Nella casa
del poeta a Jorasanko era vissuta sin dall'età di otto anni, secondo
il costume indiano per le spose,
Kadambari,
la cognata, donna di grande cultura e bellezza.
Gli era
cresciuta vicino ed era la sua compagna di giochi. Kadambari si
suicidò quando il poeta, obbedendo
all'imposizione del padre, accettò di trasferirsi in un'altra
abitazione.
Gesto
disperato e provocatorio, del tutto incomprensibile per la mentalità
e la religiosità induista.
Per tutta
la vita il poeta porterà il dolore e il rimpianto di questa perdita,
sentendosene responsabile.
La moglie
Mrnalini, pazientemente gli rimane accanto con semplicità donandogli
cinque figli.
Muore a
ventinove anni. Una serie di lutti da questo momento segna
profondamente l'esistenza del grande
sognatore: muoiono due figli piccoli, il padre ed il segretario,
amato come un familiare.
Dalla
personale esperienza d'amore e di dolore Tagore lascia sgorgare le
stupende liriche che hanno nutrito
la mente
ed il cuore di generazioni di lettori, anche occidentali.
Leggendo
le poesie di Tagore si trovano continui riferimenti alla cultura,
alle tradizioni e ai costumi orientali,
particolarmente indiani. Nelle sue poesie si "odono" tintinnare i
braccialetti, si "vedono" le donne attingere
acqua al
pozzo e il viandante stanco ed assetato venire sulla strada
polverosa.
In una
sinfonia di immagini ecco le tartarughe scaldarsi al sole sulla
spiaggia, alberi dai nomi esotici, fiori
intrecciati a formare ghirlande posti al collo dell'ospite gradito e
desiderato; gli elementi naturali, come le onde
del mare
e la luce lunare, accarezzare l'essere amato…
Si
"vivono" i momenti di tempo sospeso in attesa del monsone o in
ascolto delle voci della natura e del cuore
mentre si
sta appoggiati all'uscio di casa. Piccoli grandi momenti della vita
quotidiana…soffusi di armonia nella
poesia
intensamente appassionata eppur così delicata di Rabindranath Tagore.
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