Il
Natale del Giubileo
Carissimi
Parrocchiani, è da un po’ di tempo che non vi scriviamo: le molte cose
da fare ci hanno impedito di comunicarvi le molte cose da dire; il Natale
però è un’occasione troppo importante per non scrivervi. Il Natale cioè
il compleanno di Gesù, del Dio che si è fatto uomo. Noi faremo festa,
tutti. Questa è la sua e la nostra festa. Orbene, Lui ci sarà alla festa?
La domanda non è inutile, perché noi del duemila siamo persone piuttosto
strane: nel caso del Natale, arriviamo persino a organizzare e a far festa
senza preoccuparci che ci sia il festeggiato: Gesù. Se fossimo persone
serie, dovremmo mettere da parte la festa e continuare a… lavorare come
gli altri giorni feriali. Certamente, accogliere Gesù con noi, nella nostra
vita personale, esige molte cose: essere attenti a Lui, impegnarci a seguire
i suoi orientamenti, a mettere in secondo piano o, addirittura, scartare
certi nostri modi di vedere e forse anche a cambiare lo stile di vita.
E allora? dopo certe illusioni o miraggi che i mass media ci hanno proposto
e continuano a proporci per essere felici, prescindendo da un Dio che
ci ama e si prende a cuore la nostra situazione, possiamo tranquillamente
dire che quelle proposte sono un inganno. D’altra parte, persino molti
giovani non ci credono più e se le inseguono é perché conoscono solo quelle
proposte dato che noi non sappiamo o non vogliamo proporre loro niente
di diverso. Vi ricordate il Giubileo dei giovani a Roma nell’agosto scorso?
Non vi siete chiesti perché là c’erano tanti giovani e così pieni di gioia,
nonostante la fatica, i disagi e gli impegni religiosi? E perché mai,
d’altra parte, noi vediamo continuamente molti altri che sperimentano
l’inconsistenza e il vuoto di una vita senza impegno e votata al consumismo
e al “tutto facile“? Noi proclamiamo orgogliosamente che ormai la scienza
è capace di “fare” l’uomo, insegniamo ai giovani e persino ai ragazzi,
a provare tutti piaceri senza nessun impegno, crediamo di poter “decidere”
noi che cos’è quello che li rende felici, quasi che l’uomo e la sua felicità
dipendesse da quello che decidiamo noi e non fosse vero invece il contrario
che noi cioè, dobbiamo cercare e “scoprire” chi è l’uomo e quali sono
le vere strade che lo portano alla felicità. L’uomo infatti è stato progettato
da Dio e solo Dio può dirci chi è e ciò che serve alla sua felicità. La
verità infatti, non è frutto di “maggioranza” e nemmeno “invenzione” di
un filosofo o sociologo o scienziato, ma è un valore assoluto, esistente
e che noi dobbiamo soltanto scoprire. E anche se uno non crede che le
cose stiano così, non per questo non sono più vere; la verità infatti
non dipende dal nostro “crederci”. Lasciamoci dunque illuminare da questo
Dio che si fa uomo (e uomo perfetto) per illuminare, come dice S. Giovanni
“ogni uomo che viene nel mondo”. Buon Natale dunque, soprattutto come
incontro personale con Cristo che ci ama.
-
DISAGIO GIOVANILE -
Una
prova di quanto sia gravido di conseguenze negative il fatto di "presumere
che la verità sia quella che "decidiamo" noi, la troviamo nel disagio
giovanile. Proprio perché noi pensiamo che a loro sia utile quello che
pensiamo noi e che la strada della loro felicità sia quella che decidiamo"
noi adulti o anche che sia giusto per la loro crescita ciò che abbiamo
in mente noi o anche che sia bene che facciano tutto secondo il loro "spontaneismo",
abbiamo finito, come ha scritto il nostro ex curato don Daniele riflettendo
sul "La Gazzetta di Mantova, in occasione del suicidio di un quindicenne,
per spingerli e quasi costringerli a ricorrere, per crescere e vivere,
ad un costante "fai-da-te". Il Natale di Dio all'esperienza umana autentica
ci dice invece che Dio perché l'uomo cresca, si esprima e si comporti
da uomo, ha progettato l'incontro, il dialogo, la comunione, la condivisione,
tanto è vero che Lui stesso non ci ha salvato a distanza con un "telecomando",
ma condividendo la nostra esperienza, camminando con noi, e non ha voluto
venire e vivere tra noi "da solo", ma in una famiglia. E anche se uno
di noi non crede a questo progetto di Dio non per questo esso non è vero
e l'uomo si realizza "umanamente" facendo il contrario. Vorremmo a questo
proposito riportare quanto è stato scritto a cura di Telefono azzurro
su "La Gazzetta di Mantova" nel Fuorisacco "Proviamo ad ascoltare i giovani".
"Nella cronaca, leggiamo del tentato suicidio di una 26enne, con i tranquillanti.
L'intervento fortuito di un familiare che la trova agonizzante sul divano
di casa la salva dalla morte che la stessa ragazza appena riavutasi e
recuperata alla vita dai medici, ammette di aver cercato ma che definisce
un colpo di testa. I giornali ci parlano di Eddy, un 14enne descritto
come molto vivace che a Capriccio di Vigonza, vicino a Padova, si getta
dal primo piano della scuola. In entrambi i casi colpisce l'apparente
incongruenza e la sproporzione del gesto: un colpo di testa da non ripetere,
cui accenna la protagonista al suo risveglio; il fragore di un dichiarato
senso di colpa che Eddy lascia scritto ai propri genitori quasi a giustificarsi
di quell'atto: "Non vi merito, sono un figlio degenere", e ancora: "Grazie
papà per avermi fatto un regalo bellissimo, ma non lo merito". Non ci
è dato conoscere i motivi che hanno portato la giovane al malriuscito
tentativo e neppure quelli di Eddy che ha lasciato un messaggio disperato
a cui neppure il dolore dei genitori potrà più dare risposta. In entrambi
i casi comunque, siamo di fronte alla drammaticità di un gesto che nel
suo obiettivo, ha irrimediabilmente chiuso un percorso di vita, ha messo
in evidenza la rinuncia ad un impegno di crescita nell'illusione di una
"soluzione" senza ritorno. Perché tanto disorientamento? Osservando il
comportamento di questi ragazzi, come dei molti coetanei che affollano
vocianti le scuole, i bar e i locali notturni del sabato sera, a cavallo
di uno scooter o spesso incollati al cellulare nella rincorsa di una voce,
di un appuntamento che si materializzi, viene da pensare che forse questi
non hanno nessuno a cui confidare i loro interrogativi, condividere paure,
confrontare aspettative. In sostanza non trovano ascolto attento nel mondo
che li circonda, genitori compresi, i quali spesso hanno tutti molto da
dire, ma non sanno fermarsi un attimo ad ascoltare. Forse è questa la
chiave di lettura di un gesto che la cronaca ci propone con messaggi lanciati
ogni giorno e da ogni dove con incalzante parossismo, dalla moderna tecnologia
delle comunicazione; cronaca che amplifica e al tempo stesso elude le
ragioni più sottese agli stessi fatti. Forse sta proprio in questo la
tragedia del nostro tempo. Troppi messaggi che propongono una vita da
sogno, troppo poco il silenzio che permetta alle invocazione di aiuto
di essere raccolte. E allora, nonostante tutto, nelle tragedie che la
cronaca ci racconta, potremmo cogliere un segnale di speranza, se solo
per un istante sapessimo decifrare anche in questi gesti-sfida la diffusa
voglia di dialogo che si ritrovano l'uomo e i giovani del nostro tempo.
Facciamo un po' di silenzio dunque, mettiamoci in ascolto. Scopriremo
quanto sia importante cogliere dentro e attorno a noi armonie e colori
inaspettati, che ci possono mostrare orizzonti diversi da condividere
anche con coloro che nel frastuono quotidiano, sono colti in contropiede
dalla paura di vivere. (Telefono Amico).
- CENTRO di ASCOLTO -
Ma
c'è anche un certo disagio, per vari motivi, degli adulti, e per questo
è stato attivato in Parrocchia un "Centro di ascolto" che, senza la pretesa
di risolvere tutti problemi umani delle persone della nostra Comunità,
almeno dice a chi si sente solo o sta esplodendo" per i problemi che vive
nel suo animo, "Avanti: non sei solo; qui c'è un amico che pensa a te
e su di lui tu puoi contare". Questo Centro di ascolto si trova nel piazzale
della Chiesa al n° civico 126, ed è aperto tutti i sabati dalle ore 16.30
alle ore 18.30.
-
IL DEBITO dei PAESI POVERI -
Invitati
dal Papa, sollecitati dall'esperienza del Giubileo, guidati da un gruppo
di Bancolesi che si è costituito proprio per questo, anche la noi abbiamo
cercato di dare una mano a questi paesi poveri, soprattutto allo Zambia
e alla Guinea che tra l'altro offrono un garanzia di democrazia perché
progressivamente arrivino ad una vita "più umana". Finora, tra Quaresima
di solidarietà, bancarelle, cene e altre raccolte siamo arrivati alla
bella cifra di 14.900.000- . Oltre alla raccolta di denaro il Gruppo ha
promosso, in collaborazione con il Comune di Porto Mantovano, una tavola
rotonda tenuta nella sala civica di Bancole il 24 novembre u.s. Sono intervenuti
il prof. Tondini dell'Università di Verona e don A. Vincenzi, Responsabile
del Comitato C.E.I. della Regione Veneto per l'abbattimento del debito
dei paesi poveri. Il nostro grazie a tutti e in particolare al Gruppo
Promotore di queste iniziative.
- I 400 ANNI della nostra CHIESA -
Ormai
stiamo entrando nel 2001. Per noi sarà un anno particolare perché coincide
con i 400 anni in cui nella nostra Chiesa è stata celebrata la prima S.
Messa, che è come dire, la Chiesa ha funzionato come tale. Per questa
ricorrenza alcune persone, in collaborazione con il Parroco, stanno ultimando
una pubblicazione che riguarderà non solo la Chiesa e la Parrocchia di
Bancolefin dagli inizi, ma anche il suo territorio e i suoi abitanti.
Inoltre si sta programmando una serie di iniziative di cui daremo notizia
quanto prima
.
- RESTAURO della
CHIESA -
Frattanto,
anche in vista di questo avvenimento, abbiamo restaurato l'interno della
Chiesa: ora abbiamo una Chiesa semplice, ma bella, accogliente. Ben presto
sarà restaurato anche il quadro di S. Maddalena e speriamo anche la facciata
e l'organo.
- MUSICAL -
Anche
con il cambio del curato non è venuta meno una iniziativa che in questi
anni ha caratterizzato la nostra Parrocchia: il musical. Infatti, in questi
giorni stiamo allestendo un musical dal titolo "Artabano" (il quarto Re
magio), che sarà rappresentato al Palazzetto dello sport di Bancole il
prossimo 5 gennaio 2001. Ovviamente, vi attendiamo numerosi.
- DON GIOVANNI -
Riguardo
la Parrocchia c'è una novità molto importante: ci ha lasciato don Daniele
che è andato a prestare il suo servizio sacerdotale a Castiglione delle
Stiviere dove si impegnerà in particolare per il nuovo Oratorio, e da
noi è venuto Don Giovanni, proveniente da Goito. Il nuovo curato è stato,
ed è tuttora, Assistente diocesano dell'Acr e per questo ha guidato anche
dei campi scuola diocesani di Azione Cattolica a cui hanno partecipato
anche dei ragazzi di Bancole. In un certo senso, per parecchi giovani
è arrivata dunque una "vecchia conoscenza". A don Daniele un grande grazie
e a don Giovanni un altrettanto grande augurio.
- MIRKO -
Da
quest'anno è con noi anche un giovane della Parrocchia di Ognissanti,che
si sta preparando al sacerdozio. Qui da noi collaborerà con gli Operatori
di Pastorale e in tanto farà esperienza di servizio: speriamo che la presenza
tra noi sia un valido aiuto perla sua preparazione pastorale
Però
non possiamo chiudere senza ringraziare sinceramene quanti nella comunità
si impegnano nel servizio di formazione o altro come: i Catechisti, gli
Animatori, Genitori e giovani dell'Oratorio, il Gruppo Caritas, Consiglio
parrocchiale per gli Affari Economici, gruppo servizio agli Anziani o
per le varie iniziative estive e non, il gruppo delle Pulizie della Chiesa
e degli ambienti parrocchiali. E a tutti, ma in particolare ai malati,
agli anziani e ai nuovi arrivati a Bancole,
Auguri sinceri di un Santo Natale
Don
Antonio e don Giovanni
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