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Parco Nazionale del Pollino

        

Basilicata - Episcopia   

 

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Rompendo la verticalità della dorsale appenninica, il massiccio del Pollino segna il confine meridionale della Basilicata.

Il massiccio è formato da potenti assise calcareo-dolomitiche, terreni generati milioni di anni fa dalla sedimentazione sui fondali rocciosi di sabbia e argilla. Il Parco Nazionale del Pollino nel versante lucano è caratterizzato da una fitta rete di corsi d'acqua che solcano le rocce, attraversano i piani e i boschi, rendendo fertili i terreni e possibile la vita per una fauna a volte rara. Il torrente Raganello, ad esempio, a sud del Parco, scorre, alimentato da sorgenti perenni, in una gola ampia e profonda. In alcuni punti le pareti di questo orrido si alzano per 700 metri e, data l'inaccessibilità dei luoghi, rendono possibile la nidificazione di molti rapaci. Tra gli abitanti di queste pareti, l'aquila reale nidifica nella zona di Timpa S. Lorenzo (1652 m). Nella stessa zona è stato avvistato l'avvoltoio degli agnelli che tuttavia pone altrove i suoi nidi e non è rara la presenza del gufo reale. Un po' più a nord, nell'area della Falconara (1656 m), oltre al cinghiale, abbastanza comune in tutta la Basilicata, è presente il lupo che, anche se in numero esiguo (una trentina di esemplari), non è mai scomparso da queste montagne. Negli inverni più rigidi alcuni esemplari si spingono nelle vicinanze dei comuni di Rotonda e S. Severino Lucano. L'istrice è comune in tutto il Parco, ma come zona di riproduzione predilige le gole del Raganelle. La martora, la faina e la puzzola per la loro riproduzione prediligono i boschetti di pino loricato. Questo paleoendemita, particolarità e simbolo del Parco, è la prova certa che in un tempo molto lontano l'Italia doveva essere assai vicina o unita ai Balcani.

I vasti boschi di faggio e abete bianco che si estendono dal centro del Parco verso nord, tra i 1000 e i 1900 m, sono anch'essi relitti di formazioni boschive risalenti ad alcuni milioni di anni fa. Questi estesi boschi sono popolati, oltre che dalla fauna comune a tutto il Parco, dal picchio muraiolo e dal picchio nero; a quote più alte durante la bella stagione si trova il territorio ideale del corvo imperiale e della coturnice. I numerosi corsi d'acqua del Parco, popolati dalla trota fario, sono ambiente ideale per la lontra e la salamandrina dagli occhiali.

Si tratta di un ecosistema molto variegato, dove per molti secoli l'uomo, grazie alle sue azioni, ha assunto un ruolo importante nella conservazione del territorio.

Per maggiori informazioni     www.parcopollino.it

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Ultimo aggiornamento: 28-03-05