Arlecchino
é certamente la più conosciuta e popolare fra le maschere italiane. E'
anche una delle più antiche, perché le sue origini si possono
rintracciare nella figura del "diavolo burlone" delle favole
medioevali e in seguito nel "buffone" delle compagnie di comici
girovaghi alle corti principesche o fra i saltimbanchi e gli acrobati
nelle fiere e nei mercati dei sobborghi, sempre affollati di gente in
cerca di divertimento. Nasce a Bergamo bassa, dapprima parla nel
dialetto di quella terra, ma poi lo muterà in quello veneto, più dolce
e aggraziato. Il suo vestito era tutto bianco, come quello di
Pulcinella, ma col tempo, a furia di rattoppi con pezzi di stoffa di
ogni genere, é diventato quello che oggi tutti conosciamo: un
variopinto abito composto da un corto giubbetto e da un paio di
pantaloni attillati, entrambi a losanghe e triangoli di tutti i
colori. Arlecchino ha un carattere stravagante e scapestrato. Ne
combina di tutte i colori, per far onore al suo vestito, inventa
imbrogli e burle a spese dei padroni avidi e taccagni dai quali é a
servizio, ma non gliene va bene una. Arlecchino, bada bene, non é uno
stupido; forse ingenuo, talvolta magari un po' sciocco, ma ricco di
fantasia e immaginazione. In quanto a lavorare nemmeno a parlarne; fra
Arlecchino e il lavoro c'é una profonda incompatibilità. Però fa
lavorare la lingua...e molto! I suoi lazzi, le sue battute, le sue
ingenue spiritosaggini, fanno ridere a crepapelle tutti quanti. Quando
poi non sa come cavarsi da un impaccio o liberarsi da un guaio,
allora diventa un abile maestro nel far funzionare le gambe; capriole,
piroette e salti acrobatici. Vivace, scanzonato, pieno di brio e di
trovate, Arlecchino è la più simpatica fra le maschere italiane.
Ancora oggi, dai palcoscenici dei teatri o nel mezzo di una festa di
Carnevale, incanta e diverte il pubblico dei bambini e dei non più
bambini.
Scrivetemi e pubblicherò con immenso
piacere le vostre Poesie, i vostri Pensieri, i vostri Racconti...