EL PAVAION

 

El Pavaion prima del restauro.

 

Chi per la prima volta giunge a Grignano, non può non sostare davanti al "PAVAION", l'antico padiglione che sorge nella piazza centrale ed è il simbolo di una popolazione originaria, laboriosa, legata con amore alla coltivazione della propria terra, dalla quale ricava ancor oggi il sostentamento della propria vita e motivo di sane tradizioni morali e religiose.

L'antico edificio è a forma quadrangolare, coperto da un ampio tetto, sostenuto da un giro di colonne che si elevano da un muretto di cinta. Presenta un'ampia facciata, con solenne portale e frontale con lapide:ERETTO NEL 1409 - RESTAURATO NEL 1892. Di recente ne è stata inserita un'altra con la scritta: "FANA DELETA REFICERE (C. Nepote - 19 Marzo 1885 a ricordo dell'ultimo restauro.

E' abbellito da due statue: quella di destra, in particolare,  pur molto rovinata, è di buona fattura quattrocentesca e si afferma uscita dalla bottega dei "Dalle Masegne".

E' stato dichiarato di importante interesse archeologico dal Ministro della Pubblica Istruzione in data 26 Febbraio 1923. Un tempo, dicono e affermano i documenti, si trattava di "un casamento, casamentivo, già di una casa di canna e hora di una casa coperta di coppi, posta in villa tra questi confini, cioè tutti e due li cappi e da tutte le bande, la via pubblica". C'è chi dice si trattasse di un castello per i romei, che vi cercavano riposo durante il loro pellegrinaggio dal Nord verso Roma, passando lungo la vicina Via Romana.

Ma questo edificio si anima e si rallegra a primavera di ogni cinque anni in occasione dell'assegnazione delle "Comune" ai compartecipi discendenti dagli antichi originari.

L'estrazione delle Comune avviene, per statuto, ogni cinque anni, e precisamente negli anni 2 e 7: (es: 2002 - 2007 - 2012 - 2017 ecc.).

Leggiamo dalle cronache: "A Grignano, il primo giorno di Primavera (21 Marzo), è celebrato ogni cinque anni  con una solennità sconosciuta altrove. Il paese diventa allegro, animatissimo, arriva gente da fuori, c'è aria di  gran festa. Non si festeggia solo il Patrono San Benedetto, ma si dà vita a una tradizione che in Italia è rimasta unica e che ad ogni lustro si ripete: "L'assegnazione delle Comune".

Si ritorna magicamente ai tempi passati, si ripetono i gesti, le parole, che pronunciavano gli antenati. Si chiamano i discendenti degli originari e si assegna ad ogni testa maschile una "Comuna", una misura di terra dissodata alluvionale divenuta produttiva sotto l'urto delle vanghe, degli aratri che la fendono regolarmente.

Dalla folla numerosa che vediamo dentro e attorno al "Pavaion", possiamo raccogliere solo queste notizie: "Un tempo molto lontano, quando c'era la palude tutto attorno e la gente viveva in povere capanne, i frati di San Benedetto del monastero di Pomposa, fecero dono di una grande valle da pesca ai poveri uomini di Grignano, assistendoli nel lavoro di bonifica, duro e inizialmente poco fruttuoso. Gli originari hanno poi dovuto sostenere numerose e lunghe lotte contro gli immigrati estranei venuti in Grignano, in vari periodi, ma hanno sempre potuto conservare la loro terra, resa fertile dal lavoro comune, e così trasmetterla, nello stesso modo in cui l'avevano ricevuta, ai loro discendenti".

Questo popolo laborioso è particolarmente riconoscente verso l'ordine di San Benedetto e tutto il paese riconosce valida la forma comunitaria di quei lontanissimi anni, che ha permesso la redenzione di una terra e la maggior civilizzazione di un popolo. Ora nella grande piazza, scende il silenzio, interrotto solo da qualche voce giovanile, non ancora consapevole del rito antico che stà per essere celebrato.

Sotto il Padiglione, gremito di compartecipi. il Massaro, assieme ai consiglieri ha intanto provveduto ad incapsulare, entro bossoli di legno, i nominativi dei capi famiglia  con il numero dei familiari che hanno diritto all'assegnazione delle Comune.

I bossoli vengono poi introdotti in un'urna rotante di vetro, da cui li estrae, via via, un ragazzino di Grignano. Il Presidente toglie il foglietto dal bossolo e chiama il compartecipe ivi segnato. Es: Luigi Osti detto Canoearo, tre teste.. e gli assegna tre comune; Angelo Previato detto Toti, 24 teste. Evidentemente ha molti aggregati alla sua famiglia e gli assegna 24 comune, pari ad una cinquantina di pertiche, cioè cinque ettari. Antonio Milan, detto Busoea, cinque teste, ecc...

I Comunisti (si chiamano così gli appartenenti alla Comuna), sono ora delle più disparate categorie sociali: operai, professionisti, impiegati, agricoltori, artigiani, commercianti. I loro cognomi sono seguiti da coloriti soprannomi.

Durante l'estrazione i compartecipi sono attenti per capire subito in quale "Braia" andranno a lavorare, lasciando vedere subito la loro soddisfazione o il loro disappunto se le comune, ottenute in sorte, sono troppo lontane o meno fertili delle altre, poichè dette Comune, che corrispondono a circa 1250 pertiche di terreno, sono distinte in "Braie", ed ogni Braia ha una diversa denominazione.

 

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