DRAGONI |
Il territorio del comune di Dragoni è formato da una zona montuosa, costituita da rilievi calcarei, e da una zona pianeggiante che si estende fino al fiume Volturno.
Il toponimo, attestato come Traguni, appare per la prima volta in un documento dell'812 del "Chronicon Vultumense", poi, nel X secolo, nella bolla di consacrazione del vescovo di Caiazzo, Stefano. La sua origine è assimilabile a quella di altri toponimi analoghi etimologicamente legati al favoloso animale. Ad esso è ispirato lo stemma civico, che rappresenta un drago d'oro rivolto a sinistra, in campo d'argento. L'abitato comprende diverse frazioni: San Giorgio, Pantano dove si trova la mia casetta di campagna, Trivolischi, Chiaio (foto a lato), Aschettini, San Marco e Maiorano di Monte. Il comune è dominato dal Castello medioevale, chiamato comunemente "Palazzo di Pilato", sito alla sommità di un monte conico e un tempo circondato da un villaggio ora scomparso. Il Castello è, approssimativamente, a pianta quadrata. Il mastio, anch' esso quadrato, è nell' angolo sud-ovest. Allo spigolo sudest è una torre circolare. Il portale si apre nella cortina nord, e presso di esso, all'interno, sono una grande cisterna circolare e alcuni vani rettangolari, coperti a volta. Sulla collina del Castello sono state individuate due Cinte murarie concentriche, in opera poligonale di calcare, di età sannitica. Coi Normanni ebbe la signoria del feudo la casata de Balban, poi detta di Balbano, che aggiunse in seguito l'appellativo del Castello, denominandosi di Dragone. Tra i più illustri feudatari è stato Goffredo di Balbano, che già nel 1276 possedeva una prestigiosa biblioteca. Questa famiglia durò nella signoria per sette generazioni; a essa successero i Ruffo, poi i Marzano, i de Carlon e, nel 1562, i Falco di Alvignano. Dal 1620 il feudo passò ai Gaetani di Laurenzana, i quali arricchirono ancora di più la biblioteca. La tradizione vuole che in quel secolo e nel successivo il Castello di Dragoni sia stato meta di numerosi studiosi, attratti proprio dalla celebre biblioteca, della quale, purtroppo, non è rimasta alcuna traccia. Dopo la caduta della Repubblica napoletana del 1799 a Dragoni si rifugiarono molti rivoluzionari in fuga da Napoli, che riuscirono così a mettersi in salvo. Nel 1860 vi si riunì e si armò la legione del Matese, che cooperò alle operazioni contro le truppe borboniche che difendevano Capua.
Ogni frazione ha una propria chiesa: nell'abitato di San Giorgio è la Chiesa di San Biagio, del XVIII secolo, ad aula con altare in marmo di Dragoni.
A Chiaio sorge la bella Chiesa dell'Annunziata, rimaneggiata nel Settecento, con resti di un antico portale e un notevole fonte battesimale in marmo locale; nell'abside, sull' altare maggiore è il dipinto ad olio dell’ Annunciazione, del XVIII secolo. Nella frazione Pantano è la piccola Chiesa di Sant'Andrea, ad aula rettangolare, con altare in marmo locale; di questa chiesetta la signorina Concettina Visco (zia di mia moglie Matilde) aveva in custodia le chiavi e ne ebbe cura con amore per molti anni. Nell'abitato di Trivolischi si trova l'antica Chiesa di San Simeone, a pianta quadrata, che presenta brani, purtroppo molto rovinati, di affreschi del XV secolo. Nella frazione di San Marco si trova la Chiesa di San Nicola, da identificare con quella citata nei documenti duecenteschi della curia di Caiazzo. Delle forme originarie ha ormai perduto ogni traccia. La pianta è ad aula absidata; recente è il riquadro in maiolica di R. Rossi, raffigurante San Nicola, posto sulla facciata. All'interno, sulla parete d'ingresso è la tela raffigurante la Madonna tra angeli e l'evangelista San Marco, di fattura ottocentesca; sulla parete di destra è una tela della stessa epoca con la Madonna tra San Francesco e San Pasquale; sulla parete di sinistra è un dipinto firmato F. Biasucci e datato 1915, raffigurante Sant'Anna e la Madonna adolescente.
Nella frazione di Maiorano di Monte sorge la Chiesa di San Giovanni Battista, risalente al secolo XV; nella canonica sono conservati alcuni dipinti, tra cui una Madonna col Bambino e i Santi Giovanni Battista, Lucia ed Agnello, e un'altra Madonna con Bambino e i Santi Antonio e Giovanni Battista del XVII secolo.