dell’oracolo di Delfi, “Conosci te stesso”. Nelle riflessioni di ambito cristiano l’autocoscienza significa dare ascolto alla voce divina dentro di sé e, nella meditazione buddista, seguire l’autocoscienza conduce alla vera natura dell’io e al nirvana.
L’autocoscienza è una condizione non comune, ma al tempo stesso è parte integrante di quelle facoltà superiori di ogni essere umano. Per ora, giunti a questo punto dell’evoluzione umana, solo in particolari condizioni di pacificazione mentale, è possibile prenderne consapevolezza e goderne gli immensi benefici. La Meditazione Integrale è oggi alla portata di tutti, è la sintesi ideale per la vita pratica della cultura occidentale. Inoltre, spurgata com’è da ogni riferimento fideistico, è adatta a tutti, non pone barriere filosofiche né religiose. Occorre solo mettersi in gioco e provare, calarsi dentro di sé, pacificare la propria mente, abbandonare le zavorre delle vecchie concezioni del mondo, farsi autocosciente e rinascere a un nuovo se stesso.