Itinerario N° 5
da Sergnano/Casale C. a Crema
Scheda
introduttiva Nell’itinerario
che stiamo per presentare, si nota per importanza l’unica riserva
naturale del Parco: la Palata del Menasciutto. In quest’area, sono
presenti due lanche, un lago di cava di recente recupero e varie zone
boscate a saliceto, dove sopravvivono specie botaniche d'indubbio valore
ed interesse ecologico. Nonostante l’appellativo di naturale, è bene
precisare che la zona è stata oggetto d'interventi antropici
considerevoli sia per mantenere in vita le zone umide soggette
all’interramento, sia per scopi meramente orientati allo sfruttamento
del territorio, per discariche abusive ed escavazioni. Fra i più
importanti, quello eseguito alcuni anni fa sulla lanca di destra: esso ha
modificato notevolmente l’aspetto morfologico, suscitando, allora,
perplessità tali da richiedere l’intervento regionale e la sospensione
dei lavori. Critiche a parte, si sa che il ripristino ambientale è una
scienza nuova, e che le ipotesi d’oggi possono essere facilmente
smentite da studi successivi; attualmente, si cerca di ripristinare
quell’equilibrio che solo la natura è in grado di ottenere. Più gravi,
i problemi relativi alla presenza di almeno due discariche abusive, le cui
vicende hanno riempito le pagine dei giornali. La situazione in ogni modo
è quantomeno sotto controllo e sono stati già eseguiti interventi per il
loro recupero. Per ultimo, vale la pena di spendere due parole sui recenti
lavori al lago dell’ex cava della Frera. L’art. 46 della normativa sulle cave consente agli Enti
gestori dei Parchi di chiedere alla Regione l’autorizzazione per il
recupero di cave cessate, anche attraverso un’attività estrattiva. Il
Parco Serio ha ottenuto dalla Regione l’autorizzazione all’estrazione
di 40.000 metri cubi di ghiaia, affidata in gestione ai proprietari
dell’area, a condizione che l’area stessa diventi di proprietà del
Consorzio con recupero naturalistico. Tale scelta ha suscitato critiche;
è indubbio però che i controlli da parte dell’Ente gestore e della
Provincia assicurano la bontà dell’iniziativa. Analizzando le carte dei
luoghi si evidenzia la presenza di altri laghi di cava e di zone dedicate
alla lavorazione di inerti. Queste situazioni, oltre ai ben noti problemi
ambientali, creano disagi alla viabilità ed alla sicurezza. Unica
consolazione: il fatto che questi bacini possono offrire un valido
rifugio, oltre alla fauna ittica, a diverse specie di uccelli, in
particolare durante le migrazioni. Ma torniamo al fiume. Il Serio,
lasciati i territori bergamaschi, continua il suo percorso meandreggiante
nella pianura cremasca, approfondendo sempre più il suo letto ed ormai
ridotto ad un canale, a causa delle innumerevoli opere di arginatura. Non
esiste più la possibilità di formazioni di lanche, e quelle di vecchia
formazione sono ormai bonificate ed usate, nei migliori dei casi, ai fini
agricoli. La Palata del Menasciutto mantiene in vita le uniche superstiti;
qua e là, qualche accidente morfologico permette la presenza di alcune
zone umide, di modeste dimensioni, risparmiate dalle bonifiche. Di un
certo interesse le opere idrauliche: il canale Vacchelli, che scavalca il
Serio prima di Crema, le palate e le rogge Malcontenta, Menasciutto e
Borromea. Della ricca vegetazione che era presente fino ad alcuni anni fa,
rimangono solo poche querce, alcuni lembi di ripa, soprattutto nella
riserva, siepi e filari di contorno ai sentieri ed alle rogge e qualche
boschetto semi-naturale. Il Consorzio del Parco ha in ogni caso da tempo
intrapreso l’opera di ripiantumazione nelle aree della riserva, dove i
primi progetti sono stati realizzati. Per quanto riguarda la fauna, gran
parte delle osservazioni sono state raccolte nella riserva, dove trovano
ambiente ideale numerose specie, anche per quanto riguarda le
nidificazioni Da anni si è stabilizzata una colonia di Germani reali; è
sempre presente la Gallinella d’acqua, e così pure gli aironi.
Nidificanti certi, il martin pescatore ed il picchio rosso. Presenti il
lodolaio e il picchio verde ed altre specie di difficile osservazione in
altri siti. Dei rettili, sono rilevabili tutte le specie presenti nel
Serio; le due natrici, il biacco, mentre da alcuni anni si osservano,
purtroppo anche le tartarughe acquatiche esotiche. Dei pesci si segnalano
lucci di notevoli dimensioni, le carpe, i barbi, e, purtroppo, i pesci
alloctoni, fra i quali il pesce gatto, il persico sole. Per
quanto riguarda gli aspetti storici, l’itinerario proposto include Crema
(condivisa con il prossimo itinerario), alla quale sono stati dedicati
parecchie pubblicazione; visto l’importanza del luogo, a queste vi
rimandiamo. Degni di essere ricordati, la villa, la cappella ed il parco
(quel poco che rimane) di Torre Zurli a Pianengo e, sempre nella stesso
comune i resti dell’antico convento dei Minori Osservanti in vicinanza
della parrocchiale Sulla sponda opposta, la Villa Ghisetti-Giavarina;
descritta nell’itinerario ciclabile. Per
quanto riguarda il tracciato del percorso, esso è facilmente abbordabile
e pertanto lo consigliamo ad un pubblico anche non particolarmente
preparato. Sono in pratica 13 Km., senza troppe difficoltà. Bisogna
tenere conto che si attraversano proprietà private e non sempre i
proprietari vedono di buon occhio i ciclo-amotori. Particolare attenzione
si deve usare nella riserva del Menasciutto, per alcune norme da
rispettare. Sono ridotti al minimo i tratti asfaltati.
In
bicicletta Km. 13 Partenza
consigliata al Santuario della Madonna delle Grazie; gli ampi spazi
permettono l’eventuale parcheggio degli automezzi. S’imbocca la via
dei Carmelitani (di fronte al Santuario) e si prosegue fino ad un primo
bivio (più avanti c’è il Serio). Prendere a sinistra, in direzione
Nord-Ovest, continuando fra alcuni filari; non è difficile riconoscere
fra gli sparuti alberi qualche quercia. Si continua sempre dritti. (sulla
sinistra la Villa Carioni), costeggiando un vasto pioppeto, fino al nucleo
abitato dei Saletti. Li s’incontra la via Donati asfaltata ed utilizzata
dai mezzi motorizzati per raggiungere la vicina cava (prestare attenzione
ai camion). Continuare seguendo la strada principale fino ad un trivio,
prendere a destra verso i cantieri, incontrando la cascina Boscarina con
un curioso il campaniletto a vela con orologio. Dopo circa 2 Km., si
arriva in prossimità del gran lago della Cava “Alberti”; lo si
costeggia, piegando a sinistra per una sterrata che segue la recinzione di
un nuovo lago di cava, di modeste dimensioni. Un piazzale con cumuli di
terra segna la fine del territorio interessato dagli scavi; si prosegue a
sinistra per le sterrate che conducono ad una zona boscata, dove prevale
la robinia, più avanti un pioppeto razionale ed un bosco di platani con
qualche essenza autoctona. Usciti dal bosco, ci si ritrova in prossimità
del fiume e si continua proseguendo sull’argine. La strada poi si stacca
dal Serio ed un sentiero permette il proseguimento costeggiando il fiume
per circa 1 Km. (durante l’estate la vegetazione può creare qualche
problema al passaggio). In vista di un saliceto, a ridosso del fiume, il
sentiero si ricongiunge con la strada che proviene da Pianengo e che
conduce alla palata del Menasciutto. Un cartello indica la planimetria
della Riserva naturale omonima. Sullo spiazzo antistante l’opera
idraulica, ci si può permettere una sosta per l’osservazione. Verso
sud, si estende un vasto saliceto; di fronte la cascata e la palata che
permette l’incanalamento delle acque nella roggia, alla fine del
manufatto, sulla sponda opposta, è visibile una scala di risalita per i
pesci. Spostati a sinistra, sempre sulla sponda opposta, ci sono gli
ingressi della roggia e della lanca di Ricengo. La vegetazione delle
sponde è abbondante nonostante le opere di regimazione. Si riprende il
percorso seguendo il sentiero che costeggia la lanca destra, che ha subito
notevoli interventi di escavazione negli ultimi anni, mirati al suo
mantenimento. Sulla sinistra, le impegnative opere di rimboschimento ad
opera del Consorzio. Si prosegue fino alla testa della lanca, dove non è
difficile osservare il martin pescatore che sfreccia sulle acque o le
numerose gallinelle, che si nascondono nella vegetazione di riva. Sempre
presenti gli aironi ed il picchio rosso che tambureggia contro gli alberi.
Nella vegetazione di riva si possono individuare le rane, ed in
particolare quella di lataste. Durante l’estate, si può udire il verso
del più raro lodolaio, mentre d’inverno è la poiana che fa da padrona.
Il sentiero riporta sulla sterrata: la si segue per breve tratto, per
lasciarla quando questa volta a sinistra verso i pioppeti. Si prosegue
dritti per un sentierino che riporta al fiume (600 mt.), dopo aver
attraverso un’area boscata, alcuni coltivi ed un pioppeto. Il sentiero
sull’argine vi porta in vicinanza del ponte della provinciale per
Soncino. Bisogna risalire sulla strada oppure sottopassare il ponte e
risalire più comodamente sull’asfaltata dalla parte opposta. Inoltre è
possibile continuare per altri 6 Km., allungando l’itinerario verso
Sergnano (vedi descrizione). Si
percorre la strada verso Soncino (800 m.), per piegare a destra alla prima
sterrata subito dopo l’attraversamento della Roggia Malcontenta Si
prosegue dritti verso Ricengo Sulla destra, nascosti dalla vegetazione, un
interessante lago artificiale, un salto morfologico e numerose querce. Due
strane costruzioni s'osservano sulla destra in mezzo ai campi: è quello
che rimane dell’immenso giardino, riserva di caccia della villa Ghisetti
Giavarina, con una torre passeri e l’uccellanda (roccolo). Più avanti,
all’ingresso del centro abitato, il retro della villa dove è possibile
ammirare il suggestivo platano secolare. Per la visita a questo platano ed
agli esterni della casa padronale bisogna chiedere ai proprietari. Si
prosegue diritti attraversando il paese e si prende la strada per Crema;
appena fuori dal centro abitato, la seconda deviazione a destra (cartello
Fiume Serio) vi riporta alla Riserva. Si attraversa di nuovo la
Malcontenta, dove è presente una santella (morti della Peste); subito
dopo s’incontra un capannone industriale che poco s’inserisce nel
complesso naturale, qui si può osservare una delle più riuscite
piantumazioni del Consorzio. Proseguendo diritti, si arriva al fiume; a
sinistra invece si costeggia la lanca, fino al ponte che supera la roggia
del Menasciutto. Al bivio, è d’obbligo voltare a destra per osservare
nuovamente la Palata e la scala di monta dei pesci. Si può continuare
costeggiando il fiume fino al lago di cava, attualmente interessato dai
lavori di escavazione e di ripristino ambientale. Si piega a sinistra
ritornando sulla sterrata, si continua a destra fra pioppeti e nuove
piantumazioni a bosco naturale per arrivare all’oratorio S. Carlo e ci
s’immette sulla strada che porta a Crema. Sulla sinistra, la deviazione
per la cittadina: sono interessanti il Castello, la villa con giardini e
le querce secolari. Sulla strada asfaltata, lasciando la cascina Rovere
(interessi architettonici) e la meno nobile cascina Gabriella, si notano i
complessi delle cave Andreini Si prosegue, accompagnati da filari
vegetativi e dalla roggia Menasciutto, che s’interseca più volte con la
strada verso Crema; è però consigliabile voltare a destra all’incrocio
con via Oldi (cartello sulla sinistra) per proseguire su un vecchio
argine, attraversando una zona alberata tagliata dalla roggia del
Menasciutto. Un cancello, più avanti, impedisce il proseguimento;
pertanto si piega a destra per la cascina Mirandolina. Si tiene la destra
costeggiando un frutteto ed il campo di calcio, per ritornare verso il
fiume in prossimità dell’imponente palata Borromea. Un sentiero
permette la vista dall’alto della cascata e la chiusa della roggia
Borromea. Si ridiscende verso uno spiazzo, osservando sulla destra la
palata e diversi corsi di acque che s’immettono nel Serio sulla sponda
opposta. Più avanti si sottopassa l’interessante struttura ad arcate
del canale Vacchelli: opera di ingegneria idraulica che permette al canale
di baipassare il fiume; più avanti il canale di scarico del Vacchelli.
Purtroppo il paesaggio è alquanto deturpato, privo della benché minima
copertura arborea e con presenza di strutture abbandonate. Si può
proseguire sempre dritti percorrendo un sentiero che porta ai primi nuclei
abitati, si risale sulla strada asfaltata che porta al ponte sul Serio e
ci si dirige verso il centro di Crema (rotatoria), prendendo in direzione
Nord per Bergamo, verso la Stazione. Bisogna prestare attenzione al
traffico ed utilizzare la pista ciclabile che porta, sulla sinistra della
carreggiata, al Santuario delle Grazie, punto di partenza ed arrivo del
nostro itinerario. A
piedi verso la Palata del Menasciutto Per
visitare la Riserva naturale del Menasciutto (istituita con Delibera del
Consiglio Regionale n. IV/1178 del 28 luglio 1988), sono possibili diversi
itinerari; ne suggeriamo due. Il primo parte dalla piazza della
parrocchiale di Pianengo (ampio parcheggio) e si segue la strada alla
destra della chiesa, per chi guarda; più avanti i resti del convento dei
Minori Osservanti, inglobato in strutture più recenti. Si prosegue dritti
lasciando sulla sinistra il centro sportivo, subito dopo aver oltrepassato
la roggia Schivola; si entra nel territorio protetto (cartello inizio
Parco). Dopo 1 Km. si arriva in vicinanza del fiume, sulla riva del quale
si estende uno dei più interessanti saliceti della zona; si continua a
sinistra, seguendo la strada campestre parallela al fiume. Dopo poche
centinaia di metri s’incontra la Palata e, proseguendo per un sentiero,
si costeggia la lanca destra; sulla sinistra le imponenti opere di
piantumazione del Consorzio. Al termine della zona umida, un cartello
indicante la planimetria dei luoghi segnala la strada campestre che, a
sinistra, vi riporta al centro abitato. Si può continuare la visita
procedendo a destra e, tra zone boscate naturali, incolti e pioppeti
artificiali, si ritorna in prossimità del fiume.
Il secondo itinerario parte da Ricengo, sulla sponda opposta e
segue l’itinerario suggerito alle bici. Gli automezzi possono essere
parcheggiati in prossimità del capannone industriale citato in
precedenza. Dalla
Palata ai santuari del Binengo e del Cantuello Per
chi vuole allungare l’itinerario ciclabile descritto, può continuare
sottopassando il ponte della strada della Melotta; le comode strade di
campagna vi permettono di procedere in direzione di Sergnano e di visitare
il Santuario del Binengo, un piccolo gioiello dell’architettura minore.
Più avanti il centro abitato (Parrocchiale e l’oratorio di S. Rocco).
Al semaforo si gira a destra per la strada che porta a Casale Cremasco. Si
prosegue, scavalcando il Serio, e piegando a destra per la strada per
Ricengo; alla prima curva, il santuario del Cantuello. Continuando verso
il centro abitato ci si ricongiunge al percorso N°5.
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