Un gregge di pecore (a sinistra) blocca una strada della campagna neozelandcse. Il grande numero di Ovini e bovini rappresenta il principale sostegno dell’economia. Le esportazioni maggiori sono lana, carne dì agnello e formaggi.
La tosatura delle pecore (sotto ) non è solo un lavoro gravoso in tutti gli allevamenti dell’ Isola del Sud, ma anche un diffuso passatempo.
I neozelandesi fanno orgogliosamente notare ai turisti che il loro Paese ha 20 volte più pecore che persone e tre volte più bovini che esseri umani. Nessun’altra nazione al mondo ha un rapporto così elevato tra animali d’allevamento e popolazione. Se consideriamo poi, che più della metà del territorio è destinato a pastorizia, comprendiamo il perchè della diffusa opinione che considera l’economia neo-zelandese prevalentemente agricola.
Malgrado l’agricoltura costituisca un parte essenziale dell’economia, l’industria da una parte, il commercio e i servizi dall’altra, occupano rispettivamente due e quattro volte più addetti del settore primario.
In complesso, l’agricoltura dà infatti impiego solo a circa un decimo della forza lavoro nazionale, producendo meno della decima parte del prodotto interno lordo.
Tuttavia, l’agricoltura contribuisce ancora a una grossa fetta delle esportazioni. A metà degli anni Sessanta, 1’84% dell’export neozelandese era rappresentato da lana e latticini, mentre già all’inizio degli anni Ottanta questa percentuale era scesa al 55%. Alla fine del decennio scorso i prodotti agricoli, in primo luogo carne, formaggi e lana, costituivano il 45% delle esportazioni, laddove l’industria produceva attorno al 25% delle entrate commerciali negli interscambi con l’estero.
Con pochi minerali a disposizione e una piccola industria di base, la Nuova Zelanda necessita di un grosso volume di importazioni ed esportazioni per sostenere la propria economia. In particolare. macchinari, manufatti e attrezzature da trasporto formano più del 65% delle importazioni.
Il bel porto di Wellington (a sinistra) rende la città uno dei principali centri commerciali del Paese.
Per mantenere la bilancia commerciale in attivo la Nuova Zelanda è perciò costretta a cercare nuovi mercati.
Nel periodo 1965-81 la proporzione delle entrate provenienti dalla Comunità Europea è diminuita da più di due terzi a meno di un terzo; oggi solo un quinto delle esportazioni è diretto verso la CEE.
A seguito del calo delle vendite nei tradizionali mercati in Europa e in special modo nel Regno Unito, le nuove opportunità per la Nuova Zelanda sono connesse principalmente con l’Australia, il Giappone, gli Stati Uniti e le nazioni mediorientali.
Le basi della moderna economia neozelandese furono poste tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, quando il governo varò una serie di interventi statali.
Il principale artefice di questo programma di investimenti governativi fu Julius Vogel, il tesoriere delle colonie, fermamente convinto che le grandi potenzialità economiche della Nuova Zelanda potessero essere sviluppate prendendo a prestito enormi somme di denaro.
Il governo contrasse così pesanti debiti per creare una moderna infrastruttura di strade, ferrovie, ponti, telecomunicazioni e di impianti elettrici e idrici.
A tutto questo si deve poi aggiungere l’estensione dell’assistenza finanziaria agli emigrati, assistenza che permise loro di poter acquistare e lavorare la terra.
Conseguenza più diretta di tale politica fu un enorme sviluppo dell’economia e un aumento considerevole della popolazione che già nel decennio 1870-1880 subì un raddoppiamento.
Il Wairakei Geothermal Power Project (a destra), su un altopiano vulcanico nell’isola del Nord, è alimentato con l’energia accumulatasi nella crosta terrestre. A Rotorua, questa energia affiora in superficie sotto forma di geyser.
Un’impressionante fardello di debiti pose però termine a questo periodo senza che l’economia potesse realmente riprendersi fino alla metà degli anni Novanta, quando l’aumento dei prezzi delle derrate, assieme alla costruzione di navi-frigorifero, permise l’esportazione di grossi carichi di carne, burro e formaggio.
Durante questi primi anni di sviluppo, i vari governi succedutisi introdussero anche molte riforme sociali progressiste, come ad esempio, nel 1898, le pensioni di anzianità che costituiscono la base di un moderno stato assistenziale.
L’energia geotermica (a sinistra) costituisce una notevole fonte di elettricità per a Nuova Zelanda. Progetti molto simili tra loro tendono a sfruttare l’energia delle aree vulcaniche in Islanda, Italia, Giappone, Stati Uniti e Filippine.
Gli impianti geotermici utilizzano il vapore naturale riscaldato nelle profonde viscere della Terra dall’attività vulcanica. Lo strato di roccia impermeabile (1), posto sopra il manto terrestre, conduce il calore allo strato di roccia permeabile (2) dove l’acqua viene riscaldata alla temperatura di 250 ÷ 350 °C.
Spinto verso l’alto, il vapore incontra poi gli strati di calotta impermeabile (3). Fessure e crepe nella crosta (4), permettono quindi al vapore ad alta pressione di fuoriuscire in superficie sottoforma di geyser o di sorgenti calde.
Facendo penetrare dei condotti in profondità, il vapore può essere quindi incanalato nelle turbine, generando così un’abbondante quantità di elettricità a basso costo.
Dick Seddon, Primo ministro liberale dal 1893 al 1906, continuò la politica iniziata da Julius Vogel, creando così l’intelaiatura dell’attuale economia del Paese. Per la maggior parte del Novecento la Nuova Zelanda prosperò, a parte la parentesi della grande crisi degli anni Trenta che colpì duramente le industrie e indusse il governo a più forti interventi protezionistici.
Il secondo conflitto mondiale, che come il primo vide migliaia di neozelandesi servire oltreoceano, arrecò grossi mutamenti alla nazione che dedicò tutte le sue risorse allo sforzo bellico. Diretta conseguenza della minaccia rappresentata dal Giappo ne nel Pacifico fu la costituzione di una serie di legami politici ed economici più stretti con gli Stati Uniti e il conseguente indebolimento dei tradizionali vincoli intrattenuti con la Gran Bretagna.
Negli anni Sessanta la Nuova Zelanda dovette poi affrontare simultaneamente tutta una serie di sfide, come la caduta dei prezzi delle sue principali esportazioni, l’aumento del costo del petrolio e l’ingresso britannico nella CEE, che ridusse drasticamente le vendite in uno dei suoi più importanti mercati. Per effetto di questa situazione il tenore di vita del Paese, uno dei più alti del mondo negli anni Cinquanta, subì un progressivo declino fino a giungere, nell’ultima decade, al diciottesimo posto nella scala delle nazioni più sviluppate.
Il governo rispose a questi nuovi e gravosi problemi con i tradizionali metodi dell’intervento e del controllo statali.
Tuttavia, la fama di Paese con una delle economie più strettamente regolate e sovvenzionate del mondo industrializzato di cui gode la Nuova Zelanda, ricevette un duro colpo nel luglio 1984, quando l’appena eletto governo laburista iniziò a concedere maggiore libertà all’economia di mercato. Con un controverso pacchetto di riforme, l’amministrazione laburista svalutò la moneta, rendendola leggermente fluttuante, rimosse molte delle restrizioni poste alla finanza e all’esportazione, vendette le imprese statali, abolì i costosi sussidi all’agricoltura e infine, riformò completamente il sistema di tassazione.
Sebbene la Nuova Zelanda occupi circa la stessa superficie del Giappone o della Gran Bretagna, la sua popolazione supera di poco i tre milioni di abitanti, di cui più di tre quarti vivono nelle aree urbane e in particolare nei cinque maggiori centri di Auckland, Wellington, Christchurch, Hamilton e Dunedin.
Molto meno affollate e caotiche delle corrispondenti città americane ed europee, le città neozelandesi hanno uno stile di vita rilassato e tranquillo. Auckland, attivo centro cosmopolita di più di un milione di abitanti, di cui molti appartengono a famiglie maori e polinesiane, è probabilmente la città che più si avvicina per atmosfera a una metropoli.
I neozelandesi hanno a lungo goduto dì un alto tenore di vita e tuttora custodiscono gelosamente il loro ben sviluppato, e costoso, sistema educativo, sanitario e assistenziale. Benchè il forte individualismo sia caratteristica comune tra i neozelandesi, essi credono fermamente anche nella cooperazione e nell’iniziativa collettiva.
La maggioranza della popolazione è proprietaria della casa in cui vive e quasi ogni famiglia possiede un’auto e tutti i principali beni di largo consumo. Non deve inoltre sorprendere che in una nazione dove la produzione di bestiame risulta così importante per l’economia, la popolazione consumi più carne e prodotti animali di qualsiasi altro Paese del mondo.
I famosi All Blacks (a sinistra) durante un incontro con la nazionale dell Figi, hanno reso popolare la Nuova Zelanda nel rugby, che è lo sport nazionale per eccellenza.
Anche per quanto riguarda i successi sportivi la Nuova Zelanda gode di una buona fama internazionale. La squadra nazionale di rugbv, la celebre All Blacks, ad esempio, ha conquistato nel 1987 la Coppa del Mondo mentre sono a tutti ben noti i recenti e ripetuti successi in campo velistico con la conquista per due volte consecutive della famosa Coppa America.
Immagini della ultima sfida di Coppa America (sotto) fra la neozelandese Black Magic (vincitrice per 5 a 0) e la italiana Luna Rossa
I neozelandesi amano molto la vita all’aria aperta e vi si dedicano ogniqualvolta possono; molti di loro, infatti, posseggono delle case in campagna dove trascorrono le vacanze e i fine settimana. Per quanto i tipici neozelandesi siano dei cittadini, molti di loro hanno ancora uno stretto legame con la natura e non hanno dimenticato i parenti delle precedenti generazioni che aprirono la strada agli insediamenti nelle aree rurali. La cultura maori, dal canto suo, enfatizzando l’armonia del rapporto con la terra, contribuisce a rafforzare il rispetto per l’ambiente.
Tutti i neozelandesi, in effetti, hanno ben presente che, persino nella società moderna, la prosperità di una nazione dipende in gran parte dalla sua produzione aricola.
Tutto questo ha contribuito, negli ultimi vent’anni, al sorgere di un profondo interesse per la protezione dell’ambiente. Negli anni Sessanta gli ecologisti intrapresero una serie di energiche campagne per prevenire i danni causati alle aree rurali dall’agricoltura intensiva e dalla costruzione di dighe e impianti idroelettrici.
La piazza della cattedrale (sopra a sinistra) nel cuore di Christchurch, una ridente città di viali alberati fondata nel 1850. Gli studenti del Christ College (sopra a destra) costituiscono un retaggio dell’influenza inglese.
Negli ultimi anni l’attenzione è stata rivolta a questioni di più vasta portata, come, ad esempio, gli esperimenti nucleari condotti dalla Francia nell’isola di Mururoa.
Stupore e risentimento furono manifestati dalla popolazione nel luglio 1985, quando agenti del servizio segreto di Parigi affondarono nel porto di Auckland la nave di Greenpeace Rainbow Warrior, che si preparava a salpare per protestare contro i test atomici francesi. L’incidente ebbe come conseguenza l’inasprimento delle relazioni diplomatiche tra i due governi.
Nel 1983. la presa di posizione governativa contro l’approdo di navi a propulsione nucleare o a testata atomica, creò una grande tensione nei rapporti con gli Stati Uniti e l’Australia, tensione che sfociò nell’espulsione della Nuova Zelanda dal trattato di difesa comune stipulato tra i tre Paesi (ANZUS).
Oggi la Nuova Zelanda continua a essere in prima linea sul fronte ambientalista, come dimostra la presenza nel Paese di molte delle organizzazioni che si battono per la conservazione della natura. Al momento, notevole attenzione è rivolta all’assottigliamento della fascia di ozono sopra l’Antartico.
Ricca di magnifiche attrattive, la Nuova Zelanda sta diventando una meta turistica per i visitatori provenienti da tutto il mondo. In aggiunta alle ottime attrezzature per la caccia, la pesca, il golf e lo sci, la crescente reputazione acquisita dalla Nuova Zelanda come leader mondiale nelle regate d’altura dovrebbe comportare un considerevole sviluppo del flusso turistico, quantificabile in due milioni di visitatori all’anno entro il 2000. Malgrado il turismo sia destinato a diventare una delle maggiori fonti di reddito, i neozelandesi sono determinati a impedire che l’afflusso di stranieri rovini il loro stile di vita o minacci quella campagna di cui vanno così orgogliosi.L’inno nazionale neozelandese, in inglese e in lingua maori.
God of nations! at Thy feet In the bonds of love we meet, ear our voices, we entreat, God defend our Free Land. Guard Pacific's triple star, From the shafts of strife and war, Make her praises heard afar, God defend New Zealand Men of ev'ry creed and race Gather here before Thy face, Asking Thee to bless this place, God defend our Free Land. From dissension, envy, hate, And corruption guard our State, Make our country good and great, God defend New Zealand. Peace, not war, shall be our boast, But, should foes assail our coast, Make us then a mighty host, God defend our Free Land. Lord of battles in thy might, Put our enemies to flight, Let our cause be just and right, God defend New Zealand. Let our love for Thee increase, May Thy blessings never cease, Give us plenty, give us peace, God defend our Free Land. From dishonour and from shame Guard our country's spotless name Crown her with immortal fame, God defend New Zealand. May our mountains ever be Freedom's ramparts on the sea, Make us faithful unto Thee, God defend our Free Land. Guide her in the nations' van, Preaching love and truth to man, Working out Thy Glorious plan, God defend New Zealand. |
E
Ihoa Atua, O nga Iwi Matoura, Ata whaka rongona; Me aroha noa. Kia hua ko te pai; Kia tau to atawhai; Manaakitia mai Aotearoa Ona mano tangata Kiri whero, kiri ma, Iwi Maori Pakeha Repeke katoa, Nei ka tono ko nga he Mau e whakaahu ke, Kia ora marire Aotearoa Waiho tona takiwa Ko te ao marama; Kia whiti tona ra Taiawhio noa. Ko te hae me te ngangau Meinga kia kore kau; Waiho i te rongo mau Aotearoa Tona pai me toitu; Tika rawa, pono pu; Tona noho, tana tu; Iwi no Ihoa. Kaua mona whakama; Kia hau te ingoa; Kia tu hei tauira; Aotearoa |
Ultimo aggiornamento: dicembre 2000
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