La
devoluzione avanza e il decentramento segna il
passo
Fonte:
Tutto Scuola – 30 giugno 2003
Sembra una contraddizione in termini ma e' proprio
cosi': mentre il
Paese va verso il federalismo e la devoluzione
(nuovo Titolo V della Costituzione, disegno di
legge Bossi), stenta a realizzarsi il
decentramento amministrativo a suo tempo varato
dalle leggi Bassanini negli anni '90, tuttora
pienamente in vigore.
Proprio quel decentramento amministrativo che
rappresentava
l'anticipazione della piu' ampia riforma
federalista segna il passo in
vari campi, tra cui anche quello scolastico.
Il decreto legislativo 112/1998 e' uno dei
principali strumenti
normativi della legge 59/97 (quella dell'autonomia
scolastica, per
intenderci) che prevede agli articoli 138 e 139 il
trasferimento di
molte competenze (e delle relative risorse
finanziarie) dallo Stato
alle Regioni e agli Enti locali.
Dall'anno scolastico 2002-2003 le nuove competenze
avrebbero dovuto entrare in atto automaticamente
(D.P.R. 347/2000), ma non e' stato così se non
per il passaggio di competenza in materia di
calendario scolastico alle Regioni. Per il resto
buio o quasi. Il MIUR ha mosso eccezioni
all'effettiva applicabilità dell'articolo 138,
motivando la sospensione con l'asserita esistenza
di una nuova bozza di provvedimento di
riorganizzazione dell'amministrazione centrale e
regionale, e con il rischio di incompatibilità
tra il nuovo titolo V della Costituzione e la
precedente normativa federalista.
Sulla base di queste eccezioni le competenze sono
rimaste al centro, assieme ai soldi riservati alla
scuola non statale. Si tratta di 265 milioni di
euro per i contributi, 130 milioni di euro per il
sistema scolastico integrato e 36 milioni di euro
per le funzioni trasferite ai comuni e alle
province per effetto dell'articolo 139.
Da alcuni mesi le associazioni degli enti
territoriali rivendicano il
diritto alla definizione certa dell'effettiva
decorrenza delle
competenze, denunciando la schizofrenia del
sistema.
In questi giorni si ha notizia di un'inversione di
rotta del Miur (non
sarebbe la prima), ma rimangono dubbi
sull'effettiva disponibilità
delle risorse finanziarie da trasferire e sulle
modalità per gestire
un passaggio con effetto retroattivo (a settembre
2002). La "borsa" rimarrebbe però al
centro, distinguendo tra contributi a scuole non
statali e finanziamenti per sistema prescolastico
integrato. Si attendono ora le reazioni degli enti
locali, che sono stati invitati a sottoscrivere
un'intesa in tempi brevi.
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