La circolare del Ministero delle Finanze 291/E 1998 fornisce chiarimenti in materia di fatturazione delle operazioni 

- art. 4
•        4.2.1  durante il periodo transitorio i contribuenti possono emettere liberamente fatture in lire o euro o talune in lire e talune in euro, o riportare la doppia indicazione.

Nella conversione in euro delle fatture emesse in lire gli importi decimali devono essere separati dalle unità mediante simboli convenzionalmente in uso, in Italia, attualmente, la virgola. La conversione deve interessare gli elementi fiscalmente rilevanti (imponibile, imposte, ritenute) contenuti nella fattura, arrotondandoli al secondo decimale e sommando gli importi già convertiti in euro al fine di ottenere il totale. Quest'ultimo può anche discostarsi dal totale espresso in lire, ma è da rilevare che la differenza potrà essere scarsamente rilevante.

Nel calcolo dell'Iva, l'importo deve essere arrotondato ai sensi dell'art. 5 del regolamento Ce n.1103/97, conseguentemente non risulta applicabile l'art. 21 del Dpr n. 633 del 1972 secondo cui, invece, nella fattura l'aliquota e l'ammontare dell'imposta vanno espressi con arrotondamento alla lira anche delle frazioni inferiori.

Introduzione all'euro