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L'URTO E LA MANOVRA: FIGURE DEL FILM DI GUERRA

di Piero Polidoro, in Inchiesta, n. 155, gennaio-marzo 2007, numero "Le parole della guerra", a cura di Michele Ravagnolo, pp. 69-74.

L'articolo è un'analisi semiotica di alcuni aspetti del genere cinematografico del film di guerra. In particolare, ho cercato di studiare l'evoluzione degli aspetti narrativi e percettivi della rappresentazione cinematografica della guerra, facendo un parallelo con le trasformazioni avvenute, nel corso del XX secolo, nel modo di condurre effettivamente il combattimento.

Nella parte centrale dell'articolo mi concentro in particolare su alcune figure del film di guerra (come il "luogo protetto" e l'"esplosione"), cercando di metterne in evidenza il senso e il ruolo narrativo. Un altro aspetto che viene preso in considerazione è quello degli effetti nello spettatore dello stress percettivo prodotto dai combat movie di ultima generazione (a partire da Salvate il soldato Ryan).

L'ultimo paragrafo propone un nuovo sotto-genere del film di guerra, che chiamo screen war movie. In questi film l'attenzione si sposta dalla fase di performanza a quella di manipolazione. L'eroe diventa chi, dalla sala di controllo, manipola e sposta le truppe. La figura ricorrente di questi film diventa allora lo schermo su cui mappe , diagrammi e immagini permettono di compiere questa manipolazione.

INDICE DELL'ARTICOLO

1. L'evoluzione della guerra nel XX secolo
2. Il combat movie
2.1. La sintassi narrativa
2.2. Tornare a casa
2.3. Il nuovo realismo del
combat movie
2.4. Lo stress percettivo
2.5. Il fascino (non molto) discreto della guerra
3. Un nuovo genere? Lo screen war movie