Pilotaggio
Il mistero del volo
In questa pagina cercheremo di illustrare i principi fisici che consentono agli aquiloni ed agli altri oggetti volanti di librarsi in aria: non è però nostra intenzione annoiarvi con lunghe e complicate spiegazioni, per cui cercheremo di limitarci al minimo indispensabile. Non abbiamo forse detto che si tratta di una via di mezzo tra una Scienza Esatta e la Magia? |
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In breve |
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Se nel corso della lettura doveste imbattervi in termini tecnici dal significato oscuro, vi ricordiamo che il nostro Glossario è sempre a disposizione |
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Com'è
possibile il volo?
L'aquilone fa parte dei mezzi
più pesanti dell'aria. I tecnici parlano di Aerodina:
significa che per volare ha bisogno di un flusso di aria in movimento
(le mongolfiere, al contrario si chiamano Aerostati).
Spiegato così, il concetto è ancora piuttosto oscuro:
per fare chiarezza proveremo a seguire un un approccio più
magico che scientifico, servendoci di un esperimento
fisico senza entrare troppo nei dettagli.
Procuratevi un foglio:
va bene qualunque tipo di carta, purchè sia rettangolare e non
stropicciato; per comodità e per evitare lunghe ricerche
potete prenderne in prestito uno dalla vostra stampante.
Appoggiate
il bordo del foglio al vostro labbro inferiore e provate a soffiare
con forza: noterete che la parte libera del foglio tenderà a
sollevarsi. Fin qui la magia: se il procedimento non vi è
chiaro o non avete voglia di soffiare (pigri!), osservate
l'animazione qui a destra: ci sono
voluti due giorni per crearla, quindi saranno graditi i vostri
apprezzamenti! :-)
Scherzi a parte, che diavolo è successo? La spiegazione non ha niente di magico: nel XVIII secolo il signor Daniel Bernoulli, matematico e fisico svizzero autore di importanti studi sull'idrodinamica, si accorse di un fatto strano: più un fluido si muove velocemente, minore è la sua pressione (detta Pressione Dinamica).
Ecco
spiegato il fenomeno: l'aria è un fluido e, quando è
ferma, la sua pressione è uniforme quindi il foglio penzola
nel vuoto secondo la Legge di Newton (che, ci pare giusto ricordarlo,
stabilisce che tutto tende a cadere a terra, soprattutto le
mele).
Soffiando, l'aria che si trova sulla faccia superiore del
foglio inizia a moversi e la sua pressione diminuisce. Sulla faccia
inferiore, invece, l'aria è rimasta ferma e la sua pressione è
invariata (la carta ha impedito alla nostra fiatata di passare
dall'altra parte). A questo punto è logico che l'aria che si
trova nei punti in cui la pressione è maggiore (la parte sotto
al foglio) inizierà a spingere in direzione dei
punti in cui la pressione è più bassa, cioè
verso l'alto. Quando questa spinta è sufficiente a vincere il
Peso del foglio,
ecco che questo si solleva: abbiamo creato una forza chiamata
Portanza;
il foglio si è trasformato in una Superficie
Portante, in grado, cioè, di sviluppare portanza.
Gli
aquiloni e gli aeroplani sfruttano lo stesso principio, solo che
l'aria scorre su entrambe le facce delle superfici portanti. In
questo caso si fa in modo che la velocità dell'aria rispetto
alle ali (o alla vela) sia differente sulle superfici superiore ed
inferiore. Questo si ottiene, sugli aerei, dando alle ali il
caratteristico profilo, piatto (o quasi) sulla superficie inferiore e
bombato su quella superiore.
Negli aquiloni, specialmente quelli
della famiglia del Parafoil, la vela gonfiata dal vento assume un
profilo alare e si comporta come un'ala a tutti gli effetti.
L'immagine
qui sopra raffigura un profilo alare: il flusso d'aria, prima di
investire l'ala, si muove di moto laminare: significa che
le particelle che ad esso appartenenti vanno tutte nella stessa
direzione. In pratica è possibile rappresentare il flusso
attraverso le lamine (o filetti) che lo
compongono: sono le linee azzurre che potete vedere nella stessa
immagine.
L'aria che passa sulla parte superiore dell'ala deve
percorrere una distanza maggiore rispetto a quello che finisce sulla
parte inferiore, ma impiegando lo stesso tempo: è quindi
obbligata ad accelerare, diminuendo la sua pressione
dinamica: sappiamo già qual'è la conseguenza...
In
prossimità del bordo d'uscita si crea una zona di turbolenza:
sono i cosiddetti scarichi. Se un'altra ala o vela viene
a trovarsi al suo interno, perde efficacia perchè la corrente
d'aria che la raggiunge non è uniforme: si dice che il moto
del fluido (nel nostro caso l'aria, ma vale lo stesso per l'acqua)
non è più laminare ma turbolento.
Se la
turbolenza iniziasse a formarsi molto prima del bordo d'uscita, l'ala
smetterebbe di funzionare, entrando
in Stallo.
Lo stallo avviene di solito quando la
velocità dell'aria è insufficiente a generare la
portanza o quando l'ala viene a trovarsi troppo inclinata rispetto
alla direzione del vento (condizioni di eccessiva cabrata): in
seguito al suo verificarsi, l'aeroplano inizia a perdere quota ed è
difficilmente manovrabile; l'aquilone, invece, sfrutta la portanza
per sostentarsi solo quando si trova quasi sulla verticale del
pilota: in tutte le altre posizioni si trova in stallo!
Perchè
gli aquiloni volano?
In molti aquiloni statici, la
forza di sollevamento è generata più dalla spinta del
vento sulla superficie inferiore della vela che dalla portanza vera e
propria (non mancano, ovviamente, le eccezioni, come il già
citato Parafoil): la regolazione delle briglie e del punto di
aggancio del cavo di traino permettono di far assumere almodello
l'angolo di attacco giusto.
Aquiloni del genere sono, il
più delle volte, instabili: per questo motivo si utilizzano le
code, che funzionano come dei timoni, o si ricorre ad altri sistemi
di stabilizzazione, come l'aumento del diedro (aquiloni Eddy e
Delta) o la realizzazione di cellule (Conyne e Tetraedro di
Bell).
Per
maggiori informazioni, vi invitiamo a consultare la pagina che parla
delle briglie,
nella sezione Consigli.
A titolo di curiosità, citiamo altre applicazioni del fenomeno descritto in questa pagina:
Nautica: la randa delle barche a vela non è altro che una superficie portante disposta in verticale. In questo caso il vento non produce una forza di sollevamento, ma fa avanzare l'imbarcazione;
Automobilismo: si usano le cosiddette superfici deportanti, note anche come Spoiler o Alettoni. Si tratta di vere e proprie ali rovesciate: la portanza non solleva la vettura ma tende a spingerla verso il suolo, aumentandone l'aderenza e la tenuta di strada;
Aeronautica: le pale delle
eliche e delle turbine hanno un profilo alare. In questo caso non è
l'aria che le spinge: sono loro a muoverla con la loro rotazione ma
l'effetto è sempre il medesimo.
Questa pagina non ha alcuna pretesa di spiegare nei particolari la teoria dell'aerodinamica: chi fosse interessato alle dimostrazioni o desiderasse informazioni più dettagliate, può facilmente trovarle sui manuali di Fisica, al capitolo Idrodinamica/Meccanica dei fluidi.