Scale di 6 note - pag.2

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1. Scala maggiore di sei note e scale derivate


Dopo l'esperimento proposto al paragrafo precedente, cominciamo a costruire le nostre scale di 6 note. Certamente non abbiamo la presunzione di riscrivere la teoria musicale. Quello che vorremmo ottenere, invece, ha uno scopo essenzialmente pratico. Accingendoci ad improvvisare vorremmo avere un sistema che ci consenta di avere a disposizione, per ciascun accordo, una semplice formula che riassuma 'le note ovvie e consonanti'.
Un sistema del genere è congegnato per: a) pensare accordo per accordo escludendo la necessità di piu' o meno complicate analisi relative alla concatenazione degli accordi b) avere immediatamente a disposizione, oltre che le note degli accordi nella loro forma piu' semplice (che nel jazz prevede la presenza di 4 note), anche le estensioni piu' comuni.

Cominciamo quindi con scala maggiore di DO, alla quale abbiamo tolto la quarta:

DO, RE, MI, SOL, LA, SI
(Tonica, 2a maggiore, 3a maggiore, 5a giusta, 6ta maggiore, 7a maggiore)
Questa scala di sei note è perfetta per improvvisare su Cmaj7, C6, C6/9, Cadd9.

La stessa serie di intervalli è peraltro applicabile ad altri accordi.
La cosa risulta piuttosto ovvia, se scriviamo la stessa scala a partire dal LA: LA, SI, DO, RE, MI, SOL

Scritta così, possiamo ancora interpretarla come una scala maggiore di DO , che parta dalla sesta ed ometta la quarta. Nessuno infatti ci obbliga a suonare una scala, e tanto meno a fraseggiare sopra un accordo, partendo sempre dalla fondamentale (è anzi raccomandato il contrario). Ma se invece attribuiamo alla nota LA la qualita' di fondamentale, possiamo pensarla (e sentirla) come una scala di LA minore priva della sesta .

Ora, oltre alla scala maggiore, abbiamo anche una scala minore di 6 note. Come abbiamo visto, la seconda deriva dalla prima. Confrontiamole scrivendole a partire dalla stessa fondamentale:
DO, RE, MI, SOL, LA, SI;
(Tonica, 2a maggiore, 3a maggiore, 5a giusta, 6ta maggiore, 7a maggiore)
DO, RE, MIb, FA, SOL, SIb;
(Tonica, 2a maggiore, 3a minore, 4a giusta, 5ta giusta, 7a minore)

La scala minore, oltre alla terza minore, contiene la quarta e la settima minore. Questa scala risulta adatta ad improvvisare su Cmin7, Cm9, Cm11.
Si noti come la sesta, che si trova ad un semitono di distanza dalla settima minore, e pertanto potrebbe creare una dissonanza indesiderata, venga omessa, analogamente a quanto avviene con la quarta nella scala maggiore.
L'esclusione di queste note, oltre ad evitare possibili dissonanze, ha anche un altro importante vantaggio. Nella maggioranza delle situazioni è possibile stabilire una relazione tra queste scala e i relativi accordi, indipendentemente dal contesto armonico in cui tali accordi vengono a trovarsi.
Ovvero, detto che per improvvisare su Cmaj la scelta di note da cui partire è DO, RE, MI, SOL, LA, SI, questo vale per qualsiasi progressione in cui compaia il Cmaj. Ad esempio:

A) Dmin7/ G7/ Cmaj7//
B) Amin7/ D7/ Gmaj7/ Cmaj7//
C) Amaj7/ Cmaj7/ Fmaj7/ Bbmaj7//

In altre parole, per chi è familiare con la terminologia che fa riferimento ai c.d. gradi della scala maggiore, questa scelta di note è valida per l'accordo di C maj, sia esso un I grado - come nella progressione A), - un IV grado - come nella progressione B), o faccia parte di un ciclo di accordi che modulano continuamente in vista di una risoluzione finale - come nel caso del turnaround della progressione C).

Analogamente, se la scelta di note per Cmin7, Cmin9, Cmin11, è DO, RE, Eb, FA, SOL, Bb, ciò vale per ognuna di queste progressioni:

D) Ebmaj7/ Cmin7/ Fm7/ Bb7//
E) Cmin7/ F7/ Bbmaj7//
F) Dm7b5 / G7b9/ Cmin7//
G) Gmin7 / Cmin7/ Am7b5/ D7#9//

Ovvero, laddove il Cmin 7 sia un VI grado - come alla lettera D -, un II grado - lettera E), un I grado di una progressione in tonalità minore - lettera F) -, oppure un IV grado di un'altra progressione minore - come alla lettera G).

Fa invece eccezione la progressione:

H) Cmin7/ Fm7/ Bbmin7/ Eb7//

In questo caso, la progressione è in tonalità di Ab maggiore, e il Cmin7 fa parte di una progressione III/VI/II/V. In sostanza il Cmin7 è un sostituto del Abmaj7, e può essere considerato tale ai fini dell'improvvisazione (scala di LAb di 6 note: LAb, SIb, DO, MIb, FA, SOL).


La serie di intervalli che origina la scala maggiore di 6 note, è applicabile ancora ad un altro accordo. Infatti, scrivendola a partire dal RE:

RE, MI, SOL, LA, SI, DO;

possiamo interpretarla come una scala maggiore di DO, a partire dalla seconda o nona, ma anche intendere che RE sia la fondamentale, ed applicarla agli accordo di settima di dominante con la quarta sospesa..

Come per la scala minore, impariamo a costruire (e a sentire) la scala a partire dalla tonica dell'accordo su cui andremo ad improvvisare). Confrontiamo dunque le tre scale a partire dalla stessa fondamentale.

DO, RE, MI, SOL, LA, SI;
(Tonica, 2a maggiore, 3a maggiore, 5a giusta, 6ta maggiore, 7a maggiore)
Cmaj (6, 7, 9)

DO, RE, MIb, FA, SOL, SIb;
(Tonica, 2a maggiore, 3a minore, 4a giusta, 5ta giusta, 7a minore)
Cmin (7, 9, 11)


DO, RE, FA, SOL, LA, SIb;
(Tonica, 2a maggiore, 4a giusta, 5ta giusta, 6a maggiore, 7a minore)
C7(sus4, 11, 13 sus4)

Come si vede, in quest'ultima scala la terza risulta omessa, evitando ogni possibile dissonanza con la quarta, la cui presenza caratterizza gii accordi c.d. sospesi. Si osservi poi come la scala includa la nona e la sesta (o tredicesima), estensioni assai piacevoli di tali accordi, oltre alla indispensabile settima di dominante.


2. Imparare le scale (i limiti dell'approccio 'visivo' e della ripetizione meccanica).

Il metodo che vorrei proporvi per studiare le scale è un po' diverso dall'usuale. Solitamente noi chitarristi cerchiamo anzitutto di individuare un numero più o meno vasto di modi per diteggiare le scale, e poi di memorizzare visivamente le forme che tali diteggiature assumono sulla tastiera.
La natura complicata della chitarra, però, rende molto arduo il nostro tentativo di visualizzare tutto.
Ci sembra di dover studiare una quantità di materiale pressoché infinita. Per ricordare ciò che studiamo, cerchiamo di aiutarci con la ripetizione ossessiva, nella ricerca dell'automatismo del gesto tecnico.
I limiti di tale sistema di apprendimento consistono nell'abitudine di suonare meccanicamente, senza essere consapevoli della funzione armonica delle note, e soprattutto senza 'sentire' ciò che stiamo suonando. In altre parole, mentre la nostra capacita' di memoria visiva e le nostre dita fanno un gran lavoro, il nostro orecchio musicale, che è la risorsa più importante per un musicista, resta sostanzialmente a riposo.
Proprio per superarne i limiti, cercheremo di ribaltare l'approccio chitarristico più comune. Prima impareremo ad ascoltare la serie di intervalli che dà origine ad una determinata scala. Poi troveremo le diteggiature, che verranno di conseguenza, in modo del tutto naturale.
Per far ciò dovremo cantare molto, e dare dei nomi alle note, che ci aiuteranno a capirne la funzione armonica. .



3. Solfeggio per Jazzisti

Useremo il sistema del DO mobile, che ho avuto modo di imparare dal sassofonista Greg Badolato, ai seminari estivi della Berklee School.
Si tratta di una sorta di solfeggio cantato che consente di sviluppare il proprio orecchio relativo, ovvero la capacita’ di individuare con precisione i rapporti intercorrenti fra le diverse altezze dei suoni, abilità necessaria ai fini dell’improvvisazione.
Con il sistema del DO mobile si canta una sillaba diversa per ogni nota. Questo e’ importante perché consente di associare un nome ad ogni suono, evitando di cantare allo stesso modo suoni diversi, come accade con il solfeggio che si insegna al conservatorio.
Le note naturali si cantano con i loro nomi tradizionali. L’unica differenza è costituita dalla nota ‘si’ che si canta con la sillaba TI. Una scala maggiore, quindi, si canta cosi’:

DO RE MI FA SOL LA TI DO

Le note con il diesis si cantano alterando la sillaba della nota naturale, cambiando la vocale in ‘i’. Una scala cromatica ascendente, (do do# re re# mi fa fa# sol sol# la la# si do) si canta:

DO DI RE RI MI FA FI SOL SI LA LI TI DO

Le note con il bemolle si cantano alterando la sillaba delle note naturali, cambiando la vocale in ‘e’. Fa eccezione la nota re, che finisce già per ‘e’, che pertanto si altera in ‘a’. Ecco allora una scala cromatica discendente (do si sib la lab sol solb fa mi mib re reb do) :

DO TI TE LA LE SOL SE FA MI ME RE RA DO

A questo punto, sarà bene chiarire in che senso il DO si considera, in questo sistema, mobile. Nel senso che, a seconda delle necessita’ del momento, possiamo fissarlo in corrispondenza di qualunque nota. In questo sistema, le sillabe DO RE MI FA SOL LA TI (e le relative alterazioni DI RA-RI ME FI -SE SI-LE LI-TE) non corrispondono necessariamente alle altezze assolute dei suoni. Possono corrispondere se stiamo effettivamente cantando nella tonalita’ di do, ma non corrispondono quando cantiamo in altre tonalita’. In altre parole, possiamo cantare DO RE MI FA SOL LA TI DO anche se stiamo cantando in tonalita di sol, fa, mib, fa# o qualsiasi altra tonalita’. In questo sistema, i nomi rappresentano la funzione delle note in relazione ad un determinato centro tonale o tonica di riferimento.
In sostanza, è come se cantassimo con dei numeri, secondo lo schema seguente.

DO = 1 (tonica)
DI-RA= 2b (seconda o nona minore)
RE = 2 (seconda o nona maggiore)
RI-ME = 2# -3b (seconda o nona eccedente o terza minore)
MI = 3 (terza maggiore)
FA = 4 (quarta)
FI-SE = 4# -5b (quarta aumentata o quinta diminuita)
SOL = 5 (quinta giusta)
SI-LE = 5# 6b (quinta eccedente o sesta minore o tredicesima minore)
LA = 6 (sesta o tredicesima maggiore)
LI-TE = 7b (settima minore)
TI = 7 (settima maggiore)



4. Interiorizzare il suono delle scale di 6 note

Cominciamo a cantare le note della scala, suonando contemporaneamente su una sola corda.

Video 1

In questo modo mentre sentiamo le note, vediamo molto chiaramente, lungo la corda, la struttura degli intervalli di questa scala.

Tono (DO, RE), Tono (RE, MI), Terza minore (MI, SOL), Tono (SOL, LA), Tono (LA, TI), 1/2 Tono (TI, DO)

Allo stesso tempo, cantando le note ci rendiamo conto della funzione di ogni nota rispetto alla nota DO, che scegliamo di considerare come Tonica.

RE è la seconda o nona (maggiore); MI è la terza maggiore; SOL e' la quinta giusta; LA e' la sesta maggiore. TI (SI) e' la settima maggiore.

Continuiamo a suonare su una corda, cantando i nomi delle note, e ogni tanto suoniamo un bel Cmaj7, un C6, o un C6/9, o un Cadd9. Ci renderemo conto, non solo teoricamente, ma ancor di più auditivamente, del rapporto di consonanza fra questa scala e ciascuno di questi accordi.

Video 2


Per poter usare queste scale improvvisando, dobbiamo imparare: 1) a suonare la scala a partire da ognuna delle note che la compongono, in una tonalità data; 2) a suonare la scala, da ognuna della note che la compongono, in qualsiasi tonalità.
Cantare i nomi delle note, restando nella tonalità di Do, è importante, perche' i nomi delle note non solo evidenziano l'altezza assoluta dei suoni, ci dicono anche quale è l'intervallo che separa la nota che stiamo cantando da quella successiva della scala. ovvero ci informano anche sulla altezza relativa dei suoni.
Se partiamo da RE, ad esempio, sappiamo che per raggiungere la nota successiva della scala, MI, dobbiamo salire di un tono. Per andare da MI a SOL, dobbiamo salire di un tono e mezzo, per il LA di un tono , per il SI di un tono, per il DO di mezzo tono e infine per il RE di un altro tono .
Se invece partiamo dalla terza, MI, per arrivare al SOL dobbiamo salire di una terza minore, per il LA di un tono , per il SI di un tono , per il DO di mezzo tono, ecc.
Se partiamo dalla quinta Sol, per arrivare al La saliamo di un tono, per il Si di un altro tono , per il DO di un semitono, per il RE di un tono ecc.
Cantando la scala nella tonalità di DO, avremo ben chiara nella nostra mente e nelle nostre orecchie la successione degli intervalli della scala. Acquisito dunque il nostro 'modello' di scala in tonalità di DO, ci renderemo conto che suonare la scala in qualsiasi altra tonalità, ed a partire da qualsiasi nota della scala, non sarà affatto difficile. Le varie tonalità, a dispetto dei differenti nomi delle note, costituiscono altrettanti mondi assolutamente paralleli al modello costituito dalla tonalità di DO. Potremo quindi, improvvisando, in qualunque tonalità, sapere quale grado della scala stiamo suonando in un dato momento, in relazione all'accordo che si trova in quel punto della progressione armonica, e questo ci aiuterà molto nella creazione delle nostre linee melodiche.
Passiamo ora ad un esempio pratico: suoniamo la scala in una tonalità diversa dal DO. Supponiamo di suonare la nostra scala in MI, ancora su una corda sola. Tutto ciò che dobbiamo fare e' mettere un dito della mano sinistra in corrispondenza della nota MI. Quella e' la nostra nuova tonica.
Proviamo allora a suonare un MI, cantando DO. Nella nostra scala dopo il DO c'è il RE, quindi saliamo di un tono e cantiamo RE (anche se stiamo suonando un F#). Ora saliamo di in tono e cantiamo MI (stiamo suonando un SOL#). Nella nostra scala ora viene il SOL, che e' esattamente un tono e mezzo sopra il MI, quindi saliamo di un tono e mezzo e cantiamo SOL, (mentre stiamo suonando un SI). Poi saliamo di un tono e cantiamo LA (mentre suoniamo un DO#).Un altro semitono e cantiamo SI (suoniamo RE#). Un semitono e cantiamo DO (stiamo suonando MI). Molto più complicato da spiegare che da fare.
Abbiamo suonato la nostra scala in tonalità di MI a partire dalla tonica, cantando come se fossimo in DO, perchè in questo modo è più facile pensare in qualsiasi tonalità, rendendoci conto della funzione delle note che stiamo suonando.
Attenzione, non sto suggerendo che possiamo permetterci di ignorare la teoria musicale, o che sia inutile conoscere i nomi reali delle note che si suonano. Se non possedete queste nozioni, vi conviene acquistarne una solida conoscenza. Quello che sto cercando di spiegare è un metodo per pensare e sentire rapidamente in tutte le tonalità, senza essere rallentati dai calcoli mentali relativi alle trasposizioni, o alle più o meno numerose alterazioni delle tonalità difficili, perchè ciò è molto utile nell'educazione dell'orecchio e ai fini dell'improvvisazione. Ovviamente, quando leggete o scrivete musica, dovete invece preoccuparvi dei nomi reali delle note, sapere quanti bemolli ci sono nella tonalità di Solb, ed anche sapere molto bene dove trovare le note sulla tastiera!!!



5. Esercizi sulle scale: impadronirsi definitivamente delle scale di 6 note.

Pensare le scale di 6 note, come somma di due terne (Do Re Mi_Sol La Si)
Suonare su una corda sola per volta.

Scala maggiore

1) Dalla fondamentale: Do Re Mi _ Sol La Si
A) sulla seconda corda suonare Do Re Mi _ Sol La Si;
B) sulle altre corde suonare Do Re Mi _ Sol La Si;
C) trasportare la scala in tutte le tonalità, per quarte, cantando con il sistema del Do mobile.
Ovvero, circa il punto C), localizzare un Fa sulla tastiera (ad esempio sul primo tasto della prima corda), suonarlo cantando Do, continuare a suonare le altre note della scala cantando Re Mi_ Sol La Ti (note effettivamente suonate Fa Sol La Do Re Mi).
Localizzare un Bb sulla tastiera, cantarlo come Do e ripetere lo stesso procedimento.
Ripetere a partire da Mib, Lab, Reb, Solb, Si, Mi, La, Re, Sol.    Audio 1

2) A partire dalla terza:
Mi Sol La_Si Do Re   Audio 2
A) sulla seconda corda suonare e cantare Mi Sol La _ Ti Do Re
B) suonare la scala a partire dalla terza sulle altre corde
C) trasportare la scala per quarte, cantando con il sistema del Do mobile.
Ovvero, localizzare un La (terza di Fa) sulla tastiera, (ad es. sulla terza corda, secondo tasto). Cantare Mi Sol La _ Ti Do Re (mentre si suona in effetti La Do Re Mi Fa Sol).
Ripetere il procedimento a partire dal Re (terza di Bb), continuando a cantare Mi Sol La _ Ti Do Re (mentre si suona in effetti Re Fa Sol La Sib Do).
Ripetere a partire da Sol, Do, Fa, Sib, Mib, Lab, Db, Gb ecc.

3) a partire dalla quinta
Sol La Si _ Do Re Mi    Audio 3

4) Dalla settima
Si Do Re _ Mi Sol La   Audio 4

5) Dalla nona
Re Mi Sol_La Si Do    Audio 5

6) Dalla sesta
La Si Do_ Re Mi Sol   Audio 6

Rifare lo stesso esercizio discendendo.

 1) Do Si La _ Sol Mi Re   Audio 7
2) Si La Sol _ Mi Re Do   Audio 8
3) Sol Mi Re _ Do Si La   Audio9
4) Mi Re Do _ Si La Sol   Audio 10
5) Re Do Si _ La Sol Mi   Audio 11
6) La Sol Mi _ Re Do Si   Audio 12


Fino ad ora abbiamo usato una corda per volta, suddividendo mentalmente le scale in due gruppi di tre note ciascuno. Il passo successivo consiste nel suonare tre note per corda, andando a raggiungere tutti i registri dello strumento, in un modo molto logico: la diteggiatura,infatti, si ripete ad ogni cambio di ottava: partitura.  Continuando a cantare con il sistema del Do mobile, impareremo le nostre scale in tutte le tonalità, a partire da ogni nota con un'estensione di 3 ottave,eguendo il ciclo delle quarte come nei seguenti esempi.

Video1: da Do up
Video2: da Ti down
Video3: da Ti down (cromatico)
Video4: da Re up
Video5: da Do down
Video6: da Mi up
Video7: da Re down
Video8: da Sol up
Video9: da Mi down
Video10: da La up
Video11: da Sol down
Video12: da Si up
Video13 da La down


Scala minore - Altri esercizi

Come abbiamo spiegato, la scala di 6 note si applica anche agli accordi minori. Volendo continuare a cantare solo "note bianche", possiamo pensare di suonare sopra un Amin7.
Le note non cambiano, ma cambia completamente l'effetto in quanto il nostro orecchio percepisce il La come fondamentale e la funzione di tutte le altre note della scala varia di conseguenza. La nota Si (che prima era la settima maggiore) ora è una nona; il Do ora è una terza minore, il Re una quarta, il Mi una quinta, il Sol una settima minore.
Dunque, potremmo rifare gli stessi identici esercizi di cui sopra (su una corda prima, su tre note per corda poi), suonandoli sopra un accordo minore. Possiamo però esplorare un altro modo di suonare, che ci insegna ad usare la tastiera anche in senso verticale (da corda a corda, nello spazio di quattro o cinque tasti).
Dobbiamo però evitare che la nostra memoria visiva prenda il sopravvento sul nostro orecchio. Il principio che dobbiamo seguire è il seguente: prima decidiamo cosa suonare, poi vediamo dove possiamo mettere le dita sulla tastiera per ottenere il risultato voluto, non facciamo mai l'inverso! In altre parole, cerchiamo di ascoltare bene ciò che vogliamo suonare e di capire bene la serie di intervalli che dà origine ad un certo passaggio, dopodiché le nostre dita "disegneranno" sulla tastiera le forme necessarie molto facilmente, quasi spontaneamente.
Finora abbiamo cantato con il sistema del Do mobile per identificare la funzione armonica di ciascuna nota che dobbiamo suonare. Inoltre, ci siamo esercitati su una corda alla volta perché in questo modo si vedono molto chiaramente gli intervalli. Siamo dunque preparati per gli esercizi che seguono.

Vogliamo suonare La Ti Do _ Re Mi Sol.

Mettiamo il mignolo sulla 6a corda, quinto tasto. Ora, sulla quinta corda, suoniamo Si, Do e Re (secondo, terzo e quinto tasto). Notate bene che tra La e Si, passando da una corda all'altra, abbiamo realizzato un intervallo di seconda maggiore (ovvio, vero?). Il Mi e il Sol li suoniamo sulla quarta corda (tra il Re e il Mi abbiamo di nuovo cambiato corda con un intervallo di seconda maggiore). Questo è un primo modo di suonare questo passaggio.
Ora portiamo il nostro mignolo sulla quinta corda (dodicesimo tasto) e, partendo da lì, suoniamo la nostra scala di 6 note. La diteggiatura è identica a quella di prima, vero? Adesso il mignolo lo mettiamo sul La della quarta corda (settimo tasto). Suoniamo le altre note della scala. Cosa cambia nella diteggiatura? Solo le note che si trovano sulla seconda corda, che si trovano un tasto più avanti. Perché? Ma perché la chitarra è accordata con una terza maggiore fra la terza corda (Sol) e la seconda (Si), perbacco! Però la diteggiatura è comunque simile alle altre. Infine, partiamo dal La della terza corda, quattordicesimo tasto, stavolta con l'anulare. Anche questa diteggiatura è simile alle altre (non identica, sempre per la "anomalia" della collocazione delle note sulla seconda corda).

Video 1

Non abbiamo esaurito tutti i modi di suonare La Ti Do _ Re Mi Sol. Infatti possiamo anche iniziare con l'indice sul La della 6a corda, suonare Si e Do sulla stessa corda, passare con un intervallo di seconda alla 5a corda, ove suonare anche Re e Mi, poi con un intervallo di terza minore passare alla terza corda per suonare Sol. E naturalmente ripetere lo stesso schema a partire dal La sulla 5a corda, sulla quarta, sulla terza e, con una piccola variazione nella diteggiatura, anche sulla seconda corda.

Video2

Provate ad applicare lo stesso metodo partendo dalle altre note della scala. Continuate a cantare e pensate alla funzione di ogni nota in relazione all'accordo minore. Ricordate che ora la fondamentale è La e non Do, come quando cantavamo sopra gli accordi maggiori. Tutte le funzioni armoniche delle note sono variate di conseguenza.

Ti Do Re_Mi Sol La (parte dalla nona e arriva alla fondamentale)
 Video3 Video4
Do Re Mi_Sol La Ti (dalla terza minore alla nona) Video5Video6
Re Mi Sol La Ti Do (dalla quarta alla terza minore)Video7  Video8
Mi Sol La_Ti Do Re (dalla quinta alla settima)
Sol La Ti_Do Re Mi (dalla settima alla quinta) Video9 Video10

Ora eseguiamo questi esercizi a tempo, in senso ascendente e discendente, su una progressione di accordi minori che si muove per quinte, ovvero:

Amin7, Emin7, Bmin7, Gbmin7, Dbmin7, Abmin7, Ebmin7, Bbmin7, Fmin7, Cmin7.

Suoniamo passando da corda a corda. Non cerchiamo di ricordare le diteggiature che abbiamo sperimentato prima, pensiamo invece alla nota di partenza e alla serie di intervalli che dobbiamo eseguire per ottenere le note successive della scala. Pensando nota per nota, le nostre dita andranno sui tasti giusti e riconosceremo le forme che si disegnano sulla tastiera solo 'a posteriori'. Suonare in maniera meccanica, addio!

La Ti Do_Re Mi Sol
Sol Mi Re_Do Ti La
Ti Do Re Mi_Sol La
Re Mi Sol_La Ti Do
Mi Sol La Ti Do Re

continua

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