In Sardegna,
ambita meta del turismo nazionale e internazionale per le
sue splendide spiagge, i paesaggi unici e la storia
avvolta da misteriosi, arcaici tesori...il Carnevale ha un sapore
antico,
fatto di fascino che si perde lontano...nella notte dei tempi...
"Avremmo perduto la memoria stessa,
insieme alla lingua, se il dimenticare fosse in
nostro potere così come il tacere"
Tacito
E
così...
...la
Sardegna, una delle terre europee più ricche di tradizioni popolari,
conserva a Mamoiada, centro nella Barbagia di Ollolai, l'arcaico
rituale dei
Mamuthones
e degli
Issohadores.
Il ritmo è cadenzato, possente...
I Mamuthones,
con
maschera facciale di legno nera fermata da un fazzoletto scuro, con
addosso una pelle di pecora senza maniche e un gruppo di campanacci
sulla schiena, si dispongono incolonnati su due file, creando uno
spazio all'interno. Una fila procede a piccoli passi, andando avanti
col piede sinistro, retrocedendo col piede destro; la fila opposta,
avanza col piede destro e retrocede col sinistro. Entrambe le colonne
modificano il passo di danza con una variante di tre piccoli passi
eseguiti più velocemente.
Gli Issohadores,
con un corpetto rosso e pantaloni bianchi, panno frangiato, cintura di
piccoli sonagli, lungo laccio detto appunto "soha" e cappello nero ad
ampia falda, si dispongono all'esterno, davanti, al centro e dietro,
lasciando solo a uno il compito di coordinamento e di guida. La
funzione esteriore appare quella di garantire lo svolgimento del
rituale e di catturare prede, oggi prevalentemente femminili, con la
soha quasi a voler riaffermare e riproporre le modalità dell'azione
che ha portato al dominio del gruppo che controllano.
E ancora...
...rullano incessantemente i tamburi, il cavaliere ha indosso la
Maschera di un Dio misterioso e impugna la spada tenendola dritta
davanti a sé. Si leva in piedi sulla sella mentre il cavallo sfreccia
a perdifiato sulla pista, al galoppo sfrenato. Pochi secondi dopo, il
boato del pubblico accompagna la
punta del fioretto che infilza la stella. È fatta. La gente acclama
"Su Cumpoidori"
ed esulta davanti a quel
trofeo mostrato con orgoglio e vanto.
È la "Sartiglia" di Oristano:
festa dai mille
simboli, festa della magia, della prosperità e della miseria, del
dolore e della speranza.
Un fiume di persone, provenienti dalle città e dai paesi di tutta
l’isola, si accalca ai bordi di un tracciato di terra e paglia. Ad
ogni edizione, su quel percorso pestato dagli zoccoli dei cavalli si
riversano secoli di storia...e un fragore di urla e applausi guida le
gesta del cavaliere, quando la spada trafigge la stella.
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