1.
Moratti e Tremonti non si parlano. E intanto il
decreto taglia…
Fonte:
Newletter di
Tuttoscuola, N. 80, 9 dicembre 2002
Tagli alle
spese per il funzionamento amministrativo delle
scuole (e
dello stesso
ministero dell'istruzione, che avra' difficolta' a
pagare
persino le
“missioni” dei suoi funzionari); soldi in meno
anche per la
sicurezza
degli istituti e per i capitoli piu'
orientati verso la
logica
dell'investimento in qualita' e innovazione: le
spese per la
formazione dei
docenti, e quelle per la formazione tecnica
superiore,
per l'obbligo
formativo e l'educazione degli adulti.
Ecco sul
piatto le principali conseguenze del
decreto taglia-spese
gia' approvato
dal Governo e che ora diventa realta' contabile
per la
scuola.
Ma e' mai
possibile si domanda
l'addetto ai lavori del
mondo
scolastico
che nel Consiglio dei ministri che ha dato il via
libera
al decreto
taglia-spese e durante la sua approvazione
in Parlamento
nessun
ministro o sottosegretario abbia
valutato con prontezza le
conseguenze
della misura? E che nessuno da
viale Trastevere abbia
avvertito
l'esigenza di attivarsi per
rappresentare al ministero
dell'economia
i “guasti” che avrebbe
prodotto il decreto sul
funzionamento
della scuola?
La
comunicazione in Consiglio dei ministri non
deve essere facile.
Anzi, nel caso
dei ministri Tremonti e Moratti, sembra proprio
che non
ci sia. Vero
che il DM pubblicato lo
scorso 29 novembre era in
sostanza un
atto dovuto: resta tuttavia
singolare che tra i due
ministri non
ci sia stato, prima di quella
data, un confronto di
merito sulle
sue dirette conseguenze, in particolare sulle
specifiche
voci da
“tagliare”.
E' vero che
anche altri ministeri hanno ricevuti
drastici tagli, a
partire dallo
stesso ministero dell'economia
guidato da Tremonti
(3.635 milioni
di euro sul totale di 9.890), seguito
dal ministero
della difesa
(1.166) e poi dal Miur (1.034). Mal comune mezzo
gaudio?
Nient'affatto.
La rigidita' del bilancio dell'istruzione, fatto
quasi
per intero di
spese correnti e obbligatorie (in gran parte
stipendi),
rende
pesantissimo il vincolo imposto dal Tesoro.
Il coro di
proteste che ne e' scaturito ha
indotto il Governo
secondo quanto
dichiarato dal ministro Giovanardi a ritornare
sulla
questione.
Mercoledi' prossimo il Consiglio
dei ministri dovrebbe
discutere
delle voci di bilancio che non possono essere
toccate, e non
e' escluso che
la “bomba-istruzione” possa trovare una
risposta nella
Finanziaria.
C'e' da augurarselo vivamente.
2.
Gli effetti dirompenti dei tagli di Tremonti
Ma quali sono
gli effetti dei tagli decisi
dal ministro Tremonti
(decreto 29
novembre 2002, attuativo del decreto legge
194/2002) sul
bilancio di
questo esercizio 2002? La scuola se ne sta
gradualmente, e
con crescente
preoccupazione, rendendo conto.
Tagli che
valgono complessivamente in termini di impegni
805,4 milioni
di euro e in
termini di pagamenti 1.034,5
milioni di euro (oltre
duemila
miliardi delle vecchie lire). E non si
tratta di riduzione
delle
previsioni di finanziamento per il prossimo
anno, per cui ci
sarebbe modo
di prepararsi e assestare le previsioni, ma di
interventi
sulla gestione
del 2002 in chiusura, su risorse gia' assegnate ma
non
ancora
accreditate, cioe' annunciate ma non trasferite
alle scuole.
In molti casi
il ministero aveva gia' accreditato i
finanziamenti in
base ai
vari capitoli del bilancio,
ma il decreto Tremonti ha
congelato
tutto sulle tesorerie provinciali. Somme che le
istituzioni
scolastiche
per lo piu' avevano gia' impegnato,
con acquisti gia'
fatturati.
I fornitori
dovranno ora attendere il prossimo anno (a meno di
azioni
legali), e le
scuole dovranno fare variazioni di bilancio con
qualche
problema di
pareggio.
I guai
peggiori riguardano forse il
settore privato: le scuole
paritarie, a
cui poche settimane fa, dopo una
lunga attesa, erano
stati
assicurati gli stanziamenti dovuti per effetto
della legge sulla
parita', si
vedono privare di un finanziamento
vitale per la loro
sopravvivenza.
Un dirigente
della Fism, l'associazione delle
scuole materne, ha
stimato
in circa 24 milioni di
vecchie lire per sezione
il
taglio-Tremonti,
con effetti pesantissimi sul bilancio e sul
pagamento
degli stipendi
degli insegnanti, a questo punto da gennaio a
rischio.
Una situazione
critica non attenuata - se
non in prospettiva -
dall'emendamento
in Finanziaria proposto dalla
Commissione bilancio
per un bonus
per le famiglie (anche in forma di credito
d'imposta) che
iscrivono i
figli a scuole paritarie, che produrrebbe effetti
per la
scuole,
Tremonti permettendo, tra un anno e piu'. Una
misura figlia di
un impegno
elettorale della Casa delle liberta', attuata
peraltro in
un contesto
ben lontano per la scuola da quello prospettato un
anno e
mezzo fa (tre
“i” e via dicendo).
|