Potenziare
l’offerta formativa: le certificazioni
Web
Scuola - 19 giugno 2003
19/06/03
- Viaggio nel sistema delle certificazioni tra
molte opportunità e qualche incognita per le
scuole dell'autonomia
Le certificazioni sono sempre più
importanti in un mercato del lavoro in cui il
possesso di un titolo di studio non è più
sufficiente a garantire l’accesso ad una
professione.
Poter disporre di un portfolio di competenze
accertate e spendibili in una prospettiva
occupazionale futura assume quindi una
valenza sempre maggiore sia per uno sbocco
professionale immediato che per
l’attribuzione di crediti universitari. E’
indubbio anche che l’affermarsi della cultura
delle certificazioni aiuti le scuole a ripensare
le modalità di erogazione dei servizi, a
riflettere sulla qualità dell’offerta formativa
e sul rapporto scuola- territorio.
Certificazione: valutare i pro e i contro
Con l’emergere della consapevolezza
dell’importanza delle certificazioni, si crea
inevitabilmente un mercato parallelo che
offre alle scuole un notevole ventaglio di opzioni
e che, di fatto, le sommerge di proposte
allettanti, ma tutte da verificare. Il rischio di
perdersi in questa selva di offerte è reale ed è
quindi utile tornare a riflettere periodicamente
sulle questioni di fondo: cosa certificare, come
farlo e da chi farsi certificare.
Non mancano infatti le ambiguità dovute
anche ad una sovrapposizione tra esigenze
della formazione e strategie di marketing di
alcune imprese. Prendiamo il caso dell’ECDL
(European Computer Driving License) che viene
chiamata patente europea e richiama anche nel logo
il simbolo dellUe.
Questo fatto può indurre a pensare che sia
rilasciata da un organismo comunitario. In realtà,
pur trattandosi di un’iniziativa sostenuta
dall’Ue, è una certificazione basata sugli
standard dell’azienda statunitense leader del
settore che di fatto detiene una posizione
dominante sul mercato. Le scuole che offrono
questo tipo di corsi e il Ministero
dell’Istruzione dovrebbero spiegarlo
chiaramente. Formalmente l’ ECDL
non prescrive uno specifico sistema operativo o un
particolare insieme di applicativi ma di fatto
l’esame verte sull’utilizzo di tali prodotti.
Nel contempo, però, occorre anche ammettere che
la conoscenza dei software proposti da
questa azienda e diffusi a livello planetario
consente di certificare una competenza spendibile
ovunque. Nei fatti, quindi, questa patente non è
legata ad un contesto geografico-istituzionale ma
ad un marchio presente in tutto il mondo. Allora,
perché non dirlo?
Il POF come bussola
Confrontarsi con questo mercato con
l’obiettivo di ampliare l’offerta formativa già
presente nell’istituto può costituire la
strategia vincente. E’ quindi importante che la
scuola, in particolare il dirigente, mantenga
un ruolo propulsivo insieme al collegio docenti
e al consiglio di istituto nel delineare,
ribadire e, se necessario, ridefinire
le linee guida dell’offerta formativa. Pensando
al profilo in uscita del diplomato, si potranno
così individuare curricoli coerenti che
contemplino le certificazioni utili e necessarie
agli allievi, tenendo sempre presente la richiesta
proveniente dal territorio. Inoltre sta per
verificarsi un cambiamento che contribuirà a
diffondere ulteriormente la cultura delle
certificazioni. Attualmente sono aziende e centri
linguistici a certificare determinate competenze,
ma presto questa facoltà verrà estesa a scuole e
centri di formazione pubblici e privati.
Oggi docenti e studenti (e perché no,
dirigenti) hanno numerose possibilità di
certificare le loro competenze. Solo guardando al
versante degli alunni, esistono percorsi di
eccellenza già inseriti tra le attività
curricolari, corsi post diploma, corsi di
riqualificazione per adulti e molte altre opzioni
ancora.
E’ perciò importante che i corsi siano
integrati con la progettazione didattica
dell’istituto. L’obiettivo finale, infatti,
non deve essere quello di offrire sempre più
“cose” ma di affiancarle e integrarle in modo
coerente con l’offerta formativa complessiva
della scuola.
Bisogna tornare a ragionare sui saperi
minimi fondamentali e, in certi casi, operare una
selezione dei contenuti proposti, pur movendosi
all’interno di un’ampia gamma di offerte. Come
insegna l’esperienza di molti dirigenti, non
serve proporre più attività in modo affannato,
ma ordinarle e certificare le competenze
acquisite.
Per far questo è importante lavorare
molto sul POF e sull’innovazione didattica per
sviluppare una cultura dell’autonomia
scolastica sufficientemente matura per raccordarsi
in modo proficuo al territorio, tenendo conto
delle esigenze di studenti e famiglie.
ECDL,
la patente europea del computer
Le
certificazioni linguistiche europee
|