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Finanziaria:
aspettando Godot
Fonte:
Newsletter di Tuttoscuola - n. 69 del 30 settembre 2002
Tra
poche ore si conosceranno le
proposte del governo per la
Finanziaria
2003, comprese quelle che
riguardano la scuola. Le
indiscrezioni
giornalistiche circolate nei giorni scorsi
prevedevano
tagli
decisi ai bilanci dei
ministeri, poi l'allarme sembra
parzialmente
rientrato.
Si
anticipava, tra l'altro, di riduzione del
20% dei collaboratori
scolastici:
sembra che si vada invece ad una riduzione degli
organici
del 3% o
del 6%, rateizzata in tre annualita'.
Si
parlava di innalzamento di
un punto del rapporto medio
alunni/classi
con possibile effetto di riduzione delle classi (17.500)
e del
relativo personale docente (40.000): l'idea sembra
accantonata.
Si
ipotizzava per la scuola
elementare il passaggio al
docente
prevalente
(una riduzione di 70 mila maestri), accompagnato
solamente
dall'insegnante
di inglese e di sostegno: un'ipotesi inverosimile
che
il MIUR
ha comunque escluso, forse perche' non
frutterebbe risparmi
(vi
sarebbero stati 60 mila soprannumerari da pagare con un
tempo di
riassorbimento
di almeno 10 anni).
Se i
tagli saranno piu' contenuti, resta
pero' un problema: come
finanziare
adeguatamente il contratto della scuola e la
riforma dei
cicli che
prima o poi (piu' poi che prima) vedra' la luce.
Le linee
di politica scolastica delineate nel Dpef dello scorso
giugno
non si
sono tradotte in risorse finanziarie. Nella Finanziaria
2003
in base
alle indiscrezioni emerse non c'e' traccia di fondi
per la
realizzazione
della piena parita' scolastica, del piano pluriennale di
investimento
(i famosi 15-19 mila miliardi di vecchie lire di
cui ha
piu'
volte parlato sia la Moratti che lo stesso premier
Berlusconi),
mentre
trovano conferma i tagli decisi nella Finanziaria
2002 (circa
12 mila
posti, che incideranno sulla
qualita' del servizio: in
particolare
verranno meno i progetti relativi alle
utenze deboli,
handicappati,
immigrati, dispersione, etc.).
Evidentemente
quel vincolo sulla compatibilita' finanziaria citato nel
documento
di programmazione economica e
finanziaria, cui erano
soggetti
i programmi di investimento nel settore della
formazione, si
e'
purtroppo concretizzato. Per nuovi congrui
investimenti c'e' da
aspettare.
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