La
Pasqua ebraica
Il nome « Pasqua» significa « passaggio ». Il Faraone, che impediva
agli Ebrei, fermatisi in Egitto; di ripartirne, non era rimasto scosso
dalle calamità mandate dal Dio degli Ebrei sul paese: la verga di Mosè
tramutata in serpente, acqua del Nilo tramutata in sangue, invasione
di rane, invasione di zanzare, mosche, mortalità di armenti, grandine
devastatrice, invasione di locuste, oscurità.
Per costringerlo a dare il suo assenso, il Dio degli Ebrei, per mezzo
di Mosè, provocò l'ultima piaga che si rivelò la più terribile: la
morte di ogni primogenito.
Per evitare che anche gli Ebrei fossero colpiti da questa sciagura,
egli ordinò che, da ogni famiglia ebrea fosse immolato un agnello
maschio, senza macchia e nato nell'anno e che il suo sangue fosse
sparso sugli stipiti delle porte, mentre la carne dell 'animale doveva
essere arrostita e consumata in fretta, in piedi, con l'aggiunta di
pane non lievitato (azzimo).
Il sangue sparso sugli stipiti delle porte degli ebrei doveva far sì
che Dio, passando, risparmiasse la vita dei primogeniti ebrei.
E così avvenne. Mentre perirono, colpiti dalla mano di Dio tutti i
primogeniti egiziani, quelli ebrei furono salvi,e da allora fu
celebrata la Pasqua ebraica.
Durante la celebrazione della Pasqua ebraica, si compirono la Passione
e la Risurrezione di Cristo che fu chiamato « agnello pasquale» per il
sacrificio di se stesso compiuto per la salvezza degli uomini.
La
Pasqua Cristiana
Gesù aveva da tre anni iniziato la sua predicazione con la quale aveva
schiuso agli uomini nuovi orizzonti di amore, di giustizia, di
fraternità. Ma questa predicazione che, sia pure indirettamente,
sovvertiva l'ordine sociale del tempo, era stata fortemente osteggiata
dai sacerdoti ebrei, dai Farisei ecc. i quali catturarono Gesù e lo
portarono davanti al loro tribunale. Egli aveva affermato di essere il
Messia e il Figlio di Dio e per questa affermazione, considerata,
dagli Ebrei, una bestemmia, doveva essere condannato a morte.
Non potendolo essi condannare, non avendone il potere, lo condussero
davanti al tribunale di Pilato, governatore romano, accusandolo di
essersi dichiarato re e di sobillare il popolo.
Pilato lo interrogò ma non riconoscendo in Gesù nessuna colpa, non
volle prendersi alcuna responsabilità della sua morte e fece il gesto
di lavarsi le mani dicendo:« lo sono innocente del sangue di quest'uomo:
pensateci voi ». Ma il gesto non valse a salvare Gesù. I suoi nemici
chiedevano la sua morte e Pilato, debole e corrotto, non seppe
prendere posizione, per cui pronunciò, contro Gesù, la sentenza di
morte.
Gesù fu condannato ad essere crocifisso, ciò che era considerato il
supplizio più infamane. Fu condotto sul monte Calvario è innalzato
sulla croce. Agli scherni degli ebrei che lo invitavano a scendere e a
salvarsi, Egli rispose: «Padre, perdona loro, perché non sanno quel
che essi fanno ».
Spirò verso l'ora nona (le 15), dopo aver gridato: « Tutto è compiuto.
».
Nello stesso istante il cielo si oscurò, la terra tremò ed avvenne
ogni sorta di prodigi. Il corpo del Crocifisso fu deposto dalla Croce
e messo in un sepolcro nuovo, chiuso, sigillato, e posto sotto la
vigilanza dei soldati per timore che fosse trafugato.
Gesù aveva detto che sarebbe risorto e gli Ebrei temevano che i suoi
amici ne portassero via il corpo per poi parlare di, resurrezione.
Alcune pie donne, tra cui Maria Maddalena, andarono, dopo il Sabato
festivo, al Sepolcro, ma lo trovarono vuoto. La Risurrezione era
compiuta.
Gesù apparve, poi, agli Apostoli, i quali trassero da questa
miracolosa presenza, la forza e l'ispirazione necessaria per compiere
la loro missione in terra che era quella di continuare l'opera di
Gesù: far conoscere il Vangelo in tutto il mondo e convertire i popoli
alla fede di Cristo.
Quando Gesù lasciò la terra per il cielo (Ascensione: quaranta giorni
dopo la Pasqua), disse agli Apostoli: «A me fu dato ogni potere in
cielo e in terra: andate, dunque e insegnate a tutte le genti...».
Sorgeva così la nuova era cristiana.
La Pasqua in Italia
La Pasqua cristiana, come viene festeggiata in Italia, è preceduta da
un periodo di penitenza.
Questo spazio di tempo, detto Quaresima, della durata di quaranta
giorni, va dalle Ceneri (il mercoledì delle Ceneri, è il giorno in cui
il sacerdote pone la cenere sulla testa dei fedeli, in ricordo dei
residui dell'ulivo benedetto arso) al Sabato Santo (sabato prima di
Pasqua),prevede moderazione alimentare. La penitenza è interrotta solo
per la mezza Quaresima, ossia il giovedì della settimana centrale
della Quaresima, in cui si sospende l'astinenza e si ritorna per un
giorno all'atmosfera del carnevale.
Negli ultimi giorni prima della domenica di Pasqua, in Italia, come in
molti Paesi cattolici, si svolgono diversi riti che rievocano la
Passione di Cristo. In questa occasione, hanno luogo molte cerimonie
folcloristiche in cui vengono rappresentati alcuni episodi della
Passione, si benedicono le case,si consuma l'agnello pasquale, e si
distribuiscono uova e dolci a forma di colomba.
L'uso di regalare uova è collegato al fatto che la Pasqua coincide con
l'inizio della primavera, che anticamente era celebrata con riti per
la fecondità ed il rinnovamento della natura.
L'uovo simboleggia, infatti, la vita che si rinnova.
Dopo la lunga preparazione alla Quaresima, il ritmo dei riti evocativi
della Passione si intensifica e raggiunge il vertice il Venerdì Santo.
Con la Pasqua la comunità dei fedeli vive un giorno di lutto
universale, espresso attraverso diverse forme di partecipazione
popolare.
In molte regioni italiane, all'alba del Venerdì Santo, le donne vanno
in chiesa e, a ginocchia nude
sul pavimento, recitano una breve preghiera. Molte delle preghiere di
oggi sono molto antiche, alcune risalgono anche al Quattrocento. In
molte regioni italiane, all'alba del Venerdì Santo, le donne vanno in
chiesa e, a ginocchia nude sul pavimento, recitano una breve
preghiera.
Molte delle preghiere di oggi sono molto antiche, alcune risalgono
anche al Quattrocento.
Oltre alla preghiera, la riproduzione degli eventi, che accompagnarono
la morte e la resurrezione di Cristo, è il modo più diretto che la
gente ha per partecipare al dolore della perdita.
Così, nelle regioni d'Italia vengono messe in atto molte recite in
cui, fin dal Medioevo, viene rievocata la morte di Gesù.
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