Stiamo
vivendo, all’inizio del nuovo millennio, una gravissima crisi
dell’umanità. Le persone di buona volontà sono poste di fronte a una
tragica sfida, una sfida che si ripresenta purtroppo a intervalli quasi
regolari nel cammino della civiltà. Una sfida che l’umanità ha
vissuto anche in tempi recenti – dieci anni fa all’epoca della
guerra del Golfo – e in decenni precedenti in momenti trepidi della
tensione internazionale, come al tempo di Giovanni XXIII e della crisi
di Cuba. Emerge cioè la domanda drammatica: come riuscire a spegnere
con decisione e fermezza ogni focolaio di terrorismo omicida senza nel
tempo stesso moltiplicare e ingigantire le reazioni a catena della
violenza e dell’odio? Il Papa nell’udienza di mercoledì scorso,
dopo aver espresso profondo dolore per gli attacchi terroristici che
hanno insanguinato l’America e la sua partecipazione al lutto di tante
famiglie, e dopo aver espresso la sua “indignata condanna” di “così
inqualificabile orrore”, ha riaffermato “che mai le vie della
violenza conducono a vere soluzioni dei problemi dell’umanità”. Ha
proclamato che “se anche la forza delle tenebre sembra prevalere, il
credente sa che il male e la morte non hanno l’ultima parola” […].
Non
vincerà il buio della notte, non trionferanno le tenebre della morte se
ciascuno di noi, nel vivere quotidiano e nell’ambito delle sue
responsabilità all’apparenza magari nascoste e insignificanti, bandirà
ogni violenza sia nelle parole sia nei sentimenti.
Anche nella
comprensibile ansia di una legittima difesa e nella giusta volontà di
disarmare e scoraggiare ogni possibile atto di terrorismo, sarà
importante agire nella ragionevolezza e nel rispetto della complessità
dei dati, senza facili semplificazioni di volti del nemico o affrettate
creazioni di capri espiatori che possano soddisfare una volontà di
rivalsa. La violenza e il terrorismo vanno isolati e disarmati con
energia e determinazione, ma proprio per questo non devono essere
confusi con contesti culturali, religiosi o etnici molto più ampi e che
solo una riduttiva ricerca di bersagli immediati da colpire potrebbe
ritenere responsabili diretti di tanta crudeltà.
(Dall’Omelia
per la camminata delle Sentinelle del Mattino - Saronno, 15 settembre
2001)