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Sito telematico dedicato all'informazione, al confronto, al dibattito sui problemi connessi con il primo CONTRATTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI – a cura del D.S. Paolo Quintavalla  in servizio presso la Direzione Didattica 3° Circolo di Parma - In Rete dal maggio 2000 –

 

 

 

 

 

Riforma Moratti: i punti salienti

 

Web Scuola - 20 febbraio 2003

 

Il Disegno di Legge AC 3387 conferma in toto dell’attuale durata dei cicli scolastici. Il  sistema educativo di istruzione e formazione infatti prevede una  scuola dell'infanzia, un primo ciclo che contempla  la scuola primaria di durata quinquennale  e la scuola secondaria di primo grado che dura tre anni. Dopo la terza media si apre un secondo ciclo che si suddivide in due branche:  il sistema dei licei e quello dell'istruzione e della formazione professionale.

Novità per la scuola primaria

Il progetto di riforma offre la possibilità di anticipare a 5 anni e mezzo l’iscrizione alla scuola primaria  e a due e mezzo quella alla scuola dell’infanzia.
Lo studio della lingua straniera e dell’informatica è previsto a partire dalla prima elementare: già dal primo ciclo, infatti, è previsto l'insegnamento di almeno una lingua dell'Unione europea e  l’introduzione di programmi di alfabetizzazione tecnologica. Nelle medie si aggiunge lo studio di una seconda lingua comunitaria.
La delega dà al governo 24 mesi di tempo per disegnare la riforma della scuola.

 Secondo ciclo

Comprende il sistema dei licei e da quello dell'istruzione e formazione professionaleI primi durano cinque anni, i secondi possono avere durata  quadriennale; in questo caso è necessario frequentare un anno integrativo per iscriversi all’università. Per i licei sono previsti otto indirizzi: artistico, classico, economico, linguistico, musicale e coreutico, scientifico, tecnologico e delle scienze umane.

 Obbligo scolastico

Scompare il riferimento all’obbligo scolastico fino ai 15 anni, almeno nei termini in cui veniva indicato nella legge 9/99, che prevedeva l’elevamento dell’obbligo da otto a dieci anni, e che verrà abrogata con l'approvazione definitiva del Disegno di Legge AC 3387.  Come è noto, in prospettiva tale obbligo doveva essere esteso progressivamente fino al 18° anno di età.     
Tra le novità vi è l’alternanza scuola-lavoro, cioè la possibilità di effettuare periodi di stage in collaborazione con aziende, camere di commercio  e varie associazioni di categoria, allo scopo di acquisire competenze spendibili nel mondo del lavoro.
Dopo i 15 anni, diplomi e qualifiche si possono conseguire attraverso una pluralità di canali: lo studio, l’alternanza di scuola e lavoro, l'apprendistato.

 Cambio di percorso

Il passaggio da un sistema all’altro (licei e istruzione professionale) è possibile attraverso il ricorso ad  iniziative didattiche ad hoc destinate al raggiungimento  di una preparazione adeguata al nuovo percorso scelto dallo  studente. Il secondo ciclo, sia che si frequenti un liceo o un istituto professionale, consente di acquisire  crediti che, in caso di ripresa di studi dopo un’interruzione, sono spendibili anche successivamente all’interno del sistema dell’istruzione.

 Sperimentazione

Dopo una serie di ritardi nella comunicazione delle scuole coinvolte nella sperimentazione e disguidi di vario tipo, finalmente la cosiddetta  mini sperimentazione ha preso il via. Si parte con le novità previste dalle scuole elementari: anticipo a 5 anni e mezzo e introduzione della lingua straniera e dell’informatica.

 Formazione degli insegnanti

Il disegno di legge individua alcuni principi e criteri che regolamenteranno la formazione degli insegnanti. La formazione iniziale di tutti i docenti avverrà all’Università, all’interno di corsi di laurea specialistica con accesso a numero chiuso e dopo il conseguimento della laurea specialistica i futuri docenti verranno inseriti in specifiche attività di tirocinio, regolamentate attraverso contratti di formazione lavoro. Scompaiono i concorsi ordinari con funzione abilitante, i corsi universitari saranno a numero programmato sulla base delle necessità d’organico individuate dalle Regioni.

 Programmi regionali

Se il nucleo centrale dei programmi scolastici sarà comune alle scuole di tutto il Paese, una parte di essi sarà definito ed adottato a livello regionale. In questi modo sarà possibile integrare i programmi con materie di specifico interesse delle comunità locali.

 Voto di condotta

La riforma ripristina la valutazione del comportamento, scomparsa ormai da anni dalle pagelle degli alunni.

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