Con il nuovo orario nessuna delle nostre richieste è stata accolta! (21/9/2006)
Presto renderemo note le analisi dettagliate del nuovo orario, ma fin d'ora si può affermare che nessuna delle richieste presentate dalla nostra associazione è stata accolta. Richieste che le amministrazioni ci avevano garantito sarebbero state soddisfatte entro marzo, poi aprile, poi maggio e infine giugno. Con una serie tanto impressionante quanto immotivata di rinvii si è arrivati inutilmente fino a settembre senza ottenere nulla. Restano aperti tutti i problemi già segnalati da mesi a cui si aggiungono alcune nuove problematiche generate da quest'ultimo cambio di orario come lo scambio di due treni alle 17.15 e alle 17.25 da Milano, il più veloce dei quali è stato messo a seguito di quello più lento, secondo la logica ferroviaria lombarda che privilegia sistematicamente i treni con fermate nel tratto lombardo a quelli dei pendolari piacentini ed emiliani, che peraltro vengono spesso obbligati ad inutili fermate intermedie, non previste da orario, semplicemente per supplire a ritardi anche di soli 5 minuti dei treni lombardi. Questi episodi si aggiungono alle tantissime fermate dei treni emiliani veloci concesse in passato a svariati paesini della Lombardia, nonostante questi avessero un numero di pendolari decisamente inferiore a quello di Piacenza ed un numero di treni sproporzionatamente superiore.
Tutta questa operazione, avviata nel dicembre scorso, ha portato ad un aumento di costi di viaggio e al peggioramento del servizio per migliaia di pendolari e decine di migliaia di viaggiatori saltuari. E' stata attuata sulla pelle di noi cittadini con la complicità della classe politica e amministrativa che ha agito solo in difesa degli interessi economici di quella classe dirigente FS appartenente ai loro stessi partiti politici.
L'unica maniera di risolvere il problema è operare per il veloce ricambio di quegli amministratori che, in barba al mandato ricevuto, stanno dimostrando di non difendere i diritti di noi cittadini.
Nuovo orario settembre 2006: la solita bufala! (2/10/2006)
Come avevamo anticipato il cambio di orario presentato come un miglioramento sulla Piacenza-Milano è risultato un'autentica bufala. La comparazione dimostra che le affermazioni delle ferrovie, della regione Emilia Romagna e di alcuni sedicenti rappresentanti dei pendolari (che invece supportano ben precisi schieramenti politici), sono solo azioni di propaganda per illudere e mantenere calmi i viaggiatori.
Restano totalmente disattese le richieste presentate dalla nostra associazione
in diverse occasioni nel corso dell'ultimo anno e volte al miglioramento del servizio con
il ripristino, la velocizzaizone e il cadenzamento dei treni Interregionali.
Dalla comparazione
(PDF 77Kb), compiuta per le fasce orarie pendolari (6-9 e 16-21), si vede che le
variazioni tra prima e dopo il cambio di orario sono inesistenti e lasciano il servizio in
condizioni disastrose, pressoché uguali a quelle dello scorso dicembre. Si applicano
pertanto le osservazioni da noi fatte nell'analisi dettagliata (189Kb).
Per inciso va detto che anche fuori da quelle fasce orarie le cose non cambiano.
Sono già visibili invece i nefasti effetti di alcune modifiche come lo scambio di due
treni alle 17.15 e alle 17.25 da Milano che, a parole doveva essere un miglioramento,
mentre di fatto si sta dimostrando un autentico fallimento con i peggioramenti illustrati
nei due articoli successivi.
In questo nuovo orario non vi è ancora traccia dei treni
Interregionali tolti lo scorso dicembre. Le percorrenza di quei rarissimi IR ancora in
circolazione è inoltre al di sopra di quanto stabilito dal Protocollo di intesa con le
Ferrovie ed il loro cadenzamento è pressoché inesistente e molto inferiore ai due IR
ogni ora previsti dall'accordo. Basti sapere che all'andata c'è un solo treno IR da
Piacenza a Milano tra le 6 e le 9, ovvero un cadenzamento di 1 treno ogni 3 ore! Al
ritorno le cose non cambiano con solo 2 treni IR in cinque ore, tra le 16 e le 21. Su
Parma invece i treni IR non esistono proprio.
I treni Intercity restano invece al loro posto e i maggiori costi di questi treni vengono
pagati direttamente dai viaggiatori oppure con soldi pubblici (quindi da tutta la
collettività); soldi generosamente offerti dall'amministrazione regionale emiliana per un
servizio che invece potrebbe essere garantito in modo più efficiente ed economico con i
treni Interregionali.
A causa dell'eliminazione dei treni Interregionali molti viaggiatori e
pendolari sono obbligati a servirsi dei treni Regionali, mediamente più lenti, meno
capienti e di qualità inferiore rispetto ai treni IR. I dati mostrano infatti che per
quei treni le velocità di percorrenza medie per l'andata (PC-MI) variano da 65 a 75Km/h a
seconda della stazione di Milano considerata, ma vi sono anche casi di velocità medie da
"ciclomotore" pari a 48Km/h! Al ritorno le "performance" si mantengono
simili. Ricordiamo però che questa analisi si basa sui tempi teorici di percorrenza senza
considerare i ritardi, la situazione reale è quindi ancora peggiore.
La stazione più penalizzata risulta essere Milano Lambrate, servita quasi esclusivamente
da treni regionali che per l'andata e il ritorno rappresentano rispettivamente l' 89% e il
67% del totale dei treni. In media quei treni impiegano, quando sono puntuali, più
di un'ora per percorrere 68Km con picchi di 1 ora e 24 minuti! E pensare che con il
protocollo di intesa gli IR avrebbero dovuto impiegare al massimo tre quarti d'ora.
La stazione di Milano Lambrate era utilizzata dal 40% dei viaggiatori pendolari emiliani,
alcuni dei quali oggi sono costretti a scendere o cambiare in altre stazioni con aggravio
di tempo e di costi per lo spostamento con i mezzi pubblici.
Ovviamente di questa esigenza di collegamenti veloci e cadenzati su Milano Lambrate per
migliaia di viaggiatori, sia Trenitalia che le amministrazioni locali e regionali emiliane
non se ne preoccupano minimamente. Lambrate è destinata ad essere servita sempre peggio,
dato che non rientra negli schemini preconfezionati dalla dirigenza FS, che punta solo ad
un servizio basato su parole anziché confrontarsi con la realtà e i bisogni dei
viaggiatori.
I ritardi di tutti i treni, dai Regionali fino agli Intercity, nei mesi di luglio e settembre 2006 sono tornati ad essere elevatissimi, questo nonostante Trenitalia, con l'orario di dicembre 2005, avesse drasticamente aumentato i tempi di percorrenza di moltissimi treni nel vano tentativo di compensarne i ritardi. Il risultato è quindi un ulteriore rallentamento reale dei collegamenti con un peggioramento del servizio. Le soppressioni dei treni sono tornate di moda, merito anche delle ridicole penali applicate a Trenitalia che fungono da incentivo alle soppressioni.
Il cambio di orario ha inoltre prodotto altri effetti negativi non
visibili con la sola analisi delle percorrenze. Parliamo del materiale rotabile sempre
più di qualità scadente e con un ridotto numero di carrozze. Un tempo i treni IR
viaggiavano, da contratto, con 13 carrozze, oggi i loro sostituti viaggiano quasi
dimezzati con viaggiatori costretti a rimanere in piedi. Sono state anche reintrodotte
carrozze con posti a sedere totalmente anti-anatomici (sedute e schienali con forma a
cuneo), si tratta di materiale probabilmente scartato dalla regione Lombardia. Questi
sedili causano, dopo solo pochi minuti, indolenzimenti alle gambe e fastidiosi dolori alla
schiena, rendendo così il viaggio un'autentica tortura.
Vi sono poi i nuovi Intercity con posti a sedere progettati da chi non sa cosa voglia dire
viaggiare in treno. Quelle nuove carrozze sono giudicate inadeguate e scomode da molti
viaggiatori, come era già stato peraltro anticipato dalle osservazioni contenute nell'analisi dettagliata (189Kb),
presentata molto tempo fa dalla nostra associazione. Ancora una volta quindi gli appalti
FS hanno portato solo ad un grosso sperpero di denaro.
Nonostante le belle parole di coloro che cercano di tenerci buoni il servizio si sta
quindi progressivamente deteriorando.
Meglio di noi continuano a viaggiare i colleghi pendolari di Codogno e di altre stazioni in Lombardia che, nonostante siano in numero molto inferiore ai piacentini hanno proporzionalmente più treni e più veloci. Nell'analisi viene considerata la stazione di Codogno che pur avendo un quinto dei pendolari piacentini è servita da quasi lo stesso numero di treni ed ha un servizio migliore grazie alla presenza di molti treni diretti e di un grande santo in paradiso che ne privilegia le tracce garantendone la precedenza sui treni emiliani.
Ancora una volta tutta la manovra del cambio d'orario è servita a
mantenere intatto il sistema di treni Intercity che Trenitalia, con l'appoggio della
Regione Emilia Romagna, ha forzatamente introdotto per spillare più soldi ai viaggiatori
senza offrire alcun miglioramento del servizio. Disattese tutte le garanzie date dalla
Regione Emilia Romagna sul ripristino del vecchio orario ferroviario e dei treni
Interregionali visti i disastri di questo nuovo sistema.
Possiamo quindi affermare che questo nuovo orario rappresenta il totale fallimento delle
scelte imposte dall'amministrazione regionale dell'Emilia Romagna contro la volontà e il
parere di decine di migliaia viaggiatori e cittadini, nonché la sconfitta delle azioni
intraprese dalle amministrazioni piacentine per risolvere detti problemi. Rappresenta
invece un ben regalo a quella dirigenza lottizzata che, con l'appoggio della classe
politica, si è assicurata privilegi e lauti stipendi con i soldi munti da noi viaggiatori
e cittadini a fronte di un servizio ferroviario pessimo.