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DEBRAYAGE                       

Si può tentare di definire il débrayage come l'operazione con cui l'istanza dell'enunciazione disgiunge e proietta fuori di sé, al momento dell'atto di linguaggio e in vista della manifestazione, certi termini legati alla sua struttura di base per costituire così gli elementi fondatori dell'enunciato-discorso. Se si concepisce, ad esempio, l'istanza dell'enunciazione come un sincretismo di "io-qui-ora", il débrayage, in quanto aspetto costitutivo dell'atto di linguaggio originale, consisterà nell'inaugurazione dell'enunciato articolando nello stesso tempo, per contraccolpo, ma in modo implicito, l'istanza stessa dell'enunciazione. L'atto di linguaggio appare così come una scissione creatrice da una parte del soggetto, del luogo e del tempo dell'enunciazione, e dall'altra della rappresentazione attanziale, spaziale e temporale dell'enunciato. Da un altro punto di vista, che farebbe prevalere la natura sistematica e socaile del linguaggio, si dirà egualmente che l'enunciazione, in quanto meccanismo di mediazione tra la lingua e il discorso, sfrutta le categorie paradigmatiche della persona, dello spazio e del tempo, in vista della costituzione del discorso esplicito. Il débrayage attanziale consisterà allora, in un primo tempo, nella disgiunzione del soggetto dell'enunciazione e nella proiezione nell'enunciato di un non-io, il débrayage temporale nella postulazione di un non-ora distinto dal tempo dell'enunciazione, il débrayage spaziale nell'opporre al luogo dell'enunciazione un non-qui. (...)

(da Greimas, A.J. - Courtés, 1979, Sémiotique. Dictionnaire raisonné de la théorie du langage, Paris, Hachette, voce "débrayage"; trad. it. Semiotica. Dizionario ragionato della teoria del linguaggio, Firenze, La Casa Usher, 1986, p. 90).