Corso-concorso per
dirigenti: quanti posti?
Web Scuola – 23
gennaio 2003
Scaduti i termini per
la presentazione delle domande, resta il problema
della distribuzione dei posti sul territorio.
Si
discute sulle modalità di calcolo del numero di
aspiranti dirigenti da ammettere al corso-
concorso.
Il bando infatti prevede una maggiorazione del
10% del numero degli ammessi al corso di
formazione. La determinazione di questa quota di iscritti
dovrebbe avvenire su base regionale.
I
sindacati confederali tuttavia
segnalano qualche rischio di incongruenza
rispetto all’assegnazione dei posti per il
corso-concorso e alcune difficoltà nella
gestione organizzativa dello stesso. Sulla medesima
linea anche il presidente dell’Anp,
Giorgio Rembado, che, in una lettera
indirizzata al Sottosegretario all’Istruzione Aprea,
al Capo di Gabinetto Dipace e al
Direttore del Personale Zucaro presenta
alcuni rilievi riguardanti le modalità
di calcolo adottate dal Ministero.
Il
nodo della questione è la distribuzione dei
posti su base regionale che
rischia di produrre una serie di distorsioni.
In
alcune regioni, infatti, i posti disponibili
superano il numero dei candidati in possesso dei
requisiti di ammissione e in altre, invece, le
domande saranno certamente maggiori dei posti
disponibili.
Esclusioni
e posti scoperti
L’effetto
combinato di questi due fattori determinati
dall’applicazione della procedura prevista fa sì
che, da un lato, circa 250 posti al
corso concorso non verranno assegnati e nel
contempo che almeno 200 candidati saranno esclusi,
anche se risulteranno idonei al colloquio di
selezione.
Tanto
l’Anp quanto Cgil, Cisl e Uil propongono che il
calcolo del 10% sia fatto sul numero complessivo
delle posizioni disponibili su scala
nazionale e che successivamente i posti vengano
ripartiti su base regionale. Si avrebbero così 150
posti aggiuntivi (il 10%
di 1500 previsti dal bando) che andrebbero a
coprire le reali esigenze di organico.
I
sindacati confederali rilevano i disagi dei
dirigenti costretti a scegliere "al
buio" una regione diversa da quella di
servizio, pena il rischio di essere esclusi in
partenza dal corso di formazione e sottolineano le
difficoltà (per sé e per
l’istituto che dirige) di chi dovrà sobbarcarsi
un corso di formazione in un'altra regione,
a molti chilometri di distanza dal luogo di
lavoro.
Come
sottolineano ancora i sindacati, non si tratta di
rilevi nuovi, ma di interrogativi già sollevati,
a più riprese, nelle opportune sedi.
A
seguito di queste osservazioni, il Ministero
sembra ora orientato ad accogliere
la proposta dell’Anp e dei
sindacati confederali. E' stata infatti stata
programmata una riunione per il 31 gennaio
sul concorso riservato per
definire gli aspetti tecnici della
vicenda dei posti aggiuntivi
Dirigenza
scolastica e precariato
Questo
nodo va ad aggiungersi ad una serie di questioni
aperte, legate al reclutamento dei dirigenti
scolastici e ampiamente note ai capi d’istituto.
Il
corso concorso dovrebbe infatti risolvere
l’annosa questione degli incaricati che vede
molti presidi ricoprire incarichi di dirigenza,
senza però godere appieno dello status economico
e giuridico corrispondente alla funzione svolta .
La
riduzione a 1500 dei posti
disponibili, rispetto ai tremila prospettati
inizialmente per il corso concorso, allontana
la soluzione del problema del precariato.
Paradossalmente la soluzione del corso concorso,
richiesta in primo luogo dall’Anp, era stata
prospettata per garantire a partire dal settembre
2002 la copertura dei posti vacanti, da
almeno una parte dei vincitori .Evitando il
protrarsi, e l’aggravarsi, della situazione
attuale al 2003-2004 e ai successivi anni
scolastici.
Per
ripercorrere le principali tappe di questa vicenda
rimandiamo al sito della Anp.
La
protesta dei vicari
Intanto
scendono in campo, minacciando battaglia, anche i
vicari. Il Direttivo dell’Anvi
(Associazione nazionale vicari italiani)ha
annunciato la presentazione a breve di un ricorso
al Tar del Lazio contro il corso concorso
riservato.
L’Associazione
chiede che venga bandito un concorso ordinario per
il reclutamento dei dirigenti e lamenta il
disinteresse delle istituzioni per i vicari,
fondamentali figure di riferimento in molte realtà
scolastiche (soprattutto dopo gli accorpamenti),
ma ignorati dalle disposizioni riguardanti
l’organizzazione della scuola e dai progetti di
riforma del Ministero. Tra le richieste avanzate
vi è quella di creare un ruolo
professionale dei vicari, con una precisa
definizione dei compiti e delle funzioni assegnate
a questa figura. I promotori dell'iniziativa
sperano di creare un serio dibattito sui
problemi connessi alla sostituzione del dirigente
scolastico nella scuola dell’autonomia.
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