No
dei sindacati allo stato giuridico
Tecnica
della Scuola - 22 gennaio 2003
di Adalberto Reggiani
Non
piace ai sindacati della scuola l'ipotesi di
riportare lo stato giuridico dei docenti
nell'ambito del diritto pubblico, sottraendo la
regolazione del rapporto di lavoro al tavolo
negoziale. Unanime il giudizio negativo da parte
di Confederali e Snals. Ecco alcune dichiarazioni
"a caldo".
"Con
lo stato giuridico torniamo agli anni '50, gli
anni del primato del potere amministrativo sui
diritti delle persone, gli anni delle scelte
discrezionali" ha commentato Enrico
Panini, leader della Cgil-Scuola. "Ovviamente,
tutto viene giustificato in nome della
"specificità". Peccato che quando si
tratta di portare le retribuzioni in Europa questo
Governo si dimentichi della specificità e metta a
disposizione pochi euro frutto di dure riduzioni
d'organico".
La Cisl-Scuola, invece, ha fatto rilevare, in un
comunicato, che:"nel caso specifico,
qualora ci fosse una conferma di portare avanti
una tale iniziativa, si tratterebbe di una
gravissima lesione del quadro - legislativamente
definito - che regola il rapporto tra legge e
contrattazione nella disciplina dei rapporti di
lavoro dei dipendenti delle Pubbliche
Amministrazioni". "E
tra l'altro" recita il comunicato "contraddice
il protocollo d'intesa Governo-Sindacati del 4
febbraio 2002, dove si sottoscriveva
l'affermazione della 'prevalenza della
contrattazione rispetto alle disposizioni di
legge' e si affermava l'impegno del Governo 'ad
evitare che si producano interventi in ambiti di
competenza della contrattazione'".
Deciso il commento di Massimo Di Menna, leader
della Uil-Scuola: "C'è un accordo siglato
dal vice premier Fini e dalle Confederazioni e una
successiva direttiva firmata dal presidente del
Consiglio, Berlusconi, che prevede un impegno del
Governo a non intervenire per legge su materie
contrattuali. Tale accordo e tale direttiva devono
essere rispettate".
Infine, per fedele Ricciato, segretario generale
dello Snals: "Il profilo del docente non
va solo rivisto, come sostiene il ministro Moratti,
ma anche valorizzato sul piano economico, varando
un piano pluriennale di risorse per la scuola".
"In ogni caso - ha concluso Ricciato -
se la scuola deve rimanere nell'ambito del
sistema privatistico, lo stato giuridico va
riscritto per via negoziale e non certo per via
legislativa".
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