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Le estese pianure del Veld, la vita frenetica nelle città e il maestoso paesaggio dei Monti dei Draghi: sono tutte immagini peculiari del Sudafrica, un vasto Paese che occupa la punta meridionale dell’Africa.
Città del Capo, protetta dal Monte Table, rappresenta il più antico insediamento del Paese. I coloni olandesi vi giunsero nel 1652 e vi incontrarono numerose tribù di razza nera, come i KhoiKhoin (Ottentotti). Le vicende storiche del Sudafrica, spesso drammatiche e sempre molto complesse, riunirono tra loro un’insolita varietà di popoli e culture, e crearono una società caratterizzata da un enorme potenziale per uno sviluppo e una prosperità futuri. Tuttavia, alla fine degli anni Quaranta, quando venne istituito il regime di segregazione razziale conosciuto come apartheid, il Sudafrica godette improvvisamente di una triste notorietà e ricevette un’unanime condanna internazionale.
Il Paese si estende su una superficie complessiva di 1.224.000 chilometri quadrati, all’incirca il 4% dell’intera area del continente africano. La sua punta più meridionale, Capo Agulhas, rappresenta il punto in cui l’oceano Atlantico incontra quello Indiano.
Nella parte settentrionale, il Sudafrica confina con Mozambico, Botswana e Namibia. Il territorio comprende due enclavi: a est, sul confine con il Mozambico, si trova il piccolo Regno dello Swaziland, che però non è totalmente inserito nell’area sudafricana; lo è invece l’altra enclave, il minuscolo Regno del Lesotho, che non confina infatti con nessun altro stato. Il Paese è formato da 4 province: la regione del Capo, il Natal, l’Orange e il Transvaal.
Il Sudafrica produce all’incirca il 50% dei minerali di tutto il continente africano, il 40% dei suoi manufatti e il 20% dei prodotti agricoli, così come genera più della metà dell’energia elettrica del continente. La grande ricchezza economica del Paese ha sempre attratto lavoratori emigranti dai Paesi limitrofi, come Lesotho, Mozambico e Zambia, ma il Sudafrica ha anche utilizzato la propria forza militare per intervenire negli affari degli stati limitrofi. Molti di questi Paesi, spesso definiti come “stati di prima linea”, hanno spinto le nazioni industrializzate più importanti a imporre pesanti sanzioni economiche e altre penalizzazioni al Sudafrica, come forma di protesta contro la politica dell’apartheid. Secondo il regime di segregazione razziale, i gruppi di razza bianca, che parlano afrikaans e inglese (all’incirca il 15% della popolazione complessiva) detengono il potere politico sulla popolazione nera (circa il 73%), la cui rappresentanza politica è minima se non addirittura completamente assente.
Negli anni Settanta, il governo sudafricano iniziò a creare 10 bantustans (“patrie bantu”), una sorta di stati riserva che raccolgono le varie etnie bantu. Alla fine degli anni Ottanta iniziò comunque un movimento riformista che ha portato, in tempi recentissimi, alla fine del regime di apartheid, tristemente considerato caratteristica peculiare della Repubblica Sudafricana.
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La Repubblica del Sudafrica rappresenta una nazione in transizione, una società divisa che si sta allontanando dalle rigide certezze dell’apartheid per fondare un nuovo regime che accontenti i vari ceppi etnici. Sotto il regime dell’apartheid, spesso definito come sviluppo separato, il governo riconosceva quattro principali gruppi etnici: bianchi, neri (divisi a loro volta in numerosi gruppi tribali), coloureds (gruppi a sangue misto) e asiatici. per lo più di origini indiane. Ognuno di questi gruppi principali gode di uno status sociale differente, e regole ben precise stabiliscono dove ognuno deve vivere e lavorare.
Secondo una nuova Costituzione promulgata nel 1984, la legislatura del Paese si è ampliata fino a comprendere tre Camere: una per la popolazione bianca, una per i gruppi di co1oureds e una terza per gli asiatici. L’adozione della Costituzione provocò disordini tra i gruppi neri, e fino al 1989 sembrava impossibile che la maggioranza nera riuscisse a ottenere il diritto di voto. Tuttavia, nel 1990, il governo garantì la legalità a molte organizzazioni nazionaliste nere, che un tempo erano state bandite, come l’African National Congress (ANC), e hanno aperto i negoziati con numerosi leader neri, quali Nelson Mandela (n. 1918).
L’Assemblea Nazionale è composta da 178 membri bianchi eletti dai gruppi bianchi che godono del diritto di voto. La Camera dei Rappresentanti è formata da 85 membri coloured eletti da votanti meticci, mentre la Camera dei delegati è rappresentata da 45 membri asiatici eletti da votanti asiatici. Tutti i membri ottengono mandati per un massimo di 5 anni. Ogni Camera tratta gli affari riguardanti il proprio gruppo etnico, come l’assistenza nazionale, come le decisioni di imporre nuove tasse. Se qualsiasi materia di questo genere causa divergenze d’opinione tra le Camere del Parlamento interviene il Consiglio del Presidente, un’organizzazione multirazziale formata da 60 membri eletti da tutte le tre Camere: 20 bianchi, 10 coloureds e 5 asiatici, più 25 altri nominati dal presidente dello stato.
Il presidente è a capo del governo del Sudafrica. Dal 1948, il presidente del Sudafrica è sempre il leader del Partito Nazionale, il partito politico che ha introdotto l’apartheid. Fino agli anni Ottanta, il partito ha goduto del sostegno di molti Afrikaner così come della sostanziale maggioranza dell’Assemblea Nazionale. Il crescente impegno per riformare l’apartheid condusse per contro a un sempre maggiore consenso in favore del Partito Conservatore, un’organizzazione impegnata nell’accrescere il dominio dei bianchi. L’altro principale partito di opposizione, il Partito Federalista Progressivo, combatte per l’eliminazione dell’apartheid.
L’amministrazione dei 10 bantustans delle varie tribù si poggia ufficialmente sui leader della comunità tribale nera che sono eletti in rappresentanza della suddetta comunità. I1 concetto che ogni abitante nero appartenga a uno di questi bantustans fornì la giustificazione per il forzato spostamento di neri abitanti nelle città allontanati da zone e periferie destinate solamente a bianchi.
Il primo bantustan, Transkei, ottenne l’indipendenza nel 1976, seguito poco dopo dal Bophuthatswana (1977), Venda (1979) e Ciskei (1981). Sebbene molte leggi che limitavano gli spostamenti e gli insediamenti di neri, come la tristemente famosa pass law, siano state abrogate, sono ancora in vigore altre restrizioni. Nonostante questa situazione, il numero di dirigenti neri, coloureds e asiatici che hanno ricevuto un’ottima educazione e hanno avuto successo nel mondo del lavoro è in costante aumento. Questa nuova borghesia ha favorito uno standard di vita più simile all’Occidente, e la sua presenza all’interno del mondo affaristico dei bianchi, che utilizzano per lo più la lingua inglese, ha contribuito all’accettazione degli altri gruppi all’interno della società come un tutt’uno armonico.
Le lingue parlate in Sudafrica riflettono questa congerie di varie culture. Le lingue ufficiali del Paese sono l’inglese e l’afrikaans, una derivazione del dialetto olandese utilizzato dai primi coloni. In ogni caso, i neri parlano un gran numero di lingue bantu: ad esempio. le tribù Xhosa, Zulu. Swazi e San utilizzano un proprio idioma. Molti asiatici parlano invece dialetti tamil, hindi e gujarati.
L’istruzione è obbligatoria per i giovani di razza bianca compresi tra i 7 e i 16 anni, che possono frequentare scuole comunali o gestite dallo stato.
I bambini coloured e asiatici sono costretti a frequentare una scuola solo se questa si trova nei pressi delle loro abitazioni. Molti giovani di razza nera frequentano la scuola elementare ma dopo 4 o 5 anni la abbandonano. Le strutture scolastiche e l’assistenza sanitaria per le genti nere rimangono a un livello inferiore rispetto a quelle per i bianchi, rappresentando così ancora settori che necessitano di notevoli riforme. Dalla metà degli anni Ottanta gli studenti di tutte le razze possono frequentare qualsiasi università che sia disposta ad accettarli.
Nel 1996 una nuova costituzione è stata promulgata in Sudafrica. Ha cominciato a andare in vigore all’inizio del 1997 ed ha continuato, in passi successivi, fino al 1999.
La costituzione è una delle più avanzate del mondo dal punto di vista dei diritti umani; proibisce ogni discriminazione basata sulla razza, sesso, gravidanza, stato civile, origine etnica o sociale, colore, orientamento sessuale, età, condizioni di handicap, religione, cultura, lingua, o nascita.
Il presidente del Sudafrica è eletto dalla maggioranza del Parlamento, ed egli stesso designa un vice-presidente. Con la nuova costituzione la Assemblea Nazionale e quello che era il Senato fanno ancora parte del Parlamento, mentre l’attuale Senato è diventato il Consiglio Nazionale delle Province, con 60 membri permanenti. La Assemblea Nazionale ha tra 350 e 400 membri. Nel Sudafrica le più alte corti di giustizia sono la Divisione di Appello della Corte Suprema (la corte più alta di giustizia penale) e la Corte Costituzionale. Ci sono nove Assemblee provinciali, ciascuna capeggiata da un premier. I maggiori partiti politici del Sudafrica sono l’ African National Congress (ANC), il Partito Nazionale, l’ Inkatha Freedom Party, il Pan-Africanist Congress, il partito Comunista Sudafricano, il Partito Conservatore e il partito Democratico.
I primi esseri umani che abitarono il Sudafrica appartenevano ai ceppi etnici San (o Boscimani) e KhoiKhoin (o Ottentotti). Questi popoli nomadi vagarono percorrendo gran parte del Sudafrica fino all’arrivo delle popolazioni nere di lingua bantu dalla parte nord-orientale, all’incirca nel 300 dc., che li respinsero nell’area che corrisponde attualmente alla provincia sud-occidentale del Capo e alla Namibia. I gruppi di lingua bantu si insediarono nel territorio e, sebbene culturalmente diversi, parlavano vari dialetti derivati da un unico idioma antico.
I primi Europei a raggiungere il Sudafrica furono i Portoghesi. Nel 1488, Bartholomeu Diaz (c. 1450-1500) avvistò il Capo delle Tempeste, successivamente ribattezzato Capo di Buona Speranza. Nove anni dopo, Vasco da Gama (c. 1469-1524) scoprì il Natal (il giorno di Natale del 1497) e, successivamente, raggiunse l’india. Fu solo nel 1652 che gli Olandesi fondarono un porto per le navi della Compagnia delle Indie Orientali olandesi nello stesso luogo dove poi sorse Città del Capo. Sotto Jan van Riebeeck gli Olandesi costruirono un forte e i contadini olandesi (boeren o Boeri) impiantarono grandi proprietà terriere con l’aiuto della manodopera degli schiavi neri. Entro il 1795, i coloni europei erano circa 20.000 su una popolazione tre volte maggiore. Nello stesso anno la Gran Bretagna occupò la provincia del Capo, in modo da sottrarla definitivamente agli interessi francesi: l’intera area, dopo essere ritornata nelle mani degli Olandesi, dal 1803 al 1814, divenne infine una colonia britannica.
I coloni olandesi contrastarono sempre più violentemente il governo britannico, in modo particolare dopo l’abolizione della schiavitù, nel 1834, che portò alla miseria un gran numero di agricoltori. Molti Boeri decisero di trovare nuovi territori da sfruttare verso l’interno del Paese e, nel 1836, si diressero verso nord a migliaia, dando vita a ciò che venne conosciuto come ‘Grande Trek’. In questo esodo massiccio i trekker boeri incontrarono tribù indigene tra cui i Matabele e in modo particolare gli Zulu, guidati dal terribile capo Dingaan, contro cui ingaggiarono la cruenta battaglia del Blood River, nel 1838. I Boeri si stanziarono nel Natal, e successivamente crearono lo Stato Libero di Orange e il Transvaal. La Gran Bretagna annesse il Natal nel 1843, ma nei 12 anni seguenti riconobbe gli altri due come stati indipendenti.
Nel 1870, la scoperta di giacimenti di diamanti a Kimberley convinse la Gran Bretagna a procedere all’annessione dell’area. Nel 1877, poi, l’occupazione britannica del Transvaal incrementò ulteriormente l’odio delle popolazioni boere. Nel 1879, il tentativo inglese di annientare il regno degli Zulu guidati da Cetewayo (1826-84) sfociò nella sconfitta di lsandhlwana, nel Natal. La ribellione zulu ispirò i Boeri del Transvaal a lottare per cacciare definitivamente gli inglesi, dando inizio nel 1880-81 alla Prima Guerra Boera.
Nel 1886 a Witwatersrand, vicino a Johannesburg, vennero scoperti giacimenti d’oro: questo fece sì che il premier britannico della Colonia del Capo, Cecil Rhodes (1853-1902) cercasse di annettersi gran parte del territorio. Nel 1895, un alleato di Rhodes, Leander Jameson, invase il Transvaal, ma questa operazione, conosciuta come Jameson Raid, venne annientata dai Boeri guidati da Paulus Kruger (1825-1904). Nel 1899, il Transvaal e lo Stato Libero dell’Orange dichiararono guerra alla Gran Bretagna, la Seconda Guerra Boera, che terminò con la vittoria inglese nel 1902. La Gran Bretagna garantì l’autogoverno a entrambi gli stati nel 1906-07, e nel 1910 tutte le quattro province formarono l’Unione del Sudafrica, promulgando una Costituzione che dava il dominio politico alla minoranza bianca. Nel corso della Prima Guerra Mondiale, il Sudafrica cercò di trovare potenze alleate e conquistò la colonia tedesca dell’Africa del Sud-Ovest, l’odierna Namibia, nel 1916. La Lega delle Nazioni diede al Sudafrica il pieno mandato sul territorio nel 1920.
La Seconda Guerra Mondiale vide il Sudafrica di nuovo schierato con le potenze alleate e nel 1948 il Fronte Nazionale, il cui leader era Daniel F. Malan (1874-1959) e che rappresentava le ideologie nazionaliste degli Afrikaner, ottenne la maggioranza parlamentare e impose la propria dottrina dell’apartheid. Per oltre dieci anni, i gruppi di bianchi liberali e le organizzazioni nazionaliste africane, in particolare l’African National Congress (ANC), lottarono per eliminare l’imposizione dell’apartheid. Nel 1960, l’organizzazione nera del Part African Congress (PAC) organizzò azioni di protesta a livello nazionale contro le leggi che imponevano ai neri di portare sempre con sé documenti di identificazione. Nel paese di Sharpeville, vicino a Johannesburg, la polizia aprì il fuoco contro un gruppo di dimostranti, uccidendo 69 persone di colore; l’enorme risonanza a livello internazionale dell’episodio costrinse il Sudafrica a lasciare il Commonwealth nel 1961
Negli anni Settanta, il governo sviluppò la linea politica elaborata nel decennio precedente dal primo ministro Hendrik F. Verwoerd (1901-66) di creare numerosi bantustans per le tribù nere, spesso in aree povere e improduttive. Nel 1976-77, le proteste che vennero organizzate contro l’insegnamento dell’afrikaans nelle scuole frequentate da giovani di colore diffusero moti di malcontento e rabbia che portarono all’uccisione di 600 neri.
Nel 1984, la nuova Costituzione diede maggiore rappresentanza politica agli asiatici e ai coloureds, ma non ai neri: l’effetto più immediato di questa nuova situazione fu l’accentuarsi dell’antagonismo tra gruppi rivali di neri, antagonismo che sfociò in violente dimostrazioni nel Natal. Nel 1990, il rilascio di Nelson Mandela (n. 1918), leader dell’African National Congress,. dopo 27 anni di prigionia con l’accusa di tradimento, aumentò le possibilità di aprire negoziati di transizione verso una democrazia multirazziale. Sempre nel 1990, il Sudafrica garantì anche l’indipendenza della Namibia.
AggiornamentoNel 1990 il Primo Ministro F. W. de Klerk ha messo fine al bando dell'ANC e ha rilasciato il suo capo, Nelson Mandela. Alla fine, un accordo raggiunto tra il governo e l'ANC, nel 1993, ha impegnato ad istituire un Sudafrica democratico, antirazzista e unificato. Malgrado alcuni tumulti preelettorali, elezioni multirazziali sono state tenute nel 1994; Mandela ha vinto ed è stato insediato in carica come il primo presidente nero del paese. Verso la fine del 1996 Mandela ha promulgato una nuova costituzione Sudafricana. |
I monti dei Draghi (a sinistra) dividono l’altopiano interno del Sudafrica dalla fascia di bassopiano costieri. Champagne Castle, la cima più elevata, raggiunge un’altezza di 3375 m
Il paesaggio della Repubblica Sudafricana pur essendo dominato dall’altopiano centrale, è caratterizzato da una grande varietà di ricchezze naturali.
Sebbene il Veld. o altopiano, sembri estendersi all’infinito, il Paese non ha assolutamente un aspetto uniforme. Il Sudafrica è composto principalmente da 5 regioni: la fascia costiera, i monti del Capo, il deserto del Namib, il deserto del Kalahari e un vasto altopiano. Una serie di catene montuose e di monti, conosciuta come la Grande Scarpata, separa la zona degli altipiani dalla fascia costiera.
Quest’ultima forma la linea di territorio lungo la costa del Natal, al di sotto dei Monti dei Draghi, che costituiscono una parte della Grande Scarpata, zona per la maggior parte scoscesa e la cui altezza si aggira sui 600 metri. Il clima è tendenzialmente caldo, con estati umide e inverni asciutti, condizioni atmosferiche che favoriscono l’agricoltura.
I monti del Capo seguono la linea costiera a sud del deserto del Namib e a est del Capo di Buona Speranza, per poi spostarsi all’interno poco prima di Città del Capo. Questa città storica è dominata dal monte Tavola, un vasto tavolato di arenaria dalla cima piatta la cui lunghezza raggiunge i 3.200 metri, mentre l’altezza è di circa 1.100 metri. Nella provincia del Capo crescono i fynbos, una specie vegetale unica che prospera soprattutto nelle regioni a clima mediterraneo. Molte delle piante che crescono nella zona fanno parte della specie delle proteacee. tra cui è molto diffusa la protea gigante, l’emblema floreale del Sudafrica.
La protea gigante (a sinistra), l’emblema floreale del Sudafrica
La provincia del Capo gode di estati calde e aride e inverni freddi e umidi che favoriscono la coltivazione di numerosi frutti, tra cui l’uva ha un importanza particolare. In due aree aride e piatte, il Grande Karroo e il Piccolo karroo, che si trovano tra i monti del Capo e la Grande Scarpata, i raccolti di frutta e cereali richiedono una irrigazione costante.
Il deserto del Kalahari si trova per lo più nel Botswana e nella Namibia, e si estende verso sud nella provincia settentrionale del Capo. Questa zona arida riceve all’incirca 50 centimetri di precipitazioni annuali nella parte nord-orientale, mentre nella zona sud-orientale queste scendono a circa 15 centimetri. La maggior parte delle precipitazioni viene tuttavia immediatamente assorbita dalle antiche rocce coperte di sabbia rossastra. La vegetazione varia a seconda delle precipitazioni nel Kalahari, passando dalla zona di foreste e di bassi arbusti alle aride dune sabbiose, ma nella piovosa stagione estiva l’erba cresce praticamente ovunque. Di conseguenza, molti animali selvatici popolano la regione. tra cui elefanti e varie specie di antilopi. Nel Kalahari vive anche un esiguo numero di San, o Boscimani, nomadi, cacciatori e raccoglitori.
Piccoli gruppi di San vivono anche nel deserto del Namib. a nord dei monti del Capo, lungo la costa atlantica. Questa regione è molto simile a un vero deserto, e le precipitazioni sono particolarmente scarse. Il fiume Orange, che riceve le acque del Vaal, scorre attraverso il deserto del Namib fino all’Atlantico, e tra la sua ghiaia si celano numerosi diamanti.
L’altopiano, che domina la parte centrale del Paese, si trova a un’altitudine variabile tra i 1.220-1.830 metri. Circondato a sud e a est dalla Grande Scarpata, l’altopiano digrada verso l’interno. Il punto più alto del Paese è lo Champagne Castle, nei Monti dei Draghi, ai confini con il Lesotho, che raggiunge un’altezza di 3.375 metri. La zona dell’altopiano è formata da tre aree ben distinte: il bacino del Transvaal, l’Alto Veld e il Medio Veld (la parola afnikaans veld significa “pianura aperta ed erbosa”).
Il bacino del Transvaal forma la parte nord-orientale e più bassa dell’altopiano, delimitata a nord dal fiume Limpopo. Per la maggior parte, la regione è formata da vaste aree erbose ondulate, punteggiate qua e là da cespugli spinosi e da alberi. Durante l’estate, il clima è caldo durante il giorno e freddo di notte, in quanto l’escursione termica è notevole. Le notti invernali possono essere particolarmente rigide, nonostante le latitudini subtropicali e tropicali. Frutta, mais e tabacco sono tra i più importanti raccolti del Paese, e l’area è famosa per il Kruger National Park, una stupenda riserva di animali selvatici.
L’Alto Veld occupa gran parte della sezione centrale del Paese, estendendosi dal bacino del Transvaal, a sud del deserto del Kalahari, fino al Medio Veld, nella parte occidentale della provincia del Capo. Il suo territorio è piatto ed erboso, sebbene in alcuni punti si elevino monti rocciosi e dalla piatta sommità. Da un punto di vista geologico, la parte settentrionale comprende alcune tra le rocce più antiche della crosta terrestre, e proprio in questi strati si trovano abbondanti riserve di oro, platino. ferro, cromo e altri minerali di notevole valore che sostengono l’economia sudafricana. Il Witwatersrand (o semplicemente Rand, nome utilizzato anche per la moneta nazionale) è il più vasto e ricco giacimento aurifero mondiale, e si trova nei pressi di Johannesburg e Pretoria. La regione è divenuta il cuore economico e industriale del Paese, e nel Rand si sono sviluppate numerose città moderne, la maggior parte delle quali è circondata da ghetti poveri, abitati quasi esclusivamente da gente di colore, come il vasto quartiere di Soweto, che fornisce la manodopera per le miniere e le industrie del Paese. Nell’Alto Veld, il clima è simile a quello del bacino del Transvaal, e permette ai contadini di coltivare numerosi prodotti, tra cui mais, patate, cereali e frutta, e di allevare il bestiame.
L’allevamento è tra le attività più diffuse della terza regione che forma l’area dell’altopiano, e cioè il Medio Veld, che si trova a sud del confine con la Namibia, incuneato tra il deserto del Namib e l’Alto Veld. Generalmente arido e pianeggiante, con un’altitudine media di 1.200 metri, è caratterizzato da un clima che presenta molte similitudini con il bacino del Transvaal e con l’Alto Veld.